Fa rumore il passaggio di Francesco Zicchieri nel gruppo del ministro degli Esteri Luigi Di Maio “Insieme per il futuro”. La notizia è stata riportata dal sito Repubblica.it. Eloquente la dichiarazione rilasciata dal deputato ex leghista di Terracina. “Ho avuto modo di confrontarmi più volte con lui -ha dichiarato Zicchieri al collega Clemente Pistilli– e ho cominciato a nutrire un forte apprezzamento, tradottosi in poco tempo in una forte stima reciproca, accogliendo favorevolmente il programma di costituire una grande ed unica forza politica riformatrice di centro”. Quanto alle critiche non risparmiate in passato all’attuale ministro degli Esteri, Zicchieri ha dato una risposta molto diplomatica. “Nella vita si può sempre cambiare idea e farlo è da persone intelligenti, specialmente quando si riscontra oggettivamente un ottimo lavoro”. Non è mancata infine una ‘frecciatina’ al Carroccio: “Bisogna lavorare per rafforzare l’azione di governo e non fare come spesso accade una opposizione populista interna che serve solo per qualche spot”.

LA CONVERSIONE DI ZICCHIERI
Zicchieri appena due mesi fa aveva lasciato la Lega, iscrivendosi al gruppo misto della Camera. Deluso da Salvini. Ma non solo. Voleva guidare il dipartimento dello sport ma il segretario del partito gli ha preferito il campione del volley Luigi Mastrangelo.
“Con Salvini ci siamo scambiati alcuni messaggi, lui ha provato a dare le sue giustificazioni, ma io sono deluso dal punto di vista umano, lascio la Lega per questo, prima che per ragioni politiche”. Francesco Zicchieri, vicepresidente a Montecitorio ed ex coordinatore regionale (originario di Terracina, ma eletto nel collegio di Frosinone) non aveva nascosto la sua profonda delusione per la scelta. La rottura con il partito l’aveva raccontata così: “Sono rimasto di stucco, stamattina Salvini ha presentato il nuovo dipartimento dello Sport, affidato all’ex campione di volley Mastrangelo, io in quel dipartimento avevo speso tanto lavoro, ma nessuno mi ha riconosciuto nulla, sono prima di tutto colpito dal punto di vista umano”. Zicchieri ha negato problemi di poltrone e posti “perché per me la Lega è la mia famiglia, e continuerà a esserlo, ma mi sento tradito nell’amicizia da parte di Salvini, che non ha mantenuto la sua parola, e ha mandato all’aria la nostra amicizia, che per me valeva più di ogni altra cosa”. Zicchieri aveva aderito al gruppo Misto, escludendo nuovi approdi nel breve tempo. “Non cerco altri partiti, quanto resta di legislatura mi vedrà in prima fila per la difesa del mio paese, per dare il mio apporto alla nazione”. Sul finire del 2020 di fatto Salvini aveva iniziato a depotenziare Zicchieri, nominandolo responsabile federale della gestione e dell’ampliamento delle sedi territoriali della Lega nel centrosud. Con questa formula il deputato di Terracina era stato congedato dall’incarico di coordinatore regionale, finito nelle mani di Durigon. La resa dei conti era appena cominciata. Nel mirino di Zicchieri è finito proprio il leader regionale Claudio Durigon, peraltro a sua volta messo sotto accusa da altri compagni di partito.
Fra Zicchieri e Durigon la rottura era già avvenuta ed è stata resa pubblica attraverso una presa di posizione molto dura all’inizio di questo 2022. Francesco Zicchieri aveva contestato senza mezzi termini l’esclusione dei suoi uomini dall’esecutivo della Lega. Il parlamentare ha fatto ricorso al social network principale per criticare duramente le scelte fatte. “Non è concesso a nessuno di governare con ruoli regionali apicali questo partito con bugie, promesse, giochetti di basso profilo e garantire amici degli amici”.
Nel corso delle settimane successive si sono susseguiti rumors su presunti contatti prima con Forza Italia e poi con Azione. Indiscrezioni non confermate ne smentite anche su un presunto rientro alla Lega erano circolate a giugno. Quindi dopo la nascita del nuovo soggetto politico dell’ex leader pentastellato, per Zicchieri si è aperto un nuovo orizzonte. E dopo alcuni confronti con Di Maio, Zicchieri si sarebbe ‘convertito’ a tempo di record. Un cambio di campo clamoroso. Da leghista a filo-draghista. In fine dei conti un’operazione in linea con la tradizione parlamentare italiana.