La notte appena trascorsa ha sancito il punto di non ritorno dei rapporti (politici) tra Marzi e De Angelis da una parte e Vicano dall’altra. Le pressioni fatte su Cristofari e Venturi per convincerli a candidarsi non sono piaciute al direttore del distretto di Frosinone. Che ora più che mai intende dare battaglia.
E’ stata una notte di per se storica quella appena trascorsa a Frosinone. Cominciata non appena Politica7 ha diffuso il contenuto del comunicato della segreteria del Pd nel quale venivano annunciate le candidature di Fabrizio Cristofari e di Norberto Venturi nelle lista del Pd a sostegno della candidatura a sindaco di Domenico Marzi.
Una notizia che pur se annunciata al momento della presentazione dell’ex sindaco come leader della coalizione di centrosinistra alla guida della città non era mai stata confermata dai due protagonisti. Anzi.
In virtù dei loro rapporti ultratrentennali con Mauro Vicano sia Cristofari che Venturi avevano escluso una loro partecipazione ad un progetto ‘ostile’ o ‘antagonista’ a quello sul quale da più di un anno sta lavorando il direttore del distretto di Frosinone della Asl. Pare che anche nella mattinata di ieri sia Cristofari che Venturi avevano escluso un loro coinvolgimento nella coalizione che faticosamente De Angelis & Co. stanno cercando di costruire intorno a Memmo Marzi. Il leader del Pd, che del progetto Marzi Sindaco è ormai il protagonista e l’artefice indiscusso, però non si è mai arreso a questa ritrosia manifestata dei big del Pd.
E dopo il pranzo all’Osteria Santa Lucia nel quale non è riuscito ad incassare il placet definitivo del transfugo di centrodestra Gianfranco Pizzutelli (che si è intrattenuto a colazione in compagnia della moglie) De Angelis ha cercato ed ottenuto il “si” definitivo da parte di Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi nel pomeriggio. Nel corso di una riunione nella quale i toni usati (da De Angelis) sono stati molto duri. Innanzitutto nel richiamare ai loro obblighi nei confronti del partito i due sanitari dell’Ospedale del capoluogo. L’obiettivo che aveva in mente di raggiungere De Angelis era quello di far uscire dalla fase di stallo tutta l’operazione Marzi. Per poterla cominciare a sdoganare come un progetto potenzialmente in grado di ridare al centrosinistra la guida della città di Frosinone. Anche se il leader incontrastato dei Dem ha probabilmente sottovalutato la reazione di Vicano.
E se, in cuor suo, De Angelis pensava che l’accordo con il suo ex pupillo, passasse attraverso un suo preventivo indebolimento forse la scelta della strategia non è stata proprio quella giusta. Appena saputo della decisione dei due, Mauro Vicano, secondo alcune fonti molto vicine ai protagonisti della vicenda, oltre ad aver notificato ad entrambi la chiusura di ogni rapporto presente e futuro, pare abbia avuto parole di fuoco per l’atteggiamento riservatogli dal Pd e dallo stesso Francesco De Angelis. Probabilmente nell’ambito del rapporto Marzi-Pd-De Angelis, Vicano è stato superato il punto di non ritorno. Le pressioni su Venturi e Cristofari sono state fatte su due persone che con Vicano hanno condiviso una vita di percorsi professionali, di amicizie, di passioni comuni. Due persone che mai e poi mai un altro amico come Francesco De Angelis avrebbe dovuto convincere sapendo di metterli in contrapposizione con quel Vicano che proprio il leader maximo del Pd, per un anno, aveva indicato come il suo alfiere per la riconquista di Frosinone. Se non interverranno fatti nuovi la notte appena trascorsa nel capoluogo potrebbe aver segnato l’inizio della fine per l’approdo del ‘campolargo’ a Palazzo Munari. Da oggi quello del centrosinistra del capoluogo potrebbe assumere le fattezze di un campo di battaglia. Con tutte le conseguenze che è possibile immaginare.
