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Comune: lo schema Mastrangeli. PD, cercasi “pacificatore”

Massimo Pizzuti
Alla riunione di ieri sera, voluta dal Sindaco, non c’era Forza Italia. Confermata la coalizione trasversale che ha votato il bilancio. Ma la “polizza di garanzia politica” è l’assenza di una opposizione unita e in grado di organizzarsi. Nel Pd il commissario ad acta Federico Gianassi ha iniziato incontri bilaterali con i leader per cercare di sbloccare il congresso.
Maggio 23, 2025
Mastrangeli e Turriziani

Il gruppo di Forza Italia alla fine non ha partecipato alla riunione, ma per il resto l’incontro convocato da Riccardo Mastrangeli per ieri sera (iniziato alle ventuno e conclusosi dopo la mezzanotte) ha ribadito lo schema che ha consentito l’approvazione del bilancio. C’erano tutte le forze politiche che hanno votato sì al documento contabile, compresi quindi la Lista Marini (Andrea Turriziani) e il Polo Civico (Claudio Caparrelli). In questo modo si arriva a 16 esponenti su 33. Ma considerando che i 4 consiglieri della Lista Marzi sul bilancio si sono astenuti, aprendo una linea di confronto programmatico, almeno per i prossimi mesi in aula consiliare non dovrebbero esserci problemi. Anche perché il fronte delle opposizioni è diviso: da una parte il Pd, dall’altra il Psi. Quindi FutuRa. Poi i 3 “dissidenti” storici. Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega). Per quanto riguarda Forza Italia (3 esponenti), al momento resta l’appoggio esterno.
Ieri sera si è parlato di varie tematiche amministrative: truck village, percorso del Brt, Tari e molto altro. Il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri si è dimostrato come al solito molto attento su tutti quegli argomenti che incidono direttamente sui cittadini. Con domande precise ai dirigenti.
Sul piano politico, nessuna novità: c’è una maggioranza trasversale e risicata, che però beneficia dell’assenza di un’opposizione unita e motivata. Si andrà avanti in questo modo. Almeno fino alle elezioni provinciali del prossimo dicembre. Poi si vedrà.

IL CONFRONTO NEL PD

L’onorevole Federico Gianassi, commissario ad acta della federazione provinciale del Pd, ha iniziato ad effettuare una serie di incontri bilaterali per capire più il “clima” che la situazione politica. Poi trarrà le conclusioni e deciderà come procedere per sbloccare una stagione congressuale ferma al palo da mesi. Incontrerà Francesco De Angelis e Sara Battisti, poi tutti gli altri. Gianassi è stato delegato per il tesseramento. Il punto è questo: la commissione regionale di garanzia ha detto che il tesseramento 2024 è valido di fini dell’iscrizione, ma non per la definizione della platea congressuale. Il nodo del braccio di ferro tra Francesco De Angelis (AreaDem) e Sara Battisti (Rete Democratica) è su questo punto. Naturalmente i protagonisti del durissimo confronto a distanza sono anche altri: Mauro Buschini, Adriano Lampazzi, Enrico Pittiglio, Antonio Pompeo, Danilo Grossi, Nazzareno Pilozzi. Poi ci sono i candidati alla segreteria: Achille Migliorelli e Luca Fantini.
Federico Gianassi, voluto in quel ruolo dalla segretaria nazionale Elly Schlein, sa che quella di Frosinone è una piazza “caldissima” per il Pd. Quanto successo a dicembre, con uno scontro senza precedenti tra le “correnti” ha lasciato il segno. Così come in passato sono stati celebrati congressi di “fuoco”. Per non parlare del dualismo tra Francesco De Angelis e Francesco Scalia, che ha portato a “conte” clamorose perfino per la guida di enti strategici: tra Antonio Pompeo ed Enrico Pittiglio alla Provincia, tra Mauro Vicano e Cesare Fardelli alla Saf. Ma la situazione odierna non ha comunque precedenti. Perché nasce da una frattura clamorosa e repentina. Determinata dalla scelta di Francesco De Angelis di aderire ad AreaDem di Dario Franceschini e Daniele Leodori. Mentre Sara Battisti è rimasta in Rete Democratica di Claudio Mancini. In quel momento è stata archiviata l’esperienza di Pensare Democratico, il correntone fondato da De Angelis che aveva tenuto insieme tutto e tutti per anni. Si è creato un vuoto. Per ricomporre il quadro è necessario un’azione di cesello. Di fioretto. Impugnare la sciabola non serve a nulla.
Federico Gianassi lo ha capito immediatamente. Difficile che possano essere rispettati i tempi per la celebrazione del congresso entro il 30 giugno, più probabile che venga chiesta una deroga. Ma non possono esserci dubbi sulla volontà politica del partito (nazionale e regionale) di svolgere il congresso. Per quanto riguarda gli assetti, è ovvio che saranno determinati dalle proporzioni del tesseramento. Alla fine potrebbe perfino essere definita una situazione concordata. Non unitaria, concordata. E’ probabilmente a questo che punta Federico Gianassi. Di certo però il Partito Democratico in Ciociaria da mesi non riesce a parlare da… partito. Si susseguono gli interventi dei singoli. Ma i Democrat, senza una governance da inizio dicembre, non sono nelle condizioni di inviare neppure un comunicato stampa con il simbolo del partito per dire la loro sull’occupazione, sulla sanità, sulle infrastrutture. E sulle situazioni politiche dei singoli Comuni. Uno dei tanti paradossi è stato sottolineato qualche giorno fa dalla consigliera regionale Sara Battisti (in un’intervista a Ciociaria Oggi) a proposito del Comune di Frosinone. Un ragionamento così sintetizzabile: ma come, al Comune di Frosinone dopo tredici anni il centrodestra si sfalda e noi spacchiamo il capello sulle vicende presenti e future del circolo cittadino? Dopo che i tre consiglieri (Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi) tengono alta la bandiera dell’opposizione (gli unici) e chiedono maggiore attenzione da parte dei vertici Dem? Fra l’altro all’orizzonte c’è uno di quegli appuntamenti che “storicamente” ha destabilizzato il Pd: le elezioni provinciali, per il rinnovo dei dodici consiglieri. Si terrà a dicembre. Bisognerà preparare la lista, stabilendo su chi far convergere i voti ponderati per determinare l’elezione. Due anni fa si optò per una coalizione di centrosinistra, La Provincia dei Cittadini. Dopo i risultati, inevitabili le fibrillazioni, le polemiche e i malumori che travolsero il partito. E allora era semplice: da una parte Pensare Democratico (area fortemente maggioritaria) dall’altra la corrente di Antonio Pompeo. Stavolta sarà un’operazione da… consiglio di sicurezza dell’Onu. Perciò Federico Gianassi vuole far celebrare un congresso che stabilisca gli equilibri, senza però determinare ulteriori spaccature. E inevitabili ricorsi. Il Pd ha bisogno più di un “pacificatore” che di un commissario.

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