Quasi seimila infortuni sul lavoro nella regione Lazio nei primi mesi del 2023. La seconda provincia per numero di incidenti è Latina, che ne ha registrati dall’inizio dell’anno 610, seguita da Frosinone con 288, da Rieti con 186 e infine da Viterbo con 133. I dati sono stati forniti dall’Alis (Associazione Lavoratori Italiani per la Sicurezza) del presidente Wladymiro Wysocki. Lo stesso ha sottolineato: “Noi tecnici siamo portati ad analizzare, studiare e capire quanto ancora siamo in ritardo alla gravità ed urgenza della situazione lavorativa ma non dobbiamo mai dimenticare che dietro a questi numeri ci sono persone e intere famiglie che sono drammaticamente colti da una tragedia improvvisa.
Pertanto quello che troppo spesso si evidenzia con grande disinvoltura deve essere trattato con la massima delicatezza e rispetto. I dati, anche se con evidenze sottili, sono in leggera flessione ma questo non deve assolutamente farci abbassare la guardia anzi è stimolo a dover fare sempre meglio e con dovuta costanza sia da parte nostra che siamo sul campo come consulenti e parte operativa con la redazione anzi direi progettazione documentale, sia con la consulenza e con la necessaria e specifica formazione e addestramento”.
Nel dettaglio, i dati raccolti evidenziano che la fascia di età più colpita è quella tra i 55 e i 59 anni, con 722 incidenti rilevati. Con riferimento poi agli esiti mortali con 3 eventi su Latina e 3 su Roma per un totale di 5 uomini e 1 donna, la fascia di età maggiormente interessata è tra i 15 e 34 anni.
MALATTIE PROFESSIONALI IN CRESCITA
Ma non si deve trascurare anche i numeri delle malattie professionali con un dato totale di 701 casi di cui 536 uomini e 165 donne che suddividiamo in province con: Frosinone 176, Latina 108, Rieti 77, Roma 300 e Viterbo 40″.
In aumento dunque anche i casi di malattia professionale ai quali occorre dare una grande attenzione. “Tra le malattie professionali – commenta il segretario regionale del sindacato, Armando Valiani – risaltano maggiormente i casi che interessano il sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio seguite dalle patologie del sistema respiratorio e dei tumori.Da qui si denota come probabilmente siamo carenti in specifiche formazioni e addestramenti ad esempio nel corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale come in specifiche procedure corrette nel mettere in essere attività lavorative che possono comportare danni alla persona. L’informazione, la specifica formazione, l’addestramento, la vigilanza restano sempre gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per la lotta a questa emergenza quotidiana che ovviamente senza una cultura, una sensibilità di tutti non hanno alcuna forza. È ancora lunga – conclude Valiani – la strada che dobbiamo fare in materia di prevenzione e sicurezza sui posti di lavoro. È ancora troppo quotidiana la terrificante alternativa tra la vita e il lavoro”.