La rinascita

Dopo 30 anni di silenzi, il tennis italiano risorge con Sinner e Berrettini

Sul tennis italiano finalmente splende il sole. Dai ricordi di Pietrangeli e Panatta a un'attualità ci si colora d'azzurro

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Il tennista Matteo Berrettini

Relegato nelle retrovie per oltre 30 anni, è risorto dalle sue ceneri all’improvviso ed ora reclama traguardi e gloria, pretendendo gli arretrati. La moderna Fenice è il tennis italiano, che sembrava irrimediabilmente chiuso nell’involucro dei ricordi. Al suo interno le imprese di Pietrangeli e poi quelle dei moschettieri azzurri, capitanati da Adriano Panatta, ottavo re di Roma in quel magico 1976. Adriano che vince al Foro Italico, fa il bis sulla terra rossa del Roland Garros infrangendo il dominio di sua maestà Bjorn Borg, la Davis conquistata in Cile e poi… il nulla.

Silenzio innaturale

Un silenzio innaturale durato oltre 30 anni e passato attraverso i talenti acerbi e mai sbocciati di Diego Nargiso e Paolino Canè, il dritto devastante di Omar Camporese, il fulmineo apparire e la precoce discesa di Cristiano Caratti. Così gli appassionati italiani, orfani delle giocate sublimi di Nicola e della “veronica” di Adriano, sono stati costretti ad “adottare” tennisti nati fuori dagli italici confini. Nulla di male, per carità, ma generava un pizzico di malinconia in più all’interno di un popolo che in passato aveva sopportato le invasioni e le dominazioni di monarchi spagnoli, francesi e prima ancora le invasioni dei barbari.

L’elegante Federer non è Attila e il debordante Nadal non somiglia per nulla a Filippo d’Angiò, però un
movimento nutrito che non riesce a trovare un suo rappresentante produce un senso di incompiutezza e l’attesa sembra non aver limiti temporali.

Nessun temporale può essere così lungo da nascondere l’arcobaleno

Poiché non c’è temporale così lungo da nascondere l’arcobaleno, il tennis azzurro, che aveva già ritrovato gloria intermittente con il braccio fatato di Fabio Fognini, è finalmente tornato ad affacciarsi sulle ribalte che contano, per ora timidamente, ma con prospettive finalmente illimitate. Il primo squillo è stato di Marco Cecchinato, che a Parigi ha battuto Djokovic ed è approdato in semifinale, ma le stelle del movimento si chiamano Matteo Berrettini e Jannik Sinner.

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Il tennista Jennik Sinner

A Berrettini manca il Roland Garros per completare un ideale poker di semifinali slam

Il romano ha servizio e dritto eccelsi, soffre un po’ col rovescio, ma guidato sapientemente da Santopadre ha già messo in carniere una finale a Wimbledon, persa in quattro set da Nole Djokovic, e due semifinali agli Open Usa e a quelli d’Australia. Gli manca solo il Roland Garros per completare un ideale poker di semifinali slam, e la sensazione è che il numero 7 attualmente occupato nel ranking ATP, che lo pone dietro solo a Panatta (ai tempi di Pietrangeli non c’era una classifica ufficiale ATP), non sia un punto d’arrivo, ma un trampolino verso ulteriori traguardi, sempre che i suoi muscoli addominali non continuino a fare i capricci.

Il rosso della Val Pusteria

Predestinato senza ombra di dubbio è il rosso della Val Pusteria, che a 14 anni ha avuto la forza di mangiar pane e tennis, lontano dalle sue montagne e da quegli sci che erano stati il suo primo esperimento agonistico. A Bordighera, il suo padre putativo Riccardo Piatti ne ha forgiato carattere e tecnica, e il ragazzino è esploso precocemente nel circuito maggiore, dopo un assaggio succulento nei Challenger.

Numero 551 nel 2018, è diventato 78 a dicembre 2019 ed è arrivato al numero 37 nel 2020, per poi irrompere nella top ten a conclusione dell’anno successivo. Già un “500″ e quattro “250” nel suo palmarés, l’investitura di Becker e altri grandi del passato, tutti sicuri che il ragazzino altoatesino possa salire sul trono dopo il saluto dei “Big3”. McEnroe si è addirittura proposto come suo allenatore, ma per ora a raccogliere l’eredità di Piatti dopo un divorzio sorprendente è stato Vagnozzi. Traghettatore o nuovo coach a tutti gli effetti? I rumors parlano di Magnus Norman, ma per ora Jannik non conferma e si concentra sugli imminenti “mille americani”. Tra dubbi e interrogativi una sola certezza: grazie Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini e il supertalentuoso Musetti sul tennis italiano finalmente splende il sole.

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