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Comune di Frosinone, il terzo scenario

Massimo Pizzuti
L’accordo tra il sindaco Riccardo Mastrangeli e la Lista Marzi cambia sia il presente che le prospettive. Ma nel centrodestra c’è chi ritiene che proprio in questo momento bisognerebbe ricompattare la coalizione. Prima che sia troppo tardi.
Febbraio 11, 2025
Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli

Il “cuore” dell’accordo è che i quattro consiglieri della Lista Marzi hanno garantito a Riccardo Mastrangeli che non firmeranno mai le dimissioni di massa o una mozione di sfiducia. Non saranno loro ad interrompere la consiliatura, seppure dovessero verificarsi le condizioni.
Per quanto riguarda il bilancio, sicuramente manterranno il numero legale, anche se dovessero astenersi. Improbabile il no. Difficile (ma non impossibile) il sì. Nel frattempo si discuterà su alcuni temi programmatici sollecitati da Marzi: la Casa dello Studente, il ripristino immediato dell’ascensore inclinato, la vendita del complesso dell’ex Mtc, l’accorpamento degli uffici comunali nel palazzo di piazza VI dicembre. La scelta di Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi e Armando Papetti cambia di molto il quadro.

QUEL CHE RESTA DI UNA COALIZIONE CHE NON C’È PIÙ…

Termina una stagione del centrodestra iniziata nel 2012. Termina perché Forza Italia è da mesi fuori dalla maggioranza e lo scontro tra Mastrangeli da una parte e Pasquale CirilloMaurizio Scaccia dall’altra non prevede alcuna riappacificazione politica. Termina perché della coalizione che appoggia Mastrangeli fanno già parte tre esponenti eletti nelle opposizioni. Ma soprattutto la “sponda” dei quattro consiglieri della Lista Marzi muta la natura stessa dell’alleanza. Domenico Marzi è stato il candidato sindaco che ha sfidato Riccardo Mastrangeli poco meno di tre anni fa. Alla guida di una coalizione di centrosinistra. Impossibile che adesso Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Giovanni Bortone possano soltanto pensare di tornare sui loro passi. Stesso discorso per Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone (FutuRa). Per non parlare del presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani), che chiedeva di tornare nell’alveo della maggioranza di centrodestra, recuperando i “dissidenti” e azzerando l’attuale giunta. All’accordo con Marzi ha lavorato (dimostrandosi decisivo) il referente di Fratelli d’Italia a Frosinone, Fabio Tagliaferri.
Lo ha fatto specificando che l’intesa è con una lista civica e non riguarda gli assetti di giunta.
Nicola Ottaviani, ex sindaco, parlamentare e coordinatore provinciale della Lega, non mollerà mai Mastrangeli visto che è stato lui a volerlo come sindaco. Non fa i salti di gioia per l’accordo con Domenico Marzi, ma ha fatto notare come il primo cittadino deve comunque trovare i numeri in aula. E se nel centrodestra i muri rimangono invalicabili, allora si deve guardare da qualche altra parte. Eppure c’è uno scenario che potrebbe essere approfondito: il tentativo di recuperare l’assetto originario del centrodestra per provare ad evitare lo sfaldamento definitivo di una coalizione maggioritaria in Italia, nel Lazio, in provincia e nei Comuni. Una coalizione che vince re governa il capoluogo da quasi tredici anni.

IL “NIET” A QUALSIASI PATTO

Il Partito Democratico ha deciso di restare fuori da quello che in tanti hanno già definito un patto di fine consiliatura. Angelo Pizzutelli, Norberto Venturi e Fabrizio Cristofari hanno fatto prevalere la “ragion di partito”. Impossibile in un capoluogo di provincia un’intesa con il centrodestra. Fra l’altro il circolo cittadino dei Democrat è in una fase di profonda conflittualità. Nessun dubbio per il Psi: Vincenzo Iacovissi ha scelto da tempo una strada completamente alternativa sia a quella della maggioranza di centrodestra che del Partito Democratico.
Di certo però è impossibile non sottolineare che Frosinone è il Comune capoluogo. Fra l’altro appare già chiaro che tutti (nessuno escluso) stanno già lavorando alla prossima campagna elettorale. Con alleanze destinate ad essere stravolte negli schieramenti. Perciò l’accordo tra Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi è un bivio dal quale sarà impossibile tornare indietro. Per tutti. E’ il momento di far prevalere la lucidità del ragionamento politico. Evitando di affidarsi… alla pancia. In gioco c’è il futuro dello schieramento di centrodestra, già appeso a un filo. Si vuole davvero mandare tutto a rotoli?

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