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Coletta celebra il 25 aprile della Resistenza e dimentica i caduti angloamericani. ‘Cerchiobottista’ sull’Ucraina

Marco Battistini
Proprio il primo cittadino si è distinto per un discorso tutto proteso ad esaltare il ruolo svolto dai partigiani durante la liberazione dal nazifascismo.
Aprile 26, 2022
Il sindaco di Latina, Damiano Coletta

Un 25 aprile fin troppo ‘partigiano’ quello celebrato a Latina. Nella cerimonia dell’anniversario della liberazione d’Italia presso il Parco Falcone Borsellino di Latina, organizzata dal Prefetto Maurizio Falco, hanno partecipato il Presidente Anpi di Latina ed il sindaco Damiano Coletta.
Proprio il primo cittadino si è distinto per un discorso tutto proteso ad esaltare il ruolo svolto dai partigiani durante la liberazione dal nazifascismo. “La Resistenza Italiana aspirava alla libertà, alla giustizia e, aggiungo, alla pace e alla pacificazione con i nemici e gli avversari, anch’essi italiani -ha dichiarato Coletta nel suo intervento- la lotta di liberazione riscattò il paese e lo fece padrone del proprio destino”. Quindi ha fatto seguito l’elogio sperticato dell’Anpi. “Per me l’Anpi rappresenta e custodisce la memoria della liberazione dell’Italia e permettetemi di ringraziarli per il loro costante lavoro quotidiano rivolto soprattutto alle nuove generazioni -ha affermato il sindaco- le migliaia di testimonianze dei e delle resistenti e dei sopravvissuti/e rappresentano la memoria della nostra identità. Occorre ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti/e, perché senza la loro testimonianza non ci sarebbero i fatti e neppure la memoria dei fatti. La Resistenza non è patrimonio di una fazione, né di un partito, è patrimonio della nazione, della nostra Repubblica”. 
Durante il suo intervento non una sola parola è stata dedicata alle decine di migliaia di soldati angloamericani che con il loro intervento hanno permesso di ribaltare l’esito della guerra e soprattutto garantire in concreto la liberazione del nostro Paese.
Il discorso integrale di Coletta dunque è stato in linea con la tradizionale scelta della vecchia sinistra, volta ad incensare l’operato della Resistenza, tralasciando completamente il capitolo che andrebbe dedicato ai veri artefici della liberazione.
E pensare che solo a poche decine di chilometri dal capoluogo pontino si sono tenute celebrazioni di contenuto diverso. A Roma il Partito Radicale guidato dall’ex ministro degli Esteri, l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata ha promosso una manifestazione con tanto di bandiere americane nei pressi dell’Ambasciata Usa, per dire “grazie agli Alleati” e invocare “libertà per l’Ucraina e il popolo russo”. E cento giovani di Forza Italia, guidati da Marco Bestetti, con un pullman sono andati al cimitero americano di Nettuno, per “onorare il sacrificio di quei ragazzi che ci hanno dato la libertà”.

RIFERIMENTI ALL’UCRAINA

Coletta ha fatto riferimento anche alla guerra in Ucraina, sostenendo il diritto del governo di Kiev a difendersi dall’invasore. “Io credo, senza evocare paralleli tra la Resistenza Italiana e la resistenza ucraina, che la storia non si ripeta allo stesso modo. Io credo, però, che resistere a un esercito invasore che provoca massacri come quelli di Bucha e che bombarda i civili inermi, sia giusto e legittimo -ha sottolineato Coletta- non esiste una Resistenza giusta o una Resistenza sbagliata. Esiste la Resistenza davanti alle atrocità della guerra. È questo che assegna un’identità, un’idea di libertà e i diritti conseguenti a un popolo, quel popolo che nel nostro caso riscattò e progettò la rinascita italiana. Il popolo ucraino sta cercando di difendere il diritto di decidere il proprio destino”. Da Coletta non è però arrivata però alcuna presa di posizione sull’invio di armi al popolo ucraino ma solo un richiamo ai valori della pace: “Giunga l’appello di tutta la comunità di Latina rivolto a tutte le forze politiche del pianeta affinché attraverso la mediazione, la diplomazia, il dialogo si ponga fine a questa assurda guerra”.

SUL TEMA DELL’EUROPA FEDERALE

Almeno su un capitolo Coletta si è mostrato più in linea con le posizioni del Pd e dell’area liberaldemocratica. Sulla necessità di un’Europa federale il sindaco è stato molto più incisivo, ricordando le figure di Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed Altiero Spinelli che elaborarono il Manifesto di Ventotene pubblicato nel 1944, così come anche quella di David Sassoli, ex presidente del Parlamento europeo recentemente scomparso. “La grandezza di questi uomini sta nell’aver visto, al di là delle apparenze, la linea evolutiva profonda della storia contemporanea -ha sostenuto il sindaco- ebbero la forza intellettuale di lanciare l’idea degli Stati Uniti d’Europa. Un impegno per creare le condizioni istituzionali e sociali per rendere le nostre democrazie durevoli nel tempo in opposizione ai sovranismi imperanti del tempo”.
Insomma nel suo discorso Coletta ha voluto accontentare soprattutto gli interlocutori dell’Anpi, limitandosi a rimanere dentro il perimetro storico della sinistra tradizionale. Troppo poco per un sindaco che guida una grande coalizione, dove sono presenti sensibilità e posizioni diverse anche sul significato della ricorrenza del 25 aprile

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