La copertina la merita lui, una volta di più. Paulo Dybala, il Sivori del terzo millennio, è passato dalla gioia al dolore in una frazione di secondo, in quell’impercettibile lasso di tempo intercorso tra il “piattone sinistro” che ha spedito il pallone in rete e quella maledetta fitta al quadricipite. Altari e polvere così vicini da confondersi e il sogno mondiale che svanisce d’incanto, come per un sortilegio. Lo ha inseguito con tutte le sue forze e a suon di gol, Paolino. La Juve lo aveva d’improvviso escluso dal progetto, l’Inter gli aveva preferito Lukaku e Correa, ma a Roma aveva trovato chi gli vuol bene. E un tecnico importante voglioso di restituirlo al ruolo che merita. Dybala ha ringraziato attraverso giocate d’autore e gol mai banali. Un avvio di stagione che aveva avvicinato, e di tanto, la convocazione per il mondiale in Qatar. Tutto bello, tutto perfetto, fino a quella fitta fatale. Nel pomeriggio conosceremo l’entità del malanno, ma la reazione del calciatore, il suo viso affranto, lo sconforto quasi tangibile, vanno tutti nella stessa direzione. E non è quella della gioia. In attesa di sapere quanto durerà l’esilio forzato, Dybala aveva regalato alla Roma il punto del successo, perché il 2/1 di quell’attimo non sarebbe più cambiato, a dispetto degli sforzi capitolini e dei tentativi coraggiosi del Lecce in dieci. Ben altre proporzioni ha avuto il successo del Napoli, che in verità a Cremona ha sofferto non poco, prima della zuccata di Simeone, sbucato all’altezza del secondo palo. I due gol nel recupero utili alle formidabili statistiche del Napoli, ma ingenerosi verso una Cremo che ha lottato e ben giocato. Tra le due sorprese della stagione, Udinese e Atalanta, è stato match vibrante, quasi cattivo, con gli orobici sicuri di aver messo a posto le cose dopo il 2/0 realizzato dal dischetto. L’Udinese di Sottil è però una creatura camaleontica, capace di accendere la luce anche nel buio più pesto di una gara fin lì mal giocata. E allora è bastata una punizione di Deloufeu a suonare la carica, a ricordare a tutti che lì su i friulani non ci sono per buona sorte o per bizzarrie del calendario. E alla fine l’Atalanta ha dovuto difendere il pari dai bianconeri invasati, ansiosi di completare una rimonta sensazionale. Quel che è accaduto al sabato lo sanno tutti gli appassionati dell’italica pedata. La Juve che si smarrisce alla prima avversità e sparisce dal campo non è più una novità, così come è nota la capacità del Milan di azzannare la partita con doti tecniche ma anche caratteriali. Sebbene l’Inter abbia superato grazie a Dzeko l’esame Sassuolo, non sembra al momento che Napoli e Milan abbiano altre autorevoli concorrenti nella lotta primato, sempreché non perdurino i miracoli di Atalanta e Udinese. Tra quelle che hanno nella salvezza il loro personalissimo scudetto, promosse a pieni voti Monza e Salernitana. I brianzoli sembrano tonificati oltre ogni immaginazione dalla cura Palladino, mentre i campani hanno scoperto all’ultimo assalto quanto possa valere il piedino fatato di Dia. La Samp di Stankovic ha preso un bordino a Bologna, ma restano tanti o forse troppi i punti di domanda. Oggi a Firenze chiudono la giornata una “viola” rigenerata dal giovedì di Coppa e una Lazio che vuole scoprire i propri limiti per provare a valicarli. Si giocherà sempre più spesso, prima della sosta. Emozioni e gol. Però senza Paolino sarà un po’ meno bello.