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Dal 23 agosto, torna il 32° festival del Teatro di Anagni

Redazione
Agosto 4, 2025

Torna la XXXII edizione del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale della Città di Anagni, dal 23 al 31 agosto, nello straordinario scenario di Piazza Innocenzo III, dove andranno in scena dalle ore 21 e a ingresso libero e gratuito 7 spettacoli e una presentazione editoriale, presso Palazzo Bonifacio VIII. La kermesse è organizzata dal Comune di Anagni, ed è diretta da Giacomo Zito, con il contributo alla direzione teorico-critica di Gaetano D’Onofrio.

Il tema di quest’anno è: Sperare, il teatro come arte del rinascere o del ricominciare.
«Nel cuore di un’epoca segnata da conflitti, incertezze e fragilità globali – dichiara l’Assessore alla Cultura del Comune di Anagni, Carlo Marino – sperare non è più un gesto ingenuo, ma una scelta consapevole, coraggiosa, necessaria. Il Giubileo, da secoli, rappresenta un tempo straordinario di perdono, di cammino, di riconciliazione. È una pausa sacra che l’umanità si concede per guardarsi dentro, fare memoria, e provare a rimettere ordine nel proprio percorso. In questo contesto, Anagni si fa oggi palcoscenico vivo della speranza: quella che nasce dalla cultura, dall’incontro, dalla bellezza. Il teatro, soprattutto quello che affonda le radici nel Medioevo e nel Rinascimento, è stato ed è ancora oggi voce dei popoli, specchio delle coscienze, laboratorio di futuro. Portare in scena la speranza significa dare corpo alle domande essenziali dell’uomo».

Gli fa eco il direttore artistico, Giacomo Zito: «Ogni anno progettare il Festival di Anagni significa compiere un gesto di ascolto: verso la storia, verso il presente, verso la comunità che anima e attraversa questo luogo straordinario. La speranza non è solo un sentimento da alimentare: può rivelarsi azione determinante, se nutrita dalla fiducia nella possibilità del cambiamento. Il teatro medievale e rinascimentale custodisce questo impulso vitale. Nei misteri sacri come nelle farse popolari, la speranza emerge come forza resiliente. Auspico che la 32° edizione del Festival non si limiti a ‘rappresentare’ la speranza, ma la possa incarnare. Ogni spettacolo è stato scelto per la sua capacità di trasmettere un senso di possibilità e per ricordarci che, nel teatro come nella vita, la speranza è faticosa consapevolezza».

Per l’inaugurazione del 23 agosto, “Dante fra le fiamme e le stelle”, di e con Matthias Martelli, è uno spettacolo dove la speranza è trampolino per la redenzione: Dante incarna l’uomo che attraversa la selva oscura simbolo della perdita, ma anche inizio del cammino che conduce, attraverso il dolore, verso la luce delle stelle.
Domenica 24 agosto, Vinicio Marchioni con “In Vino Veritas” racconta, tra miti, poesia e musica, di un’umanità che si rifugia nella convivialità per trovare senso, bellezza e sollievo, dove il vino è metafora di caduta e resurrezione.

 Martedì 26 agosto, il festival si sposta nel Chiostro di Palazzo Bonifacio VIII, con “Il Giubileo di Bonifacio VIII”, pubblicazione di Giovanni Minnucci, al centro di un convegno che ripercorre la festa giubilare inaugurata dal papa anagnino nel 1300 come straordinario tempo di perdono, pellegrinaggio e rinascita spirituale.
Marco Prosperini e Luca Simonelli, in scena mercoledì 27 agosto, propongono “Domenico, un uomo buono”, dove povertà, solitudine e scelta eremitica diventano strumenti di rigenerazione spirituale, vissuta come una speranza silenziosa, ma concreta, che lascia tracce nei cuori e nei luoghi.
Per ‘Segnali dal territorio – cantiere giovani’, abbiamo raccolto la proposta di Andrea Di Palma, che con il classico shakespeariano “Amleto”, invita a una riflessione sulla corruzione del mondo, in merito alla quale il protagonista non smette di interrogarsi, nella speranza che qualcosa possa cambiare, alimentando la possibilità di un ordine più giusto.

Venerdì 29 agosto, Neri Marcorè attraverso “La Buona Novella”, antologia del capolavoro musicale di De André, ritrae un’umanissima figura di Cristo che restituisce fede e speranza nella forza struggente e fragile dell’amore che salva.
Amanda Sandrelli, con “La Bisbetica Domata”, sabato 30 agosto, ci propone una versione del testo del Bardo letta sotto una luce nuova, dove la speranza è ribellione e desiderio di autodeterminazione.
Chiude il programma, domenica 31 agosto, “Adelchi” con Giuseppe Pambieri e Vincenzo Zingaro, dove la speranza, che in Manzoni si sublima in provvidenza, è tensione morale tra ideale e realtà, etica e politica.

Attraverso drammaturgie classiche e riletture originali, grande musica e nuove voci, il cartellone 2025 invita il pubblico a un viaggio in cui la speranza si rivela, grazie al teatro, come forza che può trasformare il mondo.

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