Non ci appassionano i dibattiti su chi è più giovane e chi più vecchio. Non è dall’età anagrafica che si misurano la bontà, il coraggio e la capacità di visione in politica. Non è neppure vero che le sorti provinciali dipendono dalle elezioni comunali di Frosinone, perché quanto sta accadendo nel capoluogo si è verificato anche altrove.
I PADRONI DELLE LISTE
Chi decide candidature a sindaco e composizione delle liste nel Partito Democratico? Francesco De Angelis, come da oltre 30 anni a questa parte. A volte lo ha fatto in collaborazione con Francesco Scalia, a volte lascia qualche spazio a Mauro Buschini e Antonio Pompeo. Ma è lui a decidere e lo sta facendo anche a Frosinone: qualcuno pensa veramente che la candidatura a sindaco di Domenico Marzi sia stata decisa da Nicola Zingaretti e Bruno Astorre? Zingaretti e Astorre ci hanno messo la faccia e la firma… dopo. Il problema è la qualità della proposta politica e delle liste. Il Partito Democratico fatica a trovare 32 candidati che possano raggiungere 3.500 voti. Fatica a convincere Michele Marini e Fabrizio Cristofari (due non di primo pelo) a candidarsi per Marzi. Fatica perché la proposta politica è rimasta la stessa di venti anni fa, specialmente per le prospettive e le ambizioni che possono immaginare e coltivare sempre e soltanto gli stessi. Gian Franco Schietroma ha sì candidato a sindaco un giovane come Vincenzo Iacovissi, ma nel partito (il Psi) fa il bello e cattivo tempo da quasi mezzo secolo. Legittimo, giusto. Ma è così. Nei Comuni, non solo a Frosinone, sono impegnati a mettere in campo delle liste nel centrodestra Mario Abbruzzese e Angelo D’Ovidio. Pure loro non certamente di primo pelo. Il primo, Mario Abbruzzese, dovrebbe essere un dirigente di Cambiamo di Giovanni Toti. Usiamo il condizionale perché tutti sanno che è la quinta colonna della corrente della Lega che fa capo al suo pupillo Pasquale Ciacciarelli. Angelo D’Ovidio (Udc), da poco rieletto sindaco di Pastena, è una sorta di “immortale” della politica locale. Nicola Ottaviani, sindaco del capoluogo e coordinatore provinciale del Carroccio, sulla scena politica c’è da quasi 30 anni. La sua proposta è la stessa delle ultime volte: una lista della Lega e una Lista Ottaviani. Quando aderì al Carroccio i vertici del partito di Matteo Salvini pretesero (riuscendoci) che venisse accantonato il progetto Movimento Italia. Adesso però Ottaviani alla sua lista civica non rinuncerà e anzi ci sta puntando molto, con l’obiettivo di diventare l’azionista di maggioranza della (auspicata) maggioranza di centrodestra. Nella Lega nessuno parla. D’altronde il coordinatore regionale Claudio Durigon non può far altro che lasciar correre in un partito nel quale ognuno ha una posizione diversa dall’altro. Ci riferiamo a Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli, Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa.
LE NOVITA’ SONO TARGATE FRATELLI D’ITALIA
Anche il senatore Massimo Ruspandini, presidente provinciale di Fratelli d’Italia, non è uno di primo pelo della politica, con la quale si cimenta da quando aveva i pantaloni corti. A Frosinone ha affidato a Fabio Tagliaferri il compito di risvegliare un partito per anni condizionato dalla sindrome della “bella addormentata nel bosco”. Tagliaferri c’è riuscito applicando una ricetta semplice nella sua coerenza: riportare nel partito quelli che si riconoscono nel partito. Fabio Bracaglia, Tonino De Luca, Daniele Colasanti, Sergio Arduini. E naturalmente Paolo Fanelli. L’operazione Tagliaferri ricalca quello che Massimo Ruspandini ha fatto in tutta la provincia, facendo crescere giovani amministratori con radici antiche. Nella sua Ceccano ha realizzato un modello vincente creando dal nulla una classe dirigente quasi completamente under40. Ma si spende quasi esclusivamente nel reclutamento di giovani da lanciare subito in politica e nella pratica della pubblica amministrazione.
Fratelli d’Italia è stato ad un passo dalla rottura con Nicola Ottaviani. Alla fine Massimo Ruspandini ha deciso di puntare tutto su Riccardo Mastrangeli. La novità della sfida di Fratelli d’Italia è questa: rimanere nel centrodestra con una prospettiva nuova, con la propria indipendenza, perfino da Nicola Ottaviani. Non per consumare chissà quale vendetta. Semplicemente Ottaviani non sarà più il sindaco e quindi il centrodestra dovrà voltare pagina.
AZIONE SCEGLIE VICANO
Non è un caso poi che a sostegno di Mauro Vicano ci sarà Azione. Il partito di Carlo Calenda è una delle pochissime novità del panorama politico italiano. Lo ha dimostrato nella campagna elettorale di Roma. Mauro Vicano, piaccia o non piaccia, porterà avanti un progetto di coalizione soprattutto civica, equidistante dal centrodestra ma anche da quel centrosinistra che avrebbe dovuto guidare e che invece lo ha estromesso senza pensarci sopra due volte. Azione ha colto le potenzialità di un esperimento che può rappresentare un’alternativa in un contesto cristallizzato come quello della Ciociaria. Antonello Antonellis e Alessandra Sardellitti hanno scommesso su questa formula.
IL REBUS FORZA ITALIA
A Frosinone gli “azzurri” sono nel centrodestra, anche se Adriano Piacentini ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco sulla candidatura a sindaco. Ma la partita più importante, lo sanno tutti, sarà quelle delle regionali. A Roma le indiscrezioni sono sempre più pressanti e dicono la medesima cosa: alle regionali 2023 Claudio Fazzone potrebbe essere decisivo per la terza vittoria consecutiva del centrosinistra. Sarebbe già in cantiere il nome della lista: “Azzurri per l’Italia”. Claudio Fazzone non è uno qualunque: senatore da svariati lustri e coordinatore regionale del partito, in passato non ha mai avuto problemi a dire la sua. Sempre in faccia: ad Antonio Tajani ma anche a Silvio Berlusconi. Nel centrodestra regionale sta stretto, i rapporti con la Lega di Claudio Durigon sono al minimo storico da mesi. Sia in provincia di Latina che in quella di Viterbo ha lanciato segnali chiarissimi. Da anni ha ottimi rapporti con Nicola Zingaretti e con Daniele Leodori. Ultimamente si confronta più con Bruno Astorre che con Pino Simeone. Nicola Zingaretti ha detto che il Pd effettuerà le primarie per scegliere il candidato alla presidenza della Regione. I candidati veri sono solo due: Daniele Leodori e Alessio D’Amato. Forse si aggiungerà una donna e si fanno i nomi di Beatrice Lorenzin, Marianna Madia e Roberta Lombardi. In verità sanno tutti che è Daniele Leodori il grande favorito. Su di lui potrebbe chiudere Claudio Fazzone, individuato come pedina strategica nelle province laziali. Mentre a Roma il Pd punta tutto non tanto sul sindaco Roberto Gualtieri quanto proprio su Nicola Zingaretti. In provincia di Frosinone, però, Forza Italia deve innanzitutto trovare un assetto efficace. La formula dei tre subcommissari (Daniele Natalia, Adriano Piacentini e Rossella Chiusaroli) non funziona e non produce risultati. Guardare alle provinciali per credere: niente quorum, neppure un seggio.