informazione pubblicitaria

CONDIVIDI

Cinque consigli (non richiesti) a Riccardo Mastrangeli. Per invertire la rotta e vivere davvero… felice!

Massimo Pizzuti
Parola d’ordine: ricomporre il centrodestra, attraverso una verifica politica e con l’azzeramento della giunta. Non si può reggere un capoluogo con le “promessine” di Marzi & Co. “Bullizzando” gli alleati. Di ieri e di oggi.
Giugno 15, 2025
Riccardo Mastrangeli

Giugno 2022, tre anni fa. Al primo turno Riccardo Mastrangeli (centrodestra) arriva al 49,3%. Domenico Marzi (centrosinistra) si ferma al 39,1%. Necessario il turno di ballottaggio, nel quale però non c’è partita: Mastrangeli al 55,3%, Marzi al 44,7%. Terza vittoria consecutiva del centrodestra e maggioranza solida: 22 consiglieri su 33, considerando anche l’intesa che Riccardo Mastrangeli e Nicola Ottaviani avevano nel frattempo raggiunto con l’area di Mauro Vicano, anche lui in corsa per la fascia tricolore.
Giugno 2025, oggi: Riccardo Mastrangeli guida una coalizione trasversale che si ferma a 16 consiglieri su 33. Decisiva l’intesa con il suo principale avversario del 2022, Domenico Marzi, che ha una lista civica con 4 esponenti. Grazie all’astensione sulle delibere consentono il mantenimento del numero legale nell’aula di Palazzo Munari.
Tutti gli schemi politici sono saltati. Nonostante questo, però, la navigazione in vista degli ultimi due anni di consiliatura è tutto meno che tranquilla. Mare mosso e onde alte ogni giorno, con il barometro politico che segna tempesta. Non ancora perfetta. La tempesta intendiamo.
Ma ci sono i tempi, i modi e gli spazi per ritrovare una rotta da… “Ore 10 calma piatta”? Probabilmente sì, ma per tracciarla servono coraggio, umiltà, capacità di dire qualche “No” e fede e coerenza politica.

PRIMO CONSIGLIO.

IL “BULLISMO” NON PAGA MAI. 
IN POLITICA ANCORA DI MENO

Naturalmente il termine “bullismo” va inteso in senso lato e figurato, per questo usiamo le virgolette. Consapevoli che si tratta di una categoria insopportabile nella vita reale. In politica non risolve nulla, anzi spacca il quadro. Se poi si continua a non rispondere al partito di maggioranza relativa, allora è evidente che… “Houston, abbiamo un problema”. Fratelli d’Italia ha chiesto a Mastrangeli di rivedere alcune decisioni in tema di viabilità e mobilità. Per esempio la previsione di una corsia di transito per le auto a piazzale Kambo in attesa del completamento dei lavori di riqualificazione della piazza. Ma pure la definizione di un tracciato meno impattante del Bus Rapid Transit, più parcheggi e sensi viari che non “stressino” ulteriormente residenti e commercianti. I motivi sono i seguenti. Intanto le linee del Piano urbano della mobilità sostenibile sono state definite negli anni passati e adesso la situazione è profondamente cambiata. In secondo luogo piste ciclabili, sensi unici e rivoluzione della viabilità hanno determinato malumori enormi, diffusi e dettagliati in interi quartieri della città. Specialmente allo Scalo, dove le elezioni si vincono e si perdono. Fratelli d’Italia si è posto un problema reale. La risposta di Mastrangeli che “non si torna indietro sulla pedonalizzazione di piazzale Kambo” è una porta in faccia al primo partito della coalizione (5 consiglieri e 2 assessori), quello che, unitamente alla Lista per Frosinone, ha rappresentato la “guardia pretoriana”, blindando Mastrangeli nei periodi ininterrotti di fibrillazioni, determinate dalla Lega, dalla Lista Ottaviani e dalla Lista Mastrangeli. Non è un particolare di poco conto. Altro elemento: tre anni fa Mastrangeli si caratterizzò come sindaco civico. In carico all’intera coalizione, che infatti lo ha sostenuto in modo compatto alle primarie. Delle quali (primarie) tutti conoscevano il vincitore. Poi sono successe tre cose. Pochi mesi dopo (settembre 2022), in occasione delle elezioni politiche, Mastrangeli ha dato indicazioni precise (con un video) di votare per la Lega e per Nicola Ottaviani. Il “patto di onore” si è rotto in quella occasione. Quindi, dicembre 2022, Mastrangeli si è candidato alla presidenza della Provincia, con una fuga in avanti che ha spaccato il centrodestra in Ciociaria. Tra l’uno e l’altro “passaggio” si è lui stesso definito “sindaco civico in quota Lega”.
Dicembre 2023: in occasione delle elezioni dei consiglieri provinciali, Mastrangeli e Ottaviani danno un’indicazione precisa: gli esponenti di maggioranza di Frosinone (che ha il voto ponderato più alto) sostengano Andrea Amata, consigliere della Lega di Vicalvi. In questo modo viene stroncata sul nascere la possibilità di favorire l’elezione di esponenti del capoluogo. Infatti sia a Maurizio Scaccia (Forza Italia) che a Sergio Crescenzi (Fratelli d’Italia) manca un solo voto ponderato. Crescenzi poi rientrerà nel corso della consiliatura, ma questa è un’altra storia. Quando Fabio Tagliaferri, presidente di Ales e punto di riferimento di FdI a Frosinone, parla di “prossime primarie contendibili” lo fa perché Mastrangeli ha perso la dimensione civica.

SECONDO CONSIGLIO.

L’AZZERAMENTO. SPIANARE TUTTO, TRASFORMARE IN VALORE I CAMBIAMENTI

Se si vuole provare a ricomporre il centrodestra, il momento giusto è questo. Avviando una verifica politica e amministrativa seria con quelle forze che hanno sostenuto Mastrangeli tre anni fa. Tutto questo presuppone un azzeramento totale della Giunta, con l’obiettivo di liberare completamente il tavolo del confronto. Fra l’altro ci sono delle situazioni che andrebbero analizzate a mente fredda. Sulla base di parametri politici e amministrativi.
Per esempio l’assessore Adriano Piacentini da un anno non ha più alcun gruppo consiliare di riferimento. E non ha nè consiglieri, nè partiti a sostenerlo. Tutto questo dopo la rottura con Forza Italia, che nel frattempo è riuscita a costituire un gruppo di 3 consiglieri (ma ne arriveranno presto altri). Gli “azzurri”, che sul bilancio si erano astenuti, sul rendiconto hanno votato no. Ma FI è partito fondatore del centrodestra e fa parte di uno scacchiere regionale e nazionale. Piacentini è un tecnico di riferimento di Mastrangeli (e di Ottaviani). Il punto non è personale, ma politico.
In secondo luogo è arrivato il momento di effettuare un “tagliando” all’attività amministrativa. Analizzando l’operato degli assessori. In particolare di Angelo Retrosi (lavori pubblici, è della Lista Ottaviani), Rossella Testa (centro storico, è della Lega), Simona Geralico (cultura, è di Fratelli d’Italia).
Alzi la mano chi conosce un cittadino di Frosinone che non abbia dubbi sulla gestione della quasi totalità dei lavori pubblici, sull’ inconsistenza “politica” della cultura dove ogni delibera passa solo per il Sindaco e sul disastro in termini di decoro, programmazione e crescita di un Centro Storico dove a parte qualche solida e coraggiosa iniziativa privata i temi caldi sono le risse e l’impossibilità per i residenti di entrare e uscire di casa. E di parcheggiare.
Nessuno discute l’impegno, maa fare la differenza sono sempre e soltanto i risultati.
E all’interno della giunta e della maggioranza in diversi ritengono che i risultati potevano e dovevano essere diversi. Inutile continuare a non affrontare tematiche che sono sul tavolo. Ma l’azzeramento servirebbe pure per fare il punto della situazione relativamente al rapporto tra rappresentanza in giunta e consistenza dei gruppi. La Lega ha un solo consigliere (Dino Iannarilli) ed esprime un assessore (Rossella Testa). Era partita con 2 rappresentanti in aula, ma il capogruppo Giovanni Bortone è… all’opposizione. La Lista Ottaviani aveva iniziato la consiliatura con 5 consiglieri. Ne ha persi 3 (Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Christian Alviani) e nel frattempo ha aderito Cinzia Fabrizi. Quindi il gruppo ora ha 3 consiglieri e indica 2 assessori. Discorso diverso quello della presidenza del consiglio comunale, perché Massimiliano Tagliaferri (Lista Ottaviani) è stato votato dall’aula e ha un ruolo istituzionale. In ogni caso però l’asse Lega-Lista Ottaviani conta in totale 4 consiglieri ed esprime 3 assessori e il presidente dell’aula. Non c’è corrispondenza.
Un discorso a parte merita la Lista Marzi, composta da Domenico Marzi, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli e Armando Papetti. L’astensione sul rendiconto (era successo lo stesso sul bilancio) ha garantito a Mastrangeli il mantenimento del numero legale in aula. Ma Domenico Marzi aveva posto nei mesi scorsi alcuni “paletti” programmatici. In particolare la riattivazione dell’ascensore inclinato (fermo da oltre 5 anni) e la vendita dell’immobile dell’ex Mtc per spostare gli uffici tecnici comunali nello stabile di piazza VI Dicembre. Nulla di tutto questo è stato fatto. Ma allora perché assicurare comunque il sostegno? Per amicizia personale e stima antica e sincera nei confronti di Riccardo Mastrangeli? Sentimenti nobili, che però nulla hanno a che fare con la politica. Peraltro Domenico Marzi, attraverso operazioni politiche importanti (il voto disgiunto, il superamento dell’anatra zoppa grazie all’accordo con Marilena La Marra) ha guidato il capoluogo per nove anni. Al timone di riconoscibili coalizioni di centrosinistra. Nel 2022 si è candidato come leader di un’alleanza di centrosinistra di Campo Largo, fortemente voluta dall’allora presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Chi ha votato per Marzi lo ha fatto in alternativa a Riccardo Mastrangeli e mai avrebbe immaginato un sostegno… al primo cittadino della Lega.
Marzi con la sua apertura programmatica non suffragata da nulla si sta giocando quel minimo di credibilità politica che sente di avere ancora tra le mani…

TERZO CONSIGLIO.

NON FIDARSI TROPPO DEL SOCCORSO AZZURRO DI ROMA…

E’ indubbiamente vero che esiste una volontà politica regionale del centrodestra di non compromettere l’Amministrazione del Comune di Frosinone, perché capoluogo provincia. Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati governano il Paese, la Regione e tantissimi enti locali. Ma il bradisismo del capoluogo che oggi a Roma arriva molto debole se la tensione salisse potrebbe allarmare i “sismologi” del centrodestra. È vero che non va bene far cadere un capoluogo ma è altrettanto vero che gli schiaffi in faccia prima o poi una reazione possono provocarla. È quando si arriva a quel punto, quando i cristalli sono rotti, nessuno riuscirà a rimetterli insieme.
Paolo Trancassini, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, si pone il tema, con cautela e pragmatismo, di una ricomposizione del quadro nel capoluogo. E’ altrettanto vero però che le intese politiche (ma soprattutto umane) non si raggiungono a tavolino. La lacerazione dei rapporti personali nel centrodestra frusinate è enorme. Pensiamo alla rottura di Riccardo Mastrangeli con Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia, Christian Alviani, Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella Giovanni Bortone, Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Francesco Pallone. Ma pure con ex assessori come Valentina Sementilli, Alessandra Sardellitti, Maria Rosaria Rotondi. Parliamo di migliaia di voti sui quali il centrodestra cittadino non può più contare. Oggi la riflessione sul quadro da ricomporrre si può fare in uno dei tanti ristoranti tra Frosinone e il suo hinterland. Se la palla dovesse passare a Roma difficilmente si potrà ritrovare una quadra. E l’orizzonte temporale che ci separa dalle prossime elezioni cittadine è oggettivamente troppo ampio…

QUARTO CONSIGLIO.

L’INCONSISTENZA ELETTORALE DEL “LAIKISMO”. QUELLA CONVINZIONE CHE SPESSO FA SOLO DANNI.

Attenzione a non confondere il consenso elettorale (e politico) con il gradimento dei sondaggi e delle rilevazioni. Ma antenne drizzate sul “laikismo” (italianizzazione del pericolosissimo fenomeno che convince molti politici che la propria potenza derivi dai “like” sui social). Riccardo Mastrangeli fa affidamento sulle inaugurazioni di opere negli ultimi due anni di consiliatura (che forse sarebbe preferibile inaugurare appena finite e non a spezzoni) ed è convinto che con lo storytelling dei suoi video quotidiani il suo gradimento personale crescerà. Ma se anche questo dovesse succedere, non sposta di un millimetro i termini della questione. Perché prima del gradimento vengono i voti (dei partiti, dei gruppi) e le preferenze dei singoli candidati al consiglio comunale. E sia i voti che le preferenze possono essere “raccolti” da una coalizione strutturata, coesa, motivata, entusiasta, granitica. Ecco perchè il centrodestra andrebbe ricostruito ora. E non esistono alternative al primo consiglio non richiesto: l’azzeramento della giunta.

QUINTO CONSIGLIO.

IL PERICOLO DI FAR FINTA CHE NULLA È CAMBIATO MENTRE SEI ALLE PRESE CON UNO TSUNAMI

L’atteggiamento spavaldo, sarcastico e dissumulatore con il quale Riccardo Mastrangeli tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto non si confà ad una situazione caotica da tutti i punti di vista: quello amministrativo e quello politico. Nessun politico morirebbe (insieme alla sua coalizione) sull’ostinazione nel portare avanti idee ormai sconfitte dai fatti (Brt, viabilità, estemporanee convinzioni sul futuro della città) ma preso atto del fallimento delle stesse (o per essere più concilianti, della loro impraticabilità su una città mal progettata e molto peggio evoluta) chiamerebbe i suoi alleati per una riflessione seria e ponderata. Non ci sarebbe nulla di male. Apprezzerebbero tutti.
Anche perché le nubi all’orizzonte sono destinate ad addensarsi. Chi conosce la questione Nestor (con l’interno ormai raso al suolo e ancora senza un progetto “validato” per il finanziamento – a proposito cosa dice Simona Giralico sulla questione?) sa che presto potrebbe diventare uno dei tanti boomerang pericolosamente in viaggio verso Sindaco e Giunta.
Sul piano politico lo schema del 2022 Lega più galassia di “civiche” (Lista Ottaviani, Lista Mastrangeli, Lista per Frosinone, Frosinone Capoluogo) non esiste più. Quello schema è stato alla base del lungo predominio di Nicola Ottaviani. Oggi è tutto diverso e non si può continuare ad ignorare il fatto che nel centrodestra è Fratelli d’Italia a dare le carte. Sulla base di percentuali e di sondaggi che segnano un abisso tra il partito di Giorgia Meloni e gli alleati.
Sapere che l’onda d’urto del maremoto sta per arrivare e pensarsi di salvarsi con il sorrisetto (interessato e beffardo) di Domenico Marzi è troppo poco per un Sindaco espressione di una coalizione nazionale, oggi fortissima, con una leader che ha messo il rispetto degli alleati al centro della propria inscalfibilità.
Pensare di fare tutto il contario, ignorare vertici comunali e provinciali del Partito più forte, giocare a nascondino con quella vecchia volpe di Claudio Fazzone, minare la tenuta nervosa dell’ex Nicola Ottaviani riteniamo siano atteggiamenti da rivedere e sui quali riflettere a lungo. Perché a volte la chiave per essere “felice” puoi averla accanto. A patto di non continuare a sfidare, senza motivi, il mondo intero…

Giugno 14, 2025

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Sul piano politico sarà un’estate bollente e, come Politica7

Giugno 13, 2025

Lo avevamo ipotizzato qualche giorno fa perché era inevitabile. Al Comune di Frosinone, tra gli altri, c’è un problema politico

Giugno 12, 2025

Avevamo promesso di abolire l’EGAF e abbiamo mantenuto la promessa. L’ente è stato posto in liquidazione, nel marzo 2024, abbiamo

Giugno 12, 2025

Campania, Veneto, Toscana, Puglia, Marche e Valle d’Aosta: il voto in queste Regioni è destinato a definire tempi, equilibri e

Giugno 11, 2025

È iniziata oggi in Consiglio regionale la discussione sulla proposta di legge 171, “Semplificazioni e misure incentivanti il governo del

ULTIMI ARTICOLI