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Assistenza sanitaria territoriale. I cittadini laziali sono i meno soddisfatti. Il rapporto di ‘Cittadinanzattiva’

Alberto Fraja
Secondo il report uno degli ambiti in cui si riscontrano grandi inefficienze è proprio quello che fa riferimento al rapporto tra paziente e medico e/o pediatra di base
Maggio 6, 2022
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All’itala gente, quella in particolare più avanti con gli anni, l’assistenza sanitaria territoriale non garba più di tanto. Anzi. E a lamentare con più forza le carenze di quello che dovrebbe essere un servizio essenziale, sono più degli altri i cittadini del Lazio. Il dato emerge dal “Rapporto sulla salute pubblica 2022. I diritti dei cittadini e il federalismo in sanità” di Cittadinanzattiva presentato ieri. 

Secondo il report uno degli ambiti in cui si riscontrano grandi inefficienze è proprio quello che fa riferimento al rapporto tra paziente e medico e/o pediatra di base. 
“Il 17,4% delle 13.748 segnalazioni ricevute dal PIT di Cittadinanzattiva fa riferimento all’assistenza territoriale, in particolare al rapporto con Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta (25,8%), di cui i cittadini lamentano lo scarso raccordo con gli specialisti e i servizi sul territorio, nonché la scarsa disponibilità in termini di orario, reperibilità e presa in carico – scrive Cittadinanzattiva – le carenze dei servizi di continuità assistenziale (13,9%) in particolar modo riferibile a irreperibilità o orari limitati della guardia medica; e le carenze dell’assistenza domiciliare integrata (12.1%), in particolare per la mancata integrazione dei servizi sociali e sanitari, le difficoltà nell’attivazione, la mancanza di alcune figure specialistiche (fra cui gli psicologi), il numero inadeguato di giorni o ore”. 

A livello generale, è evidente il divario tra le varie Regioni e Provincie Autonome circa l’offerta di servizi ADI: nel 2020 hanno riportato una maggiore copertura l’Abruzzo (4,4% degli over 65 e 7% degli over 75), la Sicilia (4,0% e 6, 6%), il Veneto (3,8% e 6,2%), la Basilicata (3,7% e 6,1%), l’Emilia Romagna (3,6% e 5,8%). Le coperture più basse di ADI tra la popolazione anziana sono state riportate da: P.A. di Bolzano (0,5% tra gli over 65 e 0,7% tra gli over 75), Valle D’Aosta (0,5% e 0,7%), Calabria (1,0% e 0,7%), Puglia (1,9% e 3,1%), Lazio (2,2% e 3,7%). A questo punto non resta che sperare nella riforma dell’assistenza territoriale, divenuta una vera e propria parola d’ordine del post pandemia e la principale sfida, in ambito sanitario, del Pnrr.

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