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Centravanti o regista, la scelta di Chiara. Leodori o D’Amato: e se alla fine fosse il Pd a spaccarsi?

Licandro Licantropo
Dopo il passo indietro in Sicilia per favorire l’elezione di Renato Schifani (Forza Italia), la candidatura alla presidenza del Lazio spetta a Fratelli d’Italia. Il nome più forte, a parte la Colosimo, è quello di Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa.
Ottobre 25, 2022
Daniele Leodori, vicepresidente e attuale reggente della Regione Lazio

E’ la più giovane della “generazione Atreju”, vicinissima a Giorgia Meloni. Alla domanda sull’identikit del candidato alla presidenza della Regione Lazio, Chiara Colosimo ha risposto così in un’intervista pubblicata nell’edizione odierna de Il Messaggero: “Una persona che abbia a cuore solo la Regione Lazio, che sia molto vicina o riconducibile a Fratelli d’Italia”. E sulla possibilità di una sua designazione diretta ha detto: “Non abbiamo ancora affrontato questo argomento. E’ un piacere che si riconosca il lavoro svolto anche se quello è un capitolo che, appena si dimetterà Zingaretti, spero di chiudere anche io”. A proposito del centrosinistra, ha aggiunto: “Mi sembra difficile che ci possa essere il campo larghissimo. Il Pd sceglierà l’uno o l’altro e mi pare che ci siano delle spinte centrifughe perché si alleino con M5S. In bocca al lupo”.

IL PROFILO DEL CANDIDATO

Chiara Colosimo è una fedelissima di Giorgia Meloni, pesa le parole. Non a caso afferma sulla sua legislatura alla Regione, che “quello è un capitolo che, appena si dimetterà Zingaretti, spero di chiudere anche io”. Spero, non sono convinta. Vorrebbe dedicarsi all’esperienza parlamentare, ma se dovesse essere Giorgia Meloni a chiederglielo, non potrebbe che rispondere “obbedisco”. Non sembra questa l’ipotesi più accreditata, ma non è stata ancora accantonata. La chiave per cercare di capire su chi verterà la scelta è invece contenuta nell’altra frase della Colosimo: “Una persona che abbia a cuore solo la Regione Lazio, che sia molto vicina o riconducibile a Fratelli d’Italia”. Dopo il passo indietro in Sicilia per favorire l’elezione di Renato Schifani (Forza Italia), la candidatura alla presidenza del Lazio spetta a Fratelli d’Italia. Non si discute su questo. Il nome più forte, a parte la Colosimo, è quello di Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa, soprattutto dopo che è sfumata la nomina a ministro della sanità. Ci sono pure Luciano Ciocchetti e Fabio Rampelli, ma in seconda fila rispetto ai primi due. L’ultima (e definitiva) parola spetterà a Giorgia Meloni, su questo non possono esserci dubbi.

Chiara Colosimo, deputata Fdl

LA VARIABILE D’AMATO

Sempre nelle ultime ore il leader di Azione Carlo Calenda ha ribadito che Alessio D’Amato sarebbe un ottimo candidato alla presidenza della Regione Lazio. Aggiungendo che però il Pd deve scegliere se fare l’alleanza con i Cinque Stelle o con il Terzo Polo. In realtà una parte importante dei Democrat spinge per un’intesa con i pentastellati e per “lanciare” definitivamente Daniele Leodori come possibile successore di Zingaretti. Però D’Amato ha ribadito che la soluzione migliore sarebbe quella di effettuare le primarie. Cosa succederebbe se alla fine il Pd decidesse di archiviare le primarie? La sponda di Calenda potrebbe convincere Alessio D’Amato a candidarsi lo stesso alla presidenza, indipendentemente da tutto? Se lo stanno chiedendo in molti a Roma e nei corridoi del consiglio e della giunta regionale. Una cosa appare certa: Movimento Cinque Stelle e Terzo Polo saranno su sponde opposte. Vuoi vedere che alla fine a spaccarsi potrebbe essere il Pd? Anche perché le risposte non arrivano ed una soluzione “terza” rispetto a chi ha fatto parte per dieci anni della giunta Zingaretti è molto difficile da far digerire ai diretti interessati. 

Quando Nicola Zingaretti si dimetterà da Governatore, sarà proprio il vicepresidente Leodori a guidare la Regione. Quello stesso Leodori che è stato in trincea nella fase iniziale della pandemia, quando Zingaretti fu contagiato dal Covid. Quello stesso Leodori che in dieci anni, da presidente del consiglio prima e da vicepresidente dopo, ha rappresentato una garanzia per l’Amministrazione e per lo stesso Zingaretti.Non potrebbe mai capire una indicazione diversa. L’assessore Alessio D’Amato da mesi e mesi insiste sulle primarie, che considera l’unico metodo in grado di far accettare a tutti la scelta sul candidato. Se venissero meno, potrebbe sentirsi libero di assumere ogni altro tipo di decisione. Il Partito Democratico non sembra avere in questo momento un nome in grado di mettere d’accordo tutti. Qualche mese fa era stato proposto Enrico Gasbarra, che però non ha convinto Leodori e D’Amato a desistere.

Daniele Leodori comunque è già in campo. Presente in ogni angolo della Regione e non soltanto perché è vicepresidente. Sabato scorso era all’evento di Antonio Pompeo a Ferentino, qualche ora dopo in prima fila a Cassino ad una manifestazione con il sindaco Enzo Salera. Ieri ha portato i saluti alla prima assemblea dei soci del Consorzio industriale unico presieduto da Francesco De Angelis. Ha il sostegno di tanti settori del partito e in particolare del senatore e segretario regionale Bruno Astorre. Anche nel Lazio è in programma il congresso del Pd, che si snoderà su molteplici piani: gli equilibri romani, quelli regionali e probabilmente la candidatura alla presidenza per il dopo ZingarettiAstorre è abituato a muoversi tra le linee di questi equilibri tra le correnti. Non mancherà di sostenere la scelta di Leodori anche in un simile contesto. Semmai a sorprendere è il prolungato silenzio di Nicola Zingaretti.

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