informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Dal campo largo al campo minato. La “zingarata” di Calenda riaccende l’incubo dell’Enrico stai sereno. Il Pd provinciale senza più punti di riferimento: clima da tana libera tutti

Licandro Licantropo
Oggi, a meno di due settimane dalla presentazione delle liste, il Pd si ritrova con pochissimi alleati e con prospettive fosche.
Agosto 8, 2022
Carlo Calenda

Per Enrico Letta l’incubo si è materializzato nello studio di Lucia Annunziata, quando Carlo Calenda ha annunciato lo strappo con il Pd dopo i baci e gli abbracci di cinque giorni prima. Una sorta di “Enrico stai sereno” al quadrato: fra l’altro Azione potrebbe trovare un’intesa proprio con Matteo Renzi (che vanta i diritti d’autore su quella frase dal 2014) per sperimentare i limiti elettorali del Terzo Polo. Alle giravolte (intelligenti però) di Calenda siamo abituati, ma ad uscirne a pezzi è il segretario del Partito Democratico, che per convincere Azione ad un’intesa di ferro aveva prima chiuso tutte le porte al Movimento Cinque Stelle e poi fatto mettere in fila Verdi, Sinistra Italiana e Impegno Civico. Oggi, a meno di due settimane dalla presentazione delle liste, il Pd si ritrova con pochissimi alleati e con prospettive fosche. Secondo autorevoli sondaggisti, da solo, Calenda parte da una base del 7%, mentre in coalizione era al 5%. Nel proporzionale può prendere più seggi, ma intanto molti collegi maggioritari che erano diventati “contendibili”, sono tornati con la dicitura “sicuri” o “blindati” per il centrodestra. Giorgia Meloni ha infierito: “Calenda non si sposa più con Letta, forse scappa con Renzi”. Il Terzo Polo è una scommessa, ma se dovesse ingranare nei collegi plurinominali potrebbe rappresentare un problema per Lega e Forza Italia. La celeberrima “caccia al voto moderato” è partita. 

Di un Terzo Polo centrista si favoleggia da anni e anni: dal 1994 in poi, con qualunque tipo di sistema elettorale, il Centro è rimasto sempre schiacciato tra gli schieramenti più grandi. Silvio Berlusconi prima e Matteo Renzi hanno saputo mobilitarlo, ma comunque all’interno di Forza Italia-Popolo delle Libertà e Pd. Intanto però, al cospetto di un centrodestra compatto e motivato, il Pd si presenta con un’alleanza con Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Angelo Bonelli (Verdi), Luigi Di Maio (Impegno Civico). E con una lista nella quale ci sono anche Articolo 1, Demos e Psi. Troppo poco. Renzi e Calenda vanno per conto loro (forse insieme, ma mai dire mai), i Cinque Stelle pure. Il Campo largo si è trasformato in un Campo minato.

LA PARTITA DELLA REGIONE LAZIO

Appena le politiche saranno archiviate, si aprirà la campagna elettorale per le regionali del Lazio. Si voterà a gennaio, con un sistema elettorale che non prevede il secondo turno. Vince chi prende un solo voto in più. Il “modello Zingaretti” (da Azione ai Cinque Stelle) è al capolinea, difficile (ma non impossibile) pensare all’ennesimo “contrordine” di Carlo Calenda, che a questo punto potrebbe perfino pensare di candidarsi alla presidenza della Regione in solitaria per capitalizzare il consenso che ha dimostrato di avere nel Lazio. Nel Pd si complica tutto: tramontate le primarie, chi indicare? Enrico Gasbarra è in cerca di un collegio blindato per le politiche, segno che sta pensando ad un “paracadute”. Alessio D’Amato rischia di pagare salato sul piano politico l’endorsement di Calenda. Daniele Leodori resta l’opzione più forte e autorevole, ma neppure lui potrà prescindere dal disastro sulle alleanze del Partito Democratico. Non avrà molto tempo per recuperare il terreno perduto prima da Nicola Zingaretti e poi da Enrico Letta

Il centrodestra, specialmente  se dovesse vincere le politiche, avrà il vento in poppa come mai in precedenza. Rimane la scelta del candidato alla presidenza: stavolta non si può arrivare fuori tempo massimo, stavolta serve un esponente politico riconosciuto e riconoscibile. Dipenderà pure da come andrà a finire in Sicilia.

IL PD CIOCIARO SENZA PUNTI DI RIFERIMENTO

Nel Partito Democratico della provincia di Frosinone nessuno fa riferimento diretto ad Enrico Letta. Francesco De Angelis ha schierato Pensare Democratico con Nicola Zingaretti, dal quale si aspetta adesso una spinta decisiva per ottenere una candidatura eleggibile alle politiche. Il Governatore  si esporrà in prima persona per il presidente del Consorzio industriale regionale? Vedremo. Mauro Buschini è un fedelissimo di Zingaretti, Sara Battisti lo stesso anche se di meno. Soltanto che quando si celebreranno le regionali, Zingaretti sarà al Senato. Le regole con le quali si faranno le liste e si indicheranno i candidati sono destinate a cambiare. Chi terrà il pallino in mano? Bruno Astorre e Daniele Leodori? Enrico Gasbarra? Al momento solo incognite, che pesano molto in una provincia come quella di Frosinone che era risultata la più “zingarettiana” d’Italia ai tempi del congresso di Piazza Grande. Nel 2019, non dieci anni fa. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo stava valutando l’ipotesi di poter prendere in considerazione il progetto di Azione, anche nella prospettiva di una candidatura alle regionali. Può ancora farlo, ma adesso una scelta del genere sarebbe interpretata come una “dichiarazione di guerra”. In realtà nel Pd, pur facendo parte della corrente Base Riformista (della quale è responsabile provinciale), Pompeo ha ottimi rapporti con il segretario regionale Bruno Astorre e con il vicepresidente Daniele Leodori. Il problema non è quello di avere un posto in lista (è scontato), ma giocarsi l’elezione nella sfida interna con Mauro Buschini e Sara Battisti. L’esito delle politiche potrebbe provocare l’ennesimo terremoto nei Democrat, con effetti a qualunque latitudine, compresa quella ciociara. Un’ultima considerazione: il fallimento del progetto del Campo largo alle comunali di Frosinone aveva in qualche modo anticipato le difficoltà che stanno emergendo adesso nel centrosinistra. L’errore del Pd regionale e di Nicola Zingaretti è stato quello di far finta di non vedere la tempesta che stava arrivando.

Luglio 11, 2025

La nuova frontiera della “conta” all’interno del consiglio comunale di Frosinone si chiama… assestamento di bilancio. E’ uno di quei

Luglio 10, 2025

Nel corso delle ultime settimane è stato avviato un programma di manutenzione straordinaria per gli impianti ascensore siti negli immobili

Luglio 9, 2025

Si è svolta oggi la prima riunione della Consulta delle Elette della Provincia di Frosinone, convocata dalla nuova presidente Angela

Luglio 7, 2025

Il Lazio consolida il proprio ruolo strategico nel panorama farmaceutico internazionale, grazie a un investimento record da parte della multinazionale

Luglio 7, 2025

Questa mattina, presso la Sala Aniene della Regione Lazio, il Presidente della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano, insieme al

ULTIMI ARTICOLI