Ricorso sulla rimozione dei generatori di vapore della centrale nucleare di Latina: i giudici decideranno il 25 maggio. E’ stata fissata per quella data l’udienza pubblica relativa al contenzioso aperto sull’appalto da 20 milioni di euro.
In ballo la legittima aggiudicazione dei lavori di rimozione di questi sei generatori di vapore. Sogin come è noto, da oltre un anno e mezzo aveva dato il via ai lavori che riguardano la parte esterna dell’edificio reattore con la demolizione degli schermi dei generatori di vapore.
Il loro smantellamento porterà a una riduzione significativa della volumetria dell’impianto, oltre che a una modifica della fisionomia dell’edificio reattore.
Secondo l’idea di economia circolare della Sogin si recupererà il 93% del materiale, con la minimizzazione dei materiali radioattivi prodotti attraverso una supercompattazione continua, così da ridurre a 19.000 tonnellate i rifiuti radioattivi.
Sulla realizzazione dei lavori di rimozione di questi sei generatori di vapore da poche settimane pende un ricorso al Tar del Lazio, presentato dalla società iberica Westinghouse Electtric Spain S.a.u.
Ad aggiudicarsi i lavori è stata la r.t.i. GD Energy Service s.a.u. Sul contenzioso si era pronunciata a marzo in sede cautelare la sezione di Latina del Tar. Seppur rigettando la sospensiva i giudici amministrativi avevano ordinato alla Sogin di fornire alla società spagnola ricorrente i documenti amministrativi concernenti l’ammissione di GD Energy Services s.a.u alla gara.
I ricorrenti però continuerebbero a lamentare un’anomalia dell’offerta con possibili profili di irregolarità nelle procedure.
VERSO LO SMANTELLAMENTO DELL’IMPIANTO
In attesa di un pronunciamento sul merito del contenzioso vale la pena evidenziare quella che è la portata reale dell’intervento in atto.
Nel suo complesso infatti, lo smantellamento dell’intera centrale, comporterà una spesa in termini economici pari a circa 310 milioni di euro. Questa nuova fase dei lavori, che durerà altri 5 anni, cambierà di fatto lo skyline dello stesso edificio reattore.
L’ultimo passaggio riguarderà invece il reattore vero e proprio con la grafite. Ma per poter procedere con questo ulteriore intervento è necessario che prima venga individuato il Deposito nazionale delle scorie radioattive da tanto tempo atteso nel nostro Paese.