Avanti uniti. In un modo o nell’altro. Il campo largo del centrosinistra nonostante mille contraddizioni e liti interne sembra destinato ad andare unito alle prossime elezioni. Legislative e regionali. I rumors che arrivano dai palazzi della politica romana indicano una volontà generalizzata delle forze progressiste a riesumare il modello ‘Unione’ di prodiana memoria. Uno schema che si vuole realizzare innanzitutto sul piano regionale.
Il vicepresidente Daniele Leodori sta aspettando il momento buono per dire che si candiderà alle primarie contro Alessio D’Amato, collega di giunta e responsabile della sanità, diventato molto popolare, negli ultimi due anni, per l’ottima gestione del Covid. A giorni potrebbero uscire allo scoperto un centinaio di amministratori locali, fra sindaci, assessori e consiglieri regionali pronti a sostenerlo pubblicamente. Questo l’input che darebbe di fatto il via alla campagna per le primarie. Sul piano temporale per l’appuntamento elettorale si starebbe già pensando al mese di ottobre. Leodori si sente forte. Con lui Area dem di Franceschini ed una parte consistente del Pd romano e laziale. Il segretario regionale e quello romano (Bruno Astorre e Andrea Casu) sono tra i suoi principali sponsor.
Dall’altra parte Alessio D’Amato appare in recupero. Non solo in termini di consensi generali, ma anche nei rapporti di forza interni. In provincia di Latina può contare su Salvatore La Penna e sul suo gruppo compatto, di cui fanno parte il segretario provinciale Omar Sarubbo e l’assessore regionale Enrica Onorati. Con Leodori c’è invece Enrico Forte, da un mese e mezzo nuovo presidente della commissione Infrastrutture, Lavori pubblici e Trasporti della Pisana.
CAMPO LARGO E CENTRODESTRA: LA PARTITA NAZIONALE
Sul piano nazionale sembra allontanarsi la prospettiva di una nuova legge elettorale che riproponga un proporzionale puro, con un meccanismo che lasci più campo possibile ad alleanze ex post e alla formazione di un governo di derivazione parlamentare piuttosto che derivante da un chiaro verdetto elettorale.
Da FI a Italia Viva, passando per la Lega e Fratelli d’Italia arrivano segnali chiari: meglio andare al voto con l’attuale legge. “La legge elettorale che porta il mio nome è la più brutta del mondo, come dice Letta, però ha un vantaggio: è stata votata dalla più grande maggioranza della storia della Repubblica. Se si riesce a fare una legge elettorale con un accordo così ampio allora va bene riscriverla, ma ad oggi non c’è questa maggioranza” ha detto Ettore Rosato. Semaforo rosso arriva anche da Antonio Tajani, al Forum Ansa: “La legge elettorale bisognerebbe farla a inizio legislatura, ora non vedo i tempi necessari, poi abbiamo visto che cambiando le leggi non sempre abbiamo avuto governi stabili”.
Il sondaggio più recente, quello Ipsos del Corriere della Sera vede Fratelli d’Italia e il Pd appaiati al 21% seguiti da Lega (15,1%) e Movimento 5 stelle (13,7%), che arretrano di circa un punto. Forza Italia si attesta all’8,3%.
La competizione tra i due schieramenti è aperta. Il cosiddetto ‘campo largo’ (46,2%), in sostanza una sorta di tutti dentro, e il centrodestra (44,4%) oscillano su numeri simili, mentre il centrodestra è chiaramente in vantaggio sul centrosinistra (32,5%) e sull’alleanza giallorossa (38%).
PER I SEGGI PONTINI IN CORSA CALANDRINI, FORTE, STEFANELLI E FAZZONE
Permanendo l’attuale legge elettorale, seppur ‘rivisitata’ alla luce del taglio dei parlamentari nel pontino si avrebbero sostanzialmente tre collegi, di cui 2 per la Camera ed uno per il Senato. Il collegio uninominale di Latina dell’area centro-nord della provincia: Aprilia, Bassiano, Cisterna di Latina, Cori, Latina, Maenza, Norma, Pontinia, Priverno, Prossedi, Rocca Massima, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, Sabaudia, Sermoneta, Sezze, Sonnino. Quindi si avrebbe un collegio uninominale dell’area sud con Terracina nella veste di Comune faro, e che comprenderebbe gli altri Comuni pontini: Castelforte, Fondi, Formia, Gaeta, Itri, Lenola, Minturno, Monte San Biagio, Ponza, San Felice Circeo, Santi Cosma e Damiano, Sperlonga, Spigno Saturnia, Terracina e Ventotene. A questi se ne aggiungerebbero altri appartenenti al territorio di Frosinone. In chiave centrodestra per il primo collegio potrebbe rientrare Nicola Calandrini, qualora decidesse di trasferirsi da Palazzo Madama e Montecitorio. Il secondo potrebbe spettare alla Lega. Nel centrosinistra sarà il Pd a dare le carte: Enrico Forte è il nome più gettonato fra i dem (collegio nord), ma non si esclude la discesa in campo di Gerardo Stefanelli per il collegio sud.
Avremmo infine il collegio uninominale del Senato che ricomprenderebbe le province di Latina e Frosinone. Nel centrodestra sarà bagarre. Il collegio è nel mirino di Claudio Fazzone. Il senatore azzurro può vantare davvero un bacino di voti personali sul territorio pontino, ma dovrà cercare di conquistare consensi anche nella vicina Ciociaria. Nei giorni scorsi ha messo in evidenza che se non vi saranno le condizioni per poter puntare sulla Regione, intende restare in Senato. Un messaggio chiaro ad avversari esterni ma anche interni al proprio partito: da Palazzo Madama non vuole andarsene. Per ottenere il semaforo verde sarà necessario un inevitabile compromesso con gli alleati di centrodestra.