Il bilancio di previsione verrà approvato, ma l’attivismo di questi ultimi giorni di Riccardo Mastrangeli sta a dimostrare che il Sindaco è il primo a rendersi conto che stavolta il bivio politico è irreversibile. Per questo sta incontrando i gruppi di maggioranza ma anche i “dissidenti”. Il nervo scoperto è il futuro del centrodestra, mai così a rischio nel capoluogo se Forza Italia (come sembra) non verrà “recuperata”.
AI BLOCCHI DI PARTENZA
Mastrangeli confida in (almeno) 16-17 sì. Cioè la coalizione che negli ultimi mesi lo ha sostenuto. Così composta: 5 consiglieri di Fratelli d’Italia, 3 della Lista Ottaviani, 3 della Lista per Frosinone, 1 della Lega, 1 della Lista Vicano, 1 della Lista Marini, 1 del Polo Civico. Più lo stesso primo cittadino e Christian Alviani, uscito dalla Lista Ottaviani dopo la revoca (che non ha condiviso) dell’assessore Valentina Sementilli. Alla riunione di maggioranza di giovedì sera Alviani non c’era e questo ha fatto scattare parecchi “allarmi”. Con 17 voti favorevoli su 33 ci sarebbe anche una maggioranza numerica, con 16 no. Fra l’altro non sfugge a nessuno che Andrea Turriziani (Lista Marini) e Claudio Caparrelli (Polo Civico) provengono dalle opposizioni. La seduta del 2 aprile è in prima convocazione e quindi servirà il numero legale, fissato a quota 17 presenti. Il problema non ci sarà perché i 4 esponenti della Lista Marzi non lo faranno mancare. Ma come voteranno Domenico Marzi, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli e Armando Papetti? Al momento l’ipotesi che va per la maggiore è l’astensione, che in ogni caso sarebbe decisiva per il via libera al bilancio. Specialmente se i sì dovessero fermarsi a 16. La civica di Marzi si è impegnata a non far interrompere la consiliatura e così sarà. Però stanno arrivando pure i segnali programmatici richiesti. Per esempio sulla previsione di realizzare un parcheggio in via Ciamarra. Oppure sulla volontà dell’Amministrazione di vendere il complesso dell’ex Mtc e di realizzare una Casa dello Studente. Le astensioni potrebbero diventare voti favorevoli. A quel punto si salirebbe a 20-21. Un’altra variabile sarà rappresentata da quanti dei 4 consiglieri saranno in aula. Comunque i confini della nuova maggioranza a sostegno di Riccardo Mastrangeli sono questi. Molto trasversali.
CENTRODESTRA AL CAPOLINEA?
Gli 8 “dissidenti” sono da mesi lontanissimi dall’Amministrazione. Il bilancio è un atto dall’enorme profilo politico. La situazione destinata ad incidere maggiormente è quella di Forza Italia. Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia in questi mesi hanno ripetuto un concetto chiaro: se il bilancio verrà approvato grazie al sostegno determinante di diversi consiglieri eletti all’opposizione (da 3 a 7), il sindaco Mastrangeli si assumerà la responsabilità della rottura del quadro del centrodestra in un Comune capoluogo come Frosinone. E allora gli “azzurri” porranno la questione al tavolo regionale della coalizione. Per Forza Italia la strada maestra rimane quella di azzerare la giunta, avviare una seria verifica politico-amministrativa nell’alveo della coalizione che ha vinto le elezioni di giugno 2022. Rompendo quindi le intese con chi era posizionato nel centrosinistra. Difficile dire se possano esserci dei “punti di caduta” o degli spazi per un compromesso accettabile. Francamente i segnali che arrivano sono tutti negativi. Riccardo Mastrangeli andrà avanti perla strada con l’obiettivo di approvare il bilancio. Forza Italia non cederà. A quel punto se voterà “no”, allora sarebbe evidente che si è aperta una stagione del tutto diversa sul piano politico nel capoluogo. Con l’archiviazione del centrodestra. Un’astensione potrebbe significare che qualche margine ancora esiste. Poi ci sono gli altri 6 “dissidenti”: i 3 di Futura (Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Francesco Pallone), Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (che è stato eletto nella Lega). Nessuno di loro voterà sì al bilancio.
IL CENTROSINISTRA
I “no” sicuri saranno 4. I 3 consiglieri del Pd: Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi. Quindi Vincenzo Iacovissi (Psi). Ma ognuno dei due gruppi lo farà autonomamente. Non esiste cioè l’ipotesi di una ricucitura dell’alleanza degli anni passati.