Mentre a Montecitorio si consumava la separazione fra Francesco Zicchieri e Matteo Salvini, in riva al Tevere, in una mite serata romana, si assisteva ad un incontro davvero sui generis fra l’intellighenzia di sinistra ed alcuni big della Lega. In primis proprio Matteo Salvini, accompagnato dal numero 1 romano e laziale Claudio Durigon.
Proprio il ‘Claudione’ latinense è stato immortalato in foto con Massimo D’Alema. E’ stata l’occasione per poter sorseggiare il vino dell’ex premier e discutere di politica d’alti livelli. Una sorta di vertice informale sinistra-Lega. Alla cena di Esri Italia, leader mondiale nel settore della geolocalizzazione, erano presenti importanti manager d’azienda, provenienti da ogni parte.
Si registrano le presenze di Roberto Morassut, Vincenzo Scotti, l’ex ministro Lorenzo Fioramonti, l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Tra gli altri, Renato Mazzoncini di A2A, Simonetta Matone, Massimiliano Capitanio (Agcom). Al mattino un interessante dibattito sull’Ucraina con Massimo D’Alema, Mario Arpino (ex Capo di Stato Maggiore della Difesa), Mario Boffo (ex Ambasciatore d’Italia nello Yemen), Piero Bassetti (Presidente di Globus et Locus, primo Presidente della Regione Lombardia). La sera invece l’apericena con il vino di D’Alema. Un rosso-nero d’annata…..
ZICCHIERI IN STAND-BY, RUMORS SUL FUTURO INGRESSO IN FORZA ITALIA
Mentre Durigon si dedica alle piacevoli serate romane, in provincia il partito è ancora alle prese con il caso Zicchieri. Dopo l’addio al veleno adesso è il momento del silenzio. I rumors provenienti dal centro-sud della provincia scommettono su un futuro ingresso di Zicchieri con Forza Italia. I rapporti con il senatore Fazzone sono sempre stati ottimi. Nel passato Zicchieri ha lavorato nella segreteria di Pino Simeone in Consiglio regionale, salvo poi andarsene dopo l’uscita dagli azzurri, avvenuta all’inizio della precedente legislatura.
I ritorni alla base sono un classico della politica e soprattutto in provincia di Latina se ne sono viste di cotte e di crude. Probabile che il deputato di Terracina rimanga in stand-by almeno per qualche mese. Ma appare certo che con l’avvicinarsi del voto proverà a ritagliarsi uno spazio importante. Da escludersi un suo ingresso in Fratelli d’Italia. Il rapporto con Nicola Procaccini e gli scontri degli ultimi anni sono stati pesanti e nessuno dentro il partito di Giorgia Meloni sarebbe intenzionato ad accogliere un altro ex con il dente avvelenato.
MENTRE IL CARROCCIO ESPLODE NEL PONTINO E SUL LITORALE ROMANO
Quello attuale è un momento particolarmente critico per il Carroccio, alle prese con lotte intestine, scontri, fratture e divisioni. Tante le vicissitudini degli ultimi mesi. In chiave pontina fa ancora rumore la decisione del direttivo di Sabaudia che ha deciso di abbandonare la Lega a marzo. Vittorio Ciaramaglia, esponente di Sabaudia ha preso di mira l’intera classe dirigente pontina: “Catapultati in Parlamento dal sistema proporzionale senza preferenze…sul petto i gradi da generale senza mai aver indossato la divisa o sparato un colpo”. Contemporaneamente arrivavano siluri pesanti anche dal litorale romano. Con il senatore William De Vecchis, eletto nel collegio di Fiumicino, che dopo l’abbandono del partito rilasciava frasi di fuoco nei confronti dei ‘generali’ laziali.
“La Lega nel Lazio è morta. È stata gestita in maniera scomposta, i dirigenti del Lazio non hanno le caratteristiche per gestire un partito -affermò De Vecchis– non hanno la caratura che meritava una struttura così importante. E il fallimento della gestione Durigon è sotto gli occhi di tutti. Mi aspettavo il commissariamento del partito e invece sono andato via perché non mi sono voluto rendere complice di questa gestione Durigon: pensa di stare in un sindacato e non in un partito. Il partito è fatto di contenuti e programmi elettorali e se uno pensa di scimmiottare la Lega con gli stessi contenuti del nazionale, l’errore è palese. La maggior parte dei dirigenti di Durigon non hanno esperienza politica né elettorale. Mai confrontati con le urne. La politica non si inventa, è un esercizio complesso e che va svolto da chi ha esperienza. Si parte dal basso: se qualcun pensa di partire con candidature in parlamento sfruttando l’onda di un partito succede quello che succede: il castello crolla”.
Quindi ad aprile il caso Corrotti. La consigliera regionale originaria del sud pontino (ma eletta a Roma) ha deciso di lasciare il Carroccio facendo il suo ingresso in Fratelli d’Italia. La rottura sarebbe dovuta ad uno scontro politico avvenuto con il latinense Tripodi. Un articolo sul web (affaritaliani.it) aveva suscitato una forte irritazione nel gruppo leghista alla Pisana. Si dava per imminente il trasloco della Corrotti in Fratelli d’Italia. Così nell’arco di 48 ore è avvenuto il patatrac. Laura Corrotti attraverso un post su facebook lanciava il suo pesantissimo atto di accusa sulla gestione regionale del partito e nel mirino, oltre a Durigon, era finito soprattutto il capogruppo in Regione, Tripodi, che l’avrebbe ‘cacciata’ dalla commissione dopo l’indiscrezione sul suo addio circolato sul web.
Maggio è iniziato male con Saverio Pagliuso (capogruppo a Pomezia) ed il collega Roberto Vettraino che hanno abbandonato la Lega anch’essi per FdI. Stessa scelta hanno fatto negli ultimi mesi diversi consiglieri municipali capitolini. Fratelli d’Italia d’altronde ha divorato la Lega nella Capitale. Ed anche in provincia di Latina il rischio di un travaso di consensi e di dirigenti verso il partito della Meloni potrebbe registrarsi nei prossimi mesi. Da qui alle regionali inizierà il riposizionamento di chi spera di poter avvantaggiarsi dell’ascesa di FdI abbandonando un Carroccio sempre più in picchiata. Resta da capire come Durigon proverà ad uscire dall’angolo. Serve un cambio di strategia immediato per evitare percentuali da prefissi telefonici alle prossime elezioni. Il voto in terra pontina del prossimo mese rischia di accentuare la crisi di una forza politica dilaniata da scontri e beghe interne. Peraltro spesso di basso profilo.