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E’ il campo delle beffe. ‘Giuseppi’ strapazza ‘Zinga’. Sul Sin Buschini tace, Camilli finge di non sentire

Licandro Licantropo
Coerentemente con l’impostazione dei Cinque Stelle, l’ex presidente del consiglio ha detto che bisogna proseguire con la perimetrazione e programmare le bonifiche. Significa che deve restare tutto come è adesso. Senza toccare nulla
Maggio 29, 2022
Giuseppe Conte a Frosinone

Non saremo certamente noi ad avventurarci nell’interpretazione dell’ostentazione della maglia del Frosinone calcio (naturalmente numero 10) fatta stamattina da Giuseppe Conte a piazza Cervini. Fa parte del gossip. Non ci meravigliamo della risposta che il capo politico dei Cinque Stelle ha voluto fare al leader di Azione Carlo Calenda, secondo il quale neanche su Marte affiderebbero funzioni di governo al Movimento.  Inoltre Calenda ai pentastellati preferisce Fratelli d’Italia in una logica di alleanze. Conte ha invitato Calenda ad andare lui su Marte, accompagnato da Giorgia Meloni. Nel cabaret della politica che si nutre di titoli e non di contenuti questo ci sta. Oggi però è successo ben altro nel corso del comizio di Giuseppe Conte per la lista dei Cinque Stelle e per la candidatura a sindaco di Domenico Marzi.

LA SCONFESSIONE DEL GOVERNATORE

Da un parte Conte ha difeso l’alleanza con il Pd alle comunali di Frosinone ma anche alla Regione Lazio. Quando però è entrato nel merito di alcune tematiche, la musica è cambiata di brutto. Per esempio sulla delicata e cruciale questione del Sin (Sito di interesse nazionale) della Valle del Sacco. Coerentemente con l’impostazione dei Cinque Stelle, l’ex presidente del consiglio ha detto che bisogna proseguire con la perimetrazione e programmare le bonifiche. Significa che deve restare tutto come è adesso. Senza toccare nulla. La conseguenza è l’assoluta e insuperabile paralisi degli investimenti e dei progetti delle aziende che si trovano nella palude del Sin. Devono rassegnarsi oppure andarsene come ha fatto la Catalent. Soltanto che la Catalent è una multinazionale e come tale ha mercati diversi, mentre tante piccole e medie aziende non hanno alcuna possibilità di cambiare la situazione. Con i vincoli del Sin è inutile parlare di rilancio, di posti di lavoro e, paradosso dei paradossi, perfino di bonifiche. Perché le operazioni hanno costi insostenibili. Inoltre, può succedere (molto spesso) che dopo aver effettuato carotaggi e verifiche, venga fuori che il sito non è inquinato. Ma intanto si è rimasti comunque tagliati fuori per anni.

Giuseppe Conte ha legittimato in pieno la posizione del sottosegretario alla transizione ecologica Ilaria Fontana, che aveva fatto sapere a Zingaretti che la sospensione del decreto della perimetrazione del Sin non era all’ordine del giorno del Ministero e non lo sarà per parecchio. E qui c’è il punto politico, visto che Nicola Zingaretti, all’assemblea di Unindustria, al cospetto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aveva assicurato agli imprenditori che si sarebbe andati nella direzione della sospensione del decreto di perimetrazione del Sin. Frasi pronunciate il 28 aprile all’indomani della fuga della Catalent dalla Ciociaria.

E’ importante ricordare le esatte parole di Nicola Zingaretti: “Come Regione Lazio abbiamo preso un’iniziativa con il presidente Mario Draghi, il ministro Roberto Cingolani, il Governo tutto. Abbiamo chiesto la sospensione del decreto della perimetrazione del Sin. Quel decreto è figlio di errori ed illusioni. Ha finito per bloccare tutto”. Da allora non si è mossa foglia. Anzi, il sottosegretario Ilaria Fontana aveva immediatamente stoppato l’operazione: “Per il Ministero ad oggi (ndr: 28 aprile scorso) nessuna sospensiva. Se la Regione Lazio ritiene, potrà farsi parte attiva nella richiesta di riperimetrazione del Sin Bacino Fiume Sacco ai sensi delle disposizioni del dlgs 152/2006”.

Per specificare meglio la Fontana aveva scritto: “C’è stato un procedimento ampiamente partecipato del quale la Regione Lazio, i Comuni e Arpa Lazio sono stati attori principali. Oggi non servono “colpi di spugna”, bensì intervenire celermente sugli interventi programmati necessari alla bonifica dei territori contaminati. Le bonifiche sono la cura, non certo il problema”. 

Chiaro? Giuseppe Conte ha confermato che la linea del Movimento è questa. Sconfessando quindi Nicola Zingaretti che, da segretario del Pd, era stato il maggiore sponsor del suo Governo. La circostanza che alle comunali di Frosinone  Dem e Cinque Stelle siano alleati a questo punto è un dettaglio insignificante.

I SILENZI DI BUSCHINI E DI CAMILLI

Ad applaudire Conte a piazza Cervini c’era anche il consigliere regionale del Pd Mauro Buschini: ex assessore, ex capogruppo, ex presidente del consiglio regionale. Fedelissimo (dice lui) di Nicola Zingaretti. Oggi non ha speso una sola parola per difendere la posizione del Governatore sulla sospensione del decreto del Sin Valle del Sacco. Forse non si è accorto che Ilaria Fontana ha dimostrato di contare molto più di lui su questo argomento. Eppure i Cinque Stelle in Ciociaria non schierano i sindaci e gli amministratori che ha il Pd.

Al Comune di Frosinone hanno una lista di 22 candidati, dieci in meno di quelli consentiti. In questi anni il Movimento non ha lasciato tracce politiche in Ciociaria. Ma impone la sua linea su un tema determinante come il Sin Valle del Sacco. Mentre Mauro Buschini si autoricandida alle regionali e tace mentre il capo degli “alleati” disintegra le posizioni di Zingaretti. 

Inspiegabile pure il silenzio del presidente dei Unindustria Angelo Camilli. Ma come, il Governatore all’assemblea degli industriali annuncia una svolta storica e poi non succede niente? Anzi, viene platealmente smentito dai Cinque Stelle che hanno ben due assessori nella giunta regionale (Roberta Lombardi e Valentina Corrado)? 

A distanza di un mese da quell’impegno (28 aprile-28 maggio) Giuseppe Conte conferma che non si tocca nulla e Unindustria non avverte la necessità nemmeno di chiedere spiegazioni a Zingaretti? Dopo che per anni si è sbandierato un asse d’acciaio tra Regione Lazio e associazione degli industriali? Quell’asse non esiste più: è fallito prima che finito. Angelo Camilli lo sa ma probabilmente è difficile perfino per lui ammetterlo. Gli associati però magari se lo aspettano, soprattutto quelli della provincia di Frosinone, che oggi hanno capito che nell’area ricadente nel Sito di Interesse Nazionale non si potrà fare nulla. 

Basterebbe prendere esempio dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che non ha avuto problemi a bocciare la politica e il Governo. Dimenticavamo: c’è anche il silenzio di Nicola Zingaretti. Niente da dire a Giuseppe Conte e ai Cinque Stelle?

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