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Benedetta Università! Mentre la politica e i finti finanzieri fanno le chiacchiere grazie all’ateneo cassinate, a Piedimonte San Germano nasce Power 4 Future: batterie al litio destinate a cantieristica navale e autotrazione

Tarcisio Di Pontecorvo
Il ruolo decisivo di Unicas e di una società pubblica come Fincantieri che portano innovazione e sviluppo laddove sorgeva il Cosilam. Una boccata d’ossigeno per un territorio in forte apprensione per il futuro di Stellantis.
Ottobre 19, 2023
Power 4 Future

Da simbolo dell’occupazione politica nell’ente dedicato alla gestione dell’economia territoriale (con assunzioni e debiti in quantità), a vittima dell’accentramento romano e della voglia sfrenata di mettere insieme un consorzione laziale in cui moltiplicare le assegnazioni di incarichi. Parliamo del soppresso Cosilam di Cassino che – per fortuna – sta registrando proprio in queste settimane un “lieto fine” grazie
all’inizio di una nuova storia industriale: stavolta destinata a produrre ricchezza ed a lasciarne sul territorio e non a succhiarla dalle tasche dei contribuenti, come è stato per anni con l’ente, pur nato con una missione rilevante per il Lazio meridionale.

Nei giorni scorsi sono state sostituite le insegne Cosilam con quelle della società Power4Future controllata da Fincantieri SI, leader nell’integrazione di sistemi di propulsione elettrica e di impianti elettromeccanici complessi in applicazioni marine (cold ironing) e terrestri, costituita come joint venture tra Fincantieri SI e la società Faist Electronics S.r.l., specializzata nella progettazione e sviluppo di sistemi di accumulo di energia elettrica, inclusi dispositivi elettronici di controllo e di potenza in vari ambiti. Sono in corso i lavori di adattamento del capannone – pagato 1 milione e mezzo di euro al Consorzio Industriale del Lazio – ed alcune linee produttive sono state già messe in opera. L’ultimo cronoprogramma della società prevede il completamento dei lavori entro il 31 dicembre, visto e considerato che la produzione dovrà avvenire con l’inizio del nuovo anno, per procedere alle prime consegne nel giugno del 2024.

«La Mission di Power4Future TM – scrive la società nella presentazione del progetto imprenditoriale – è quella di produrre moduli, pacchi batterie e sistemi di Energy Storage (ESS) agli ioni di litio, inclusi dispositivi di controllo quali il Battery Management System (BMS) e completi di sistemi ausiliari, nello stabilimento produttivo di Piedimonte San Germano (FR) all’interno della nuova un’area produttiva
di oltre 8.000mq. Le principali applicazioni dei prodotti di P4F TM sono nei settori Maritime, Military e Stationary (Stand-by, Renewables, Industrial, etc.) curandone internamente tutte le fasi, dalla progettazione all’assemblaggio, fino alla commercializzazione ed ai servizi di post vendita».
Il piano di investimenti, presentato un anno e mezzo fa, ha un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, prevede l’ingresso in partenariato per almeno un biennio nella fondazione dell’Istituto Tecnico Superiore Meccatronico del Lazio di Frosinone. Punto non certo a margine è stata la stipula di una convenzione quadro con l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale per l’attivazione di contratti per il finanziamento o co-finanziamento di attività di ricerca, dottorati industriali, assegni di ricerca. Del resto se l’iniziativa industriale P4F è stata localizzata nell’area industriale cassinate è principalmente – se non esclusivamente – grazie all’importante collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Elettrica Unicas e Faist Electronics nella ricerca e nell’innovazione in corso da anni.

P4F nel frattempo avrebbe già assunto una trentina di ingegneri: appare ancora scoperta una sola figura di “Progettista Firmware”. Mentre un’altra trentina di posti sono destinati alla manodopera meno
qualificata (sul sito Fincantieri le auto candidature). Inizialmente si è parlato di 45 unità assunte tra ingegneri e tecnici vari. Ma il numero degli occupati è destinato subito a diventare fortunatamente più consistente. Power4Future avvierà la produzione di celle agli ioni di litio ma anche dispositivi di controllo e dei sistemi ausiliari, come detto. Le batterie prodotte verranno proposte ai tanti partner che già collaborano con Fincantieri e Faist e che operano in diversi settori: automotive; telecomunicazioni; settore marino; sistemi di stoccaggio dell’energia. Le prime consegne del giugno 2024 sono destinate proprio alla cantieristica navale.
Giuseppe Bono, ex amministratore delegato di Fincantieri – proprio nel corso dello stesso 2022 ha ceduto il posto all’attuale Ad Pierroberto Folgiero – ha ricordato a suo tempo come: «Le future regolamentazioni di carattere ambientale porteranno gli armatori ad adottare soluzioni per la produzione e l’utilizzo di energie alternative. Di fronte all’esigenza di una sempre maggiore capacità di accumulo, le batterie agli ioni di litio sono oggi l’unica soluzione tecnicamente ed economicamente sostenibile per imbarcazioni full electric, e per questo rappresentano uno degli asset di maggiore importanza anche per l’industria navale, oltre che per tutti gli altri settori in cui potremo operare attraverso la nuova società».

L’ex polo della logistica ha ospitato il Cosilam fino ai suoi ultimi giorni di vita consortile: l’infrastruttura è nata grazie all’accordo di programma del marzo 2010 – siglato da Regione Lazio, Università di Cassino, Fiat Group Automobiles Spa, Crf Scpa, Elasis Scpa, il Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Lazio Meridionale e due pmi: Sde Srl e Nipa Srl – che riguardava il progetto al quale la Regione ha
destinato circa 18 milioni e mezzo di euro, di cui 8 milioni e 413 mila euro provenienti dai fondi PorFesr 2007-2013 e 10milioni di fondi Fas. Il polo avanzato della logistica avrebbe dovuto occuparsi del premontaggio di pezzi destinati alle linee produttive dello stabilimento Fca, con 5 milioni di euro di investimento da parte delle società private direttamente interessate, consentendo la produzione di modelli diversi di vetture sulle stesse linee di montaggio. Ed in effetti così è stato per pochi anni prima che la crisi innescata dal Covid travolgesse tutto (ai tempi in cui i francesi ancora comandavano
solo a casa loro, l’auto italiana esisteva e, quindi, anche quella “made in Piedimonte San Germano”).

Fallito per crollo delle produzioni il «progetto di ricerca e sviluppo sperimentale per lo studio e l’ottimizzazione delle soluzioni tecniche per gestire la fornitura dei materiali» e chiuso quindi quello che era considerato un magazzino “avanzato” e altamente tecnologico, il presidente del Consorzione industriale del Lazio, Francesco De Angelis – che da presidente dell’Area Asi di Frosinone si era ben guardato dal restituire al Cosilam le infrastrutture gestite in zona industriale Fiat – ha pensato bene di monetizzare quel che restava. Per fortuna lo sbocco è stato di tipo manifatturiero. Una convenzione messa a punto tra fine 2021 e inizio 2022 poi ha portato all’acquisto da parte di Power4Future dell’ex polo della logistica. Le autorizzazioni ambientali sono state agevolate grazie ad un protocollo d’intesa tra la Provincia di Frosinone, la Regione Lazio e la società Power4Future: la scansione dei tempi di concessione dei nulla osta è servita all’azienda per avere assicurazione sugli step programmati per l’apertura dell’unità produttiva. Anche se alla fine qualche mese di ritardo si è registrato.
Dopo anni di desertificazione, una fabbrica di rilievo apre, nonostante l’inerzia della politica locale, grazie ad un dipartimento di punta Unicas che fa ricerca e Innovazione, e per l’impegno di una grande società a maggioranza pubblica, residuo delle vituperate partecipazioni statali. Forse, qualcosa tutto questo vorrà pur dire.

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