Quattro anni per poter realizzare 4 chilometri e 238 metri di gasdotto, indispensabili per migliorare la fornitura del metano all’intera città di Cassino e per adeguare l’allacciamento allo stabilimento Skf. La storia della metanodotto “bretella Arché-Skf” è un po’ vicenda simbolo di come vanno le cose nel nostro Paese, dove l’utilità pubblica di un intervento, non certo ad alto impatto e perfino inserito nel piano energetico regionale, finisce nel rallentatore delle autorizzazioni, opposizioni, richieste di modifiche, e non ultimo, attività di ostruzionismo dei proprietari dei terreni attraversati dalla tubazione, che rifiutano ogni indennizzo proposto. Ben 30 dei 50 proprietari interessati si sono opposti con tutte le forze al metanodotto.
La novità arriva ora dal Comune di Cassino che, con determina dirigenziale, ha decretato che dal 5 gennaio «al fine della realizzazione del metanodotto, la Società Gasdotti Italia spa, anche per mezzo delle sue imprese appaltatrici, ha facoltà di
occupare i terreni per un periodo di anni due a decorrere dalla data di immissione in possesso delle stesse aree. La Società beneficiaria comunicherà preventivamente alla ditta proprietaria la data di avvio delle lavorazioni, la denominazione ed il recapito dell’impresa appaltatrice».
In pratica viene disposta «la servitù di metanodotto e l’occupazione temporanea dei terreni in comune di Cassino, interessati dalla realizzazione del metanodotto “Lavori di realizzazione della Bretella Archè –SKF DN 150 (6”) –DP75 bar ed opere connesse nel Comune di Cassino».
Il provvedimento arriva dopo che il 3 ottobre scorso la Sgi aveva chiesto l’imposizione di una servitù sui terreni interessati riguardanti il diritto di scavo e interramento di tubazioni per trasporto idrocarburi e cavi accessori, l’installazione di apparecchiature di sfiato, l’obbligo da parte dei privati di non costruire opere di nessun genere – neppure fognature – a distanza inferiore a quella fissata per legge. Inoltre la facoltà di Sgi di occupare l’area per il tempo necessario, l’inamovibilità delle tubazioni e dei manufatti e l’obbligo di astenersi dal compimento di qualsiasi atto di intralcio o pericolo per i lavori.
Lavori che nel frattempo sono già in pieno corso. I danni prodotti a cose, piantagioni e frutti pendenti durante la realizzazione delle opere sono quantificati in un’indennità di occupazione temporanea. Mentre in occasione di riparazioni a lavori ultimati le indennità saranno ricalcolate di volta in volta.
Per realizzare il metanodotto, Sgi ha dichiarato che non è stato possibile trovare un accordo bonario con una serie di ditte elencate in un documento trasmesso al Comune di Casssino. Secondo l’azienda «il mancato accordo non è giustificato, in quanto è stato offerto un congruo indennizzo ed il tracciato del gasdotto si presenta come idoneo e razionale ed il meno oneroso per i fondi da attraversare nel rispetto delle esigenze tecniche e delle norme di sicurezza». I terreni ora sottoposti a servitù sono tutti indispensabili per realizzare il metanodotto e la messa in esercizio di una tubatura, opportunamente isolata e protetta catodicamente, per trasportare gas alla pressione massima di 75 bar e 12 bar.
Il progetto parte come detto nel 2020 e consiste in un vero esproprio ammodernamento della rete del trasporto gas nel rispetto della normativa tecnica vigente che regola realizzazione e gestione delle linee di trasporto del gas naturale. L’allaccio alla Skf prefere la sostituzione delle tubazioni “in linea con i criteri di affidabilità e flessibilità richiesti”.
La giunta regionale del Lazio, con determina del 15 giugno del 2022 della Direzione Infrastrutture e Mobilità, approvò il progetto dichiarandone l’indifferibilità e urgenza, una volta accertata la conformità urbanistica ed imposto il vincolo all’esproprio. E’ avvenuto al termine di una conferenza dei servizi che ha visto il coinvolgimento di tutte le autorità e gli enti interessati e dopo richieste di chiarimento e modifiche varie e conclusa con la concessione dell’Autorizzazione Unica. I lavori dovranno essere conclusi entro giugno del 2024. Non resta che incrociare le dita e sperare che non si arrivi ad imbracciare pure le carte bollate con la giurisdizione amministrativa e civile.