Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha adottato il decreto di liquidazione coatta per la società cooperativa Karibu, con sede a Sezze, in provincia di Latina. Il decreto, firmato dal ministro Adolfo Urso, nomina Francesco Cappello commissario liquidatore. Sulla base di notizie apparse sugli organi di stampa, ricostruisce una nota del ministero, la Direzione generale vigilanza sugli enti cooperative e società in quanto Autorità di vigilanza, ha disposto una ispezione straordinaria conclusasi il 29 novembre.
Gli ispettori del Mimit hanno proposto l’adozione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa in quanto hanno ravvisato l’ipotesi di insolvenza della società avendo maturato debiti in particolare verso l’erario. Inoltre, dalla visura camerale aggiornata, si evince che l’ultimo bilancio depositato dalla cooperativa, riferito all’esercizio al 31 dicembre 2021, evidenzia una condizione di sostanziale insolvenza. Le attività di verifica hanno altresì rivelato che la situazione di insolvenza ha portato al mancato pagamento di mensilità stipendiali, per cui pendono anche diverse vertenze all’esame dell’Ispettorato del Lavoro, nonché dell’omesso versamento di contributi previdenziali e ritenute erariali. Il decreto, che sarà pubblicato nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale, è già efficace.
COOPERATIVA KARIBU: I LAVORATORI BATTONO CASSA
A mettere l’accento sui problemi dei dipendenti è stata ancora una volta l’Uiltucs Latina. Il sindacato in questi mesi, con il suo segretario Gianfranco Cartisano, è sempre stato al fianco dei lavoratori. “Tutti hanno percepito vantaggi e benefici economici – commenta il sindacalista -, tranne i lavoratori che ancora attendono il commissario che doveva essere nominato dal Mise a cui chiedere il conto dei 400mila euro di stipendi non pagati, gridando e rivendicando il lavoro calpestato” da chi “per decenni ha gestito soldi pubblici dell’accoglienza con molti lati oscuri, senza alcun controllo”. Il riferimento è ai vertici di Karibu e Consorzio Aid. “Chi doveva sorvegliare, visionare e controllare su questi progetti? – si chiede Cartesiano – Dove erano i controllori del denaro pubblico?”.
“Sono passati tanti giorni dall’apertura dell’inchiesta e tantissimi lati oscuri sono emersi grazie alle denunce dei lavoratori” va avanti il sindacalista che ribadendo la “massima fiducia nella giustizia”, torna a sottolineare come i lavoratori abbiano bisogno di un interlocutore dopo lo scioglimento delle società disposto dal Ministero. “Il commissario è la figura che deve urgentemente essere nominata” chiarisce Cartesiano che chiede “giustizia e rispetto per lavoratori devastati da quei datori di lavoro che hanno usato il lavoro e i soldi pubblici per un interesse diverso da quello dell’accoglienza e dell’integrazione, quello del profitto ,con la complicità di coloro che dovevano controllare e sorvegliare sui progetti. Il tempo corre, i mesi passano e i lavoratori non hanno ancora salari e lavoro”.