Credenti nella sinistra o sinistra di credenti? La presentazione del libro di Carlo Felice Casula, Mimmo Lucà e Claudio Sardo “Da credenti nella sinistra” prevista per domani alle 18 presso la sala De Pasquale del Comune di Latina dovrebbe indurre ad una riflessione profonda sui valori cristiani applicati alla politica ed in particolare al campo della sinistra.
Non sfugge peraltro il fatto che l’evento vedrà la presenza del sindaco di Latina Damiano Coletta, del Consigliere Comunale Gianmarco Proietti e soprattutto del Consigliere Regionale Enrico Forte, leader storico a livello locale dei Cristiano Sociali.
Il libro ricostruisce la presenza e il ruolo del Movimento dei Cristiano Sociali, attivo dal 1993 al 2017, nella vita politico-istituzionale e culturale-religiosa italiana.
I padri del movimento, Ermanno Gorrieri e Pierre Carniti, offrirono uno sbocco politico nuovo a una presenza sociale e civile di credenti prevalentemente impegnati in organizzazioni come la Cisl, le Acli, l’Azione Cattolica, l’Agesci, Confcooperative e nel mondo del volontariato. Proprio Pierre Carniti, ex segretario generale della Cisl si rese protagonista di una grande stagione negli anni ’80. Sindacalista pragmatico, dimostrò grandi capacità proprio nell’epoca della grande conflittualità.
Fu il leader della Cisl che sottoscrisse gli accordi per depotenziare gli effetti inflazionistici del meccanismo della scala mobile. A metà degli Ottanta, così, Carniti si trovò in trincea per difendere l’accordo siglato col Governo Craxi dal referendum voluto da Enrico Berlinguer, nonostante la riluttanza di Luciano Lama.
Quello di Carniti fu un esempio di sindacalista riformatore, indicando la strada del cambiamento e della modernizzazione (anche nei rapporti sindacali) a tutta la sinistra, allora egemonizzata dal Pci e dal massimalismo della Cgil. L’insegnamento di Carniti è quello di un cattolicesimo sociale riformista di cui oggi ci sarebbe assoluto bisogno e che solo in parte trova rappresentatività all’interno del Partito Democratico.
FORTE, I MESSAGGI A COLETTA E L’ARTE DEL POSSIBILE
Un percorso che conosce molto bene Enrico Forte, consigliere regionale che ha iniziato nella Democrazia Cristiana, per poi transitare nei Cristiano Sociali e infine approdare al Partito Democratico.
Sicuramente da conoscitore della politica della mediazione e dell’arte del possibile Enrico Forte in tempi non sospetti aveva dettato a Damiano Coletta la linea su come uscire da un isolamento profondo in cui il sindaco era finito negli anni del primo mandato. Dal consigliere regionale dem sono arrivati i suggerimenti sulla strategia da adottare in una consiliatura caratterizzata dalla cosiddetta ‘anatra zoppa’. Proprio sul piano della metodologia Forte ha indicato a Coletta la strada da percorrere.
“Il Pnrr può dare a Latina un’occasione unica di crescita e sviluppo attraverso due sfide, l’istituzione di una cabina di regia aperta alle forze sociali ed imprenditoriali ed al mondo della ricerca e dell’Università e l’istituzione di una commissione speciale per il centenario della città. Tutto seguito attraverso un percorso di condivisione, di mediazione e ascolto: ci sarà tempo in futuro per tirare fuori bandiere e casacche, oggi la città ha bisogno di stabilità”. Questo il concetto espresso da Forte all’indomani dell’esito del voto comunale. Il primo in casa dem a comprendere la necessità di uscire dai conflitti ideologici ed entrare in una fase nuova, destinata a durare almeno fino a tutto il 2023.
IL PD E L’AGENDA POLITICA
Ora però il consigliere Enrico Forte è ben consapevole che toccherà chiedere al sindaco un’accelerazione sulle cose da fare. Il Pd ha un’agenda politica da dover portare avanti e sulla base dell’attuazione di alcuni obiettivi programmatici si misurerà la sua capacità di incidere sull’amministrazione.
Ci si aspettano interventi significativi in tema di edilizia residenziale pubblica, che risponde ad un’esigenza abitativa urgente e che va affrontata. Giusto anche porsi l’interrogativo su quali modelli si cercherà di imperniare l’intervento nella materia urbanistica. Come anche sulla marina il Pd dovrebbe uscire dall’ambiguità e dire quale posizione assuma sulla realizzazione del porto di Foce Verde.
Sul piano infrastrutturale l’auspicio è quello di incalzare l’amministrazione regionale a compiere i passaggi fondamentali per le opere tanto attese, dalla Roma-Latina alla bretella Cisterna-Valmontone. I dem poi dovrebbero imprimere una svolta su emergenze ambientali quali l’area ex Svar e l’ex Pozzi Ginori, tanto care agli ‘ecologisti’ di casa nostra, magari utilizzando proprio i fondi messi a disposizione dal Pnrr. Al Pd insomma spetta il ruolo di ‘guidare’ l’amministrazione comunale di Latina facendo leva su una visione autentica di sviluppo ed inserirla in un sistema regionale. Un ambito nel quale i dem possono e devono dare il contributo maggiore.