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Ceccon nuota nell’oro, Macchi sfiora l’impresa e conquista un argento che fa infuriare Cerioni

Roberto Mercaldo
Luglio 30, 2024
Ceccon, oro nei 100 dorso

C’è il dolce e l’amaro, inevitabilmente, in ogni giornata dei Giochi Olimpici.
L’amaro in casa Italia lo sta servendo troppo di frequente la scherma, con i suoi beffardi 14-15, spesso conditi da decisioni non proprio cristalline.
Anche ieri, nel fioretto maschile, specialità che tradizionalmente ci riserva gioie e medaglie, la conclusione è stata beffarda, così amara da non consentire di gustare appieno l’impresa d’argento di Macchi, il meno accreditato del terzetto azzurro.
Dopo l’incredibile rimonta subita negli ottavi dal campione del mondo Marini, incapace di difendere un vantaggio abissale (10-3 e poi anche 14-11) dalla rimonta del solido francese Pauty, anche Bianchi, perfetto fino ai quarti, ha perso per via della fatal ventinovesima stoccata dallo statunitense Itkin.
A vendicarlo ci ha pensato un Macchi in giornata di grazia, che ha superato di slancio l’americano e si è presentato al cospetto del campione olimpico uscente, il portacolori di Hong Kong, Cheung Ka Long, con tutte le intenzioni di spodestarlo.

C’era probabilmente riuscito, il ragazzo di Pontedera, arrivato fino al 14/12 e poi agguantato dall’asiatico. Per ben due volte sul 14 pari gli arbitri, anch’essi asiatici, hanno fatto ricorso al supporto del video per giudicare in merito a stoccate che sembravano aver premiato il toscano. E in entrambi i casi hanno sancito un nulla di fatto, invitando i fiorettisti a riprendere l’assalto sul 14 pari.
Il presidente della FederScherma, Azzi, presenterà una protesta formale per l’inaccettabile gestione della finale da parte della coppia arbitrale, appoggiato dal numero uno del Coni, Giovanni Malagó.
Gli errori a danno dell’Italia nella scherma (ricordiamo anche la beffa subita da Arianna Errigo) fanno il paio con quelli del judo e della boxe e minano un po’ la serenità della pattuglia azzurra, mai così nutrita e competitiva nella storia dei Giochi Olimpici.

L’ORO DI CECCON, UN URLO DAL SILENZIO

Aveva detto due anni fa che l’oro dei 100 dorso ai Giochi di Parigi sarebbe stato suo e non ha tradito le sue e le nostre attese.
Thomas Ceccon è atleta formidabile e ragazzo dalla forte personalità, a volte un po’ troppo diretto. Lui non vuole essere simpatico a tutti, o meglio non vuole esserlo a discapito della genuinità, che esibisce sempre, quale che sia il gradimento.
Ormai è un rito quello di snobbare la batteria, quasi mettendo a rischio la qualificazione, per poi accelerare in semi e mostrare il vero volto in finale. E nelle dichiarazioni non si nasconde dietro frasi massificate e prevedibili. Dice quel che pensa e di sé pensa bene. Giustamente, visto che dopo esser stato campione d’Europa e del mondo, nonché primatista del mondo, dalle 21,46 di ieri è anche campione olimpico.
Una finale gestita meravigliosamente, con una vasca di ritorno fantastica, ha suggellato il trionfo del 23enne di Thiene, regalando all’Italia il secondo oro di questa edizione.
Poteva essere davvero straordinaria, la terza giornata di gare natatorie, se un solo centesimo non si fosse messo tra Benedetta Pilato e il bronzo.
La ragazza tarantina, nei 100 rana, si è infatti espressa sui suoi migliori livelli, dando agli 80 metri la sensazione di poter addirittura vincere la medaglia più pregiata. L’arrivo ha penalizzato “Benny”, arrivata a 6 centesimi dall’argento di Tang e a un solo centesimo dal bronzo di Mc Sharry, nella gara vinta dalla sudafricana Schoenmaker.

INOPINATA SCONFITTA DEL SETTE ROSA

Un verdetto tanto amaro quanto inatteso è arrivato dalla piscina, perché il sette rosa, impegnato contro le padrone di casa della Francia, è stato inopinatamente battuto per 9-8.
Le azzurre di Silipo sembravano in controllo a metà gara, ma le sette superiorità numeriche (su 9) non sfruttate e ancor più i 4 rigori (su 5) falliti hanno di fatto consentito alla Francia di restare in partita, fino al clamoroso allungo finale.
Ha chiuso al quinto posto Danilo Dennis Sollazzo la sua finale nella carabina da 10 metri, competizione nella quale riponevamo nutrite speranze di podio.
Buono e in qualche modo storico il sesto posto dell’Italia nella prova a squadre di ginnastica artistica, dopo un avvio un po’ laborioso.
Nel tennis eliminato un po’ a sorpresa Arnaldi, battuto in tre set da Koepfer, e sconfitta anche per Vavassori, capace comunque di aggiudicarsi il primo set contro il favoritissimo Ruud.
A tenere alta la bandiera tricolore ci ha pensato la solita straordinaria Paolini, che ha domato una Magda Linette tutt’altro che remissiva e rassegnata.
Nell’ambito del secondo turno maschile si sono affrontati Djokovic e Nadal, due leggende di questo sport.
Ha vinto Nole, quello sul quale il tempo non si è ancora accanito con tutta la sua ferocia. Ma Rafa ha tirato fuori l’orgoglio nel secondo set, operando una rimonta (da 0/4 a 4/4) di pura volontà. Canto del cigno, ma tutti in piedi…

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