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Calenda: Campo largo bocciato, Cinque Stelle ridicolizzati. Apertura a Fratelli d’Italia. I messaggi di Pompeo a Fiorletta e Buschini

Licandro Licantropo
Mauro Vicano è sempre più convinto di essere nelle condizioni di dire la sua e davvero nel caso di ballottaggio avrebbe lui le chiavi per consegnare la vittoria a uno dei contendenti. L’orgoglio di Antonello Antonellis e l’entusiasmo di Alessandra Sardellitti  fanno capire “che si può fare”
Maggio 26, 2022
Il candidato sindaco centrista, Mauro Vicano con Alessandra Sardellitti e il leader di Azione, Carlo Calenda

Dopo averlo ascoltato per oltre un’ora capisci benissimo che la politica vera è fatta di competenze, passioni, coraggio e testimonianza. Carlo Calenda incarna un modello non soltanto alternativo ma completamente inconciliabile con quello del Movimento Cinque Stelle. Non si fa problemi a dire che “neppure su Marte avrebbero dato responsabilità di Governo (dell’Italia o di un Comune come Roma) a Luigi Di Maio e a Virginia Raggi, ma neppure a quello in costume al Papeete”.

Chiarissimo il riferimento a Matteo Salvini. Parla di democrazia, di storia, di libertà e di etica, concetti che non possono trovare alcun diritto di cittadinanza nella dittatura dei like. A Frosinone però Carlo Calenda è venuto per appoggiare il candidato sindaco Mauro Vicano. Lo ha fatto in maniera convinta e totale.

L’ALTERNATIVA POSSIBILE

La premessa del credo politico di Calenda è che Azione non si ritrova in nessuno degli schieramenti più grandi. Qualche mese fa aveva affermato di ritenersi lontano sia da Fratelli d’Italia che dai Cinque Stelle. Ieri sera però ha dichiarato che “Fratelli d’Italia è meglio dei Cinque Stelle”. Varrà per il possibile secondo turno a Frosinone e poi chissà, magari anche a livello regionale o nazionale.

C’era il pubblico degli eventi importanti, quelli che vale la pena andare a sentire. Mauro Vicano è sempre più convinto di essere nelle condizioni di dire la sua e davvero nel caso di ballottaggio avrebbe lui le chiavi per consegnare la vittoria a uno dei contendenti. L’orgoglio di Antonello Antonellis e l’entusiasmo di Alessandra Sardellitti  fanno capire “che si può fare”.

Calenda fa letteralmente a pezzi il concetto di Campo largo, “perché fondato sul vincere senza preoccuparsi poi di governare”. Afferma: “All’interno c’è tutto e il contrario di tutto, impossibile per me poter accettare una simile visione”. Boccia senza appello il Pd e la sua leadership. Non usa analoghe frasi nei confronti del centrodestra e probabilmente non avviene per caso. La scelta di Mauro Vicano alle comunali di Frosinone è soprattutto un laboratorio. Può funzionare. Eccome se può funzionare.

LA CULTURA AL TEMPO DEI SOCIAL

Carlo Calenda non ha paura di illustrare la sua visione diversa della società. Parla di scuola, di cultura, di lavoro, si dice orgoglioso di aver fondato un partito. “Non un movimento, un partito”. Parla del suo libro e racconta: “La sfrenatezza di una libertà individuale che pensiamo debba essere assoluta sta minando il collante della nostra società. Vogliamo fare ciò che vogliamo e non accettiamo obblighi, responsabilità e capacità di ragionamento.

Ascoltiamo autentici deliri sul Covid (inizialmente equiparato ad un’influenza) e sulle ragioni della guerra (secondo molti la colpa sarebbe della Nato, non della Russia) perché in realtà non sopportiamo alcun tipo di regola”. Prosegue: “I nostri figli stanno ore sui social, poi continuano con i giochi elettronici e con la televisione. Nessuno legge più un libro. L’idea della proibizione è ormai fuori dalla nostra società. E adesso arriverà il Metaverso: con un Avatar crederemo di poter fare qualunque cosa. Non è possibile un tale livello di “rincoglionimento”.

C’è una differenza tra il progresso e l’innovazione tecnologica. Il progresso dà maggiori risorse all’uomo e lo potenzia. L’innovazione tecnologica può anche mortificare le persone. E’ venuto il momento di dirci la verità. L’Italia è diventato il Paese più ignorante d’Europa. Il livello di preparazione dei nostri studenti delle scuole secondarie superiori è considerato insoddisfacente per una percentuale del 40%. La media europea è del 20%. Con questi numeri io vi dico oggi che il problema del Paese non è il Pil. Con questo livello di preparazione culturale non possiamo andare da nessuna parte. Metà dei cittadini non sa per cosa vota, nel senso che non conosce le competenze del Comune, della Regione, del Parlamento, dell’Europa. Per questo la democrazia è finita. Aggiungo che personalmente considero la stampa e la televisione di questi anni autori della disintegrazione culturale del Paese”.

Calenda è un fiume in piena e aggiunge: “Molti che dicono di essere patrioti non conoscono la storia dell’Italia. Si vive un eterno presente nel quale non contano né il passato né il futuro. Oggi non ci si rende conto che l’Ucraina sta difendendo anche le nostre democrazie. Putin andava fermato in Cecenia e in Siria, ma nessuno ha detto niente. Poi è arrivata l’Ucraina e se non lo fermiamo lì la prossima tappa sarà l’invasione dei Paesi baltici e il conflitto diretto con la Nato”. Alla nostra domanda sulla stazione Tav, promessa con tanto di rendering, spiega che la probabilità di essere stati presi in giro dall’ex ad Gianfranco Battisti è piuttosto  alta. Se non è nel piano industriale la stazione non si farà mai. 

Alla fine Calenda tiene tutto insieme, dalla politica nazionale alla campagna elettorale per le comunali di Frosinone. Perché non fa che evidenziare come il voto dovrebbe rappresentare una scelta tra modelli diversi di politica e di società.

LA PROVA DI FORZA DI POMPEO

Cosa sta succedendo a Ferentino? Era sembrato che Piergianni Fiorletta, Luigi Vittori e Alessandro Rea stessero preparando una coalizione per le prossime comunali, da contrapporre a quella di Pompeo. Il solito derby nel Pd, con dietro le quinte il consigliere regionale Mauro Buschini e l’ex segretario Domenico Alfieri.

Antonio Pompeo non ha concesso neppure un millimetro, ha dominato il congresso cittadino con l’elezione a segretario di Fabrizio Picchi. Adesso, da alcuni rumors che stanno circolando sembrerebbe che soprattutto Piergianni Fiorletta starebbe riflettendo bene sulle mosse future. Vale davvero la pena candidarsi a sindaco per conto proprio rischiando una sconfitta che potrebbe assumere proporzioni molto ampie e quindi ingestibili sul piano politico? Antonio Pompeo però non ha intenzione di ricucire e sta inviando segnali completamente opposti. Non tanto a Fiorletta quanto a Buschini.

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