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Durigon sotto attacco dopo il crollo della Lega alle politiche. Il Carroccio si consola con la Miele e prepara l’assalto alla Regione

Marco Battistini
Mentre da Roma è arrivata l’ufficialità dell’elezione di Giovanna Miele alla Camera dei deputati, dal capoluogo pontino è partito un messaggio chiaro in vista delle prossime elezioni Regionali e Comunali.
Ottobre 9, 2022
Claudio Durigon (Lega)

Durigon ha mantenuto il posto in Parlamento, ma deve rintuzzare le critiche provenienti dalla Tuscia. Dopo la tempesta elettorale che ha travolto la Lega laziale non accennano a placarsi le polemiche soprattutto nella “base” dove i malumori a lungo celati nei confronti della gestione regionale del partito colpevole di aver messo all’angolo gran parte dei coordinatori e degli iscritti che con grande impegno avevano costruito quello che fu il movimento Noi con Salvini e che, divenuto successivamente Lega per Salvini premier, aveva portato ad ottimi risultati elettorali fino ad oltre il 30% delle Europee. La protesta, partita dalla provincia di Viterbo, si sta allargando a macchia d’olio e a finire sul banco degli imputati è il coordinatore regionale del partito Claudio Durigon, latinense, eletto nuovamente in Senato grazie, soprattutto, al grande successo di Fratelli d’Italia. Durigon sarebbe ritenuto colpevole di aver epurato l’apparato precedentemente messo in piedi dal senatore Gian Marco Centinaio.”La forza della Lega è il territorio”, ha più volte ripetuto il neo senatore di Latina e due volte sottosegretario Durigon durante la campagna elettorale. Proprio quel territorio che, come avvenuto nella stessa Viterbo con la caduta anticipata della giunta di centrodestra, da leader del Carroccio non è riuscito a controllare.
Il rapporto con Salvini è solido. Il senatore di Latina fa parte dell’inner circle, ovvero figure di primo piano che hanno stretto legami durante le vacanze a Sabaudia e Ponza. Durigon ha ottenuto un posto blindato per uscire da Montecitorio ed entrare a Palazzo Madama. Ma nel Lazio la Lega è scesa fino al 6,8% e con questi numeri le regionali rischiano di trasformarsi in un clamoroso flop.


MIELE ENTRA A MONTECITORIO

Mentre da Roma è arrivata l’ufficialità dell’elezione di Giovanna Miele alla Camera dei deputati, dal capoluogo pontino è partito un messaggio chiaro in vista delle prossime elezioni Regionali e Comunali. “Il Centrodestra deve essere protagonista di una nuova stagione di governo nel Lazio e nel capoluogo pontino”. Le parole sono di Giovanna Miele, neo eletta alla Camera dei Deputati nelle file della Lega-Salvini Premier.
“Qui a Latina con la sfiducia a Coletta si è posto fine dopo un anno ad un’amministrazione includente, frutto della mancanza dei numeri in consiglio comunale e figlia di un accordo tra forze eterogenee, lo stesso tipo di maggioranza immobile fatta di compromessi che finora ha sostenuto Nicola Zingaretti alla Pisana paralizzando di fatto la Regione -ha proseguito la Miele– ora però da Latina, da Frosinone e dalle altre province laziali arriva forte e chiara la richiesta di voltare pagina. A Latina il Centrodestra ha dato una grande prova di coerenza proprio nell’evitare di ripetere l’esperienza di un’amministrazione come quella regionale che, frutto di accordi e compromessi per tenere insieme una maggioranza inesistente, ha arrecato danni enormi al territorio. Pensiamo ad esempio qui in provincia a tutte le opere strategiche rimaste nel limbo a causa dei veti e dei ricatti da parte di alcune forze politiche interne alla coalizione di governo o ancora alla gestione dei rifiuti sempre figlia dell’emergenza e della mancanza di programmazione. Oppure alla disastrosa situazione della sanità regionale”.

LE DIMISSIONI ‘RITARDATE’

Giovanna Miele ha chiamato in causa il governatore. Tutti ormai attendono le dimissioni di Nicola Zingaretti dalla carica di presidente della Regione Lazio. La giunta regionale nelle ultime ore ha approvato il collegato al bilancio, praticamente uno degli ultimi atti della consiliatura, che adesso passerà al vaglio dell’aula. “Come successo a Latina auspichiamo che anche in Regione la politica dimostri coerenza, facendo prevalere l’interesse dei cittadini -ha proseguito Giovanna Miele– la coerenza che auspichiamo è quella che ieri avrebbe dovuto far desistere Zingaretti dall’avventurarsi in una amministrazione senza linearità di intenti: quella che oggi dovrebbe indurlo a dare il prima possibile le dimissioni perché il Lazio e le sue provincie hanno bisogno di voltare pagina al più presto”.
Anche la consigliera di FdI Laura Corrotti preme per il passo indietro di Zingaretti, che in settimana inizierà la sua carriera di deputato della Repubblica. “Zingaretti anziché dimettersi da Presidente della Regione Lazio come prevede la legge si inventa, a pochi giorni dalla sua proclamazione a deputato, un collegato al bilancio di 62 articoli che non è nient’altro che un atto per elargire mance e prebende in vista della campagna elettorale -ha sottolineato la Corrotti- di giorno fanno finta di litigare con grillini e terzo polo e di notte si spartiscono le ultime fette di torta. Peccato che il tempo sia scaduto”.C’è chi giura che sia solo questione di giorni, al massimo una settimana. Una volta dimessosi Zingaretti, entro 90 giorni dovranno essere indette le elezioni regionali. Sulla data i rumors più recenti parlano del 15 gennaio. Staremo a vedere.

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