Ventidue febbraio 2025: il presidente Francesco Rocca firma il decreto che ridefinisce alcune deleghe chiave all’interno del suo esecutivo. L’Urbanistica passa all’assessore Giuseppe Schiboni (Forza Italia), mentre la Protezione Civile viene assegnata all’assessore Pasquale Ciacciarelli (Lega). Una mossa che segna un importante riassetto politico nella maggioranza di centrodestra, dopo mesi di trattative e tensioni interne.
Quattordici luglio 2025: l’agenzia Nova riferisce che il gruppo di Forza Italia (composto da 7 consiglieri) ha indirizzato una lettera al senatore e coordinatore del partito nel Lazio, Claudio Fazzone. Per chiedere che vengano sostituiti i due assessori “azzurri”, vale a dire Giuseppe Schiboni (urbanistica) e Luisa Regimenti (sicurezza). “Non per una mancanza di fiducia – riferiscono alcune fonti non meglio precisate (ndr: appositamente) – ma per un cambio di passo nell’azione politica, alla luce anche della maggiore rappresentanza politica ottenuta con il rafforzamento delle deleghe”. Comincia il valzer delle smentite (non troppo convinte), delle precisazioni (atti dovuti), ma nessuno nega che il tema sia sul tavolo. Una considerazione: nel Lazio Claudio Fazzone è il “dominus” di Forza Italia. La frase che circola negli ambienti “azzurri” è che “non si muove foglia che Fazzone non voglia”. Dunque, è pensabile che il senatore di Fondi non fosse stato informato preventivamente dell’iniziativa del gruppo? Francamente no. Peraltro a dicembre 2024 (vigilia di Natale) era stato proprio Claudio Fazzone a chiudere la verifica insieme a Francesco Rocca.
Gli “azzurri”, rispetto a febbraio 2023, sono passati da 3 a 7 esponenti. Ai tre eletti (Giorgio Simeoni, Fabio Capolei e Cosmo Mitrano) si sono aggiunti prima Marco Colarossi e Roberta Della Casa, provenienti dal Movimento Cinque Stelle. Poi Angelo Tripodi, eletto nella Lega. Quindi Pino Cangemi (sempre del Carroccio), vicepresidente del consiglio regionale del Lazio.L’idea di un avvicendamento degli assessori c’è sempre stata. La chiede, per esempio, l’area di Claudio Lotito.
E per l’eventuale avvicendamento di Schiboni, i nomi che circolano sono due: Cosmo Mitrano e Alessandro Calvi. Il nodo politico vero è rappresentato dalla posizione di Luisa Regimenti, fedelissima del vicepremier, ministro degli esteri e segretario del partito Antonio Tajani.
Pesa la “rasoiata” di Pier Silvio Berlusconi: «Si può fare di meglio. Servono facce nuove».Otto parole che in molti hanno tradotto così: “Tajani, grazie di tutto, ma ora basta”. Una sorta di mozione di sfiducia. Pare che Tajani abbia chiesto un sostegno a Marina Berlusconi, ma di fatto qualcosa, con Pier Silvio, si è rotto. E probabilmente è bastata la percezione di un Antonio Tajani più debole per “scatenare” Claudio Lotito. E magari perfino Maurizio Gasparri. Il “pallino” nel Lazio, però, resta saldamente nelle mani di Claudio Fazzone, una vecchia volpe della politica. Che sa bene che difficilmente Francesco Rocca effettuerà un rimpasto tra luglio e agosto. Lo scorso anno, sempre tra luglio e agosto, Forza Italia diede fuoco alle polveri. Poi, dopo mesi di “discese ardite e risalite”, il Governatore ha definito il riassetto alle sue condizioni. La domanda è: perché sollevare certe tematiche in piena estate, quando anche la politica regionale va in ferie? Magari per sondare il terreno in attesa dell’autunno. Di certo c’è l’indebolimento di Antonio Tajani dopo il ceffone mediatico di Pier Silvio. Quanto a Claudio Fazzone, non si scompone.
PARTITI SENZA RITORNO
C’è una partita nella partita all’interno della complessa stagione congressuale del Partito Democratico, che inizierà a settembre con il tesseramento e poi si articolerà ad ottobre nelle assemblee dei circoli.
Si tratta di capire e definire bene quello che succederà a Frosinone, nel capoluogo. Da più di due anni i tre consiglieri, Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi, chiedono risposte che non arrivano. Da settimane, però, il loro silenzio sul piano politico si nota. Al Comune sono gli unici della coalizione che ha sostenuto Domenico Marzi ad essere rimasti all’opposizione. Da tempo la Lista Marini (Andrea Turriziani) e il Polo Civico (Claudio Caparrelli) fanno parte della coalizione trasversale che appoggia Riccardo Mastrangeli. Perfino la Lista Marzi, assicurando il numero legale, di fatto contribuisce alla tenuta dell’Amministrazione. La civica conta 4 esponenti: oltre a Domenico Marzi, Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi e Armando Papetti. Mandarelli e Gagliardi hanno un passato politico di centrodestra. Marzi ha attuato una precisa strategia, che ha indubbiamente delle connotazioni programmatiche. Ma anche politiche, perché nella sostanza ha isolato proprio il Pd.
Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi danno la sensazione di essere arrivati ad un punto di non ritorno. D’altronde all’interno del circolo cittadino è tutto fermo da mesi. E si sono registrate le dimissioni della maggioranza dei membri della segreteria, il passo indietro di Angelo Pizzutelli come capogruppo, l’immobilismo del segretario Marco Tallini. In realtà in ballo c’è anche di più. Per esempio la futura candidatura a sindaco. Chi ha più possibilità tra Angelo Pizzutelli (costantemente tra i più votati) e Stefano Pizzutelli, outsider vicino a Elly Schlein?
Servirebbero delle decisioni rapide, che invece non ci saranno. Nelle scorse settimane si era detto che tra le ipotesi c’era quella di formare una sorta di comitato di reggenza, affidato ai tre consiglieri. Non è stato così. Pizzutelli, Venturi e Cristofari ne hanno preso atto. Stavolta però non resteranno a guardare.
Sull’altra sponda, quella del centrodestra, bisogna capire quali saranno le mosse di Forza Italia. I tre consiglieri, Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia e Christian Alviani, continuano a chiedere un azzeramento totale della giunta, quindi una verifica nell’ambito della coalizione che ha sostenuto Mastrangeli nel 2022 e poi un eventuale rientro in maggioranza e in giunta. Soluzione impraticabile per Mastrangeli, che è disponibile ad attribuire un assessorato agli “azzurri”. Quindi, un rientro nell’Esecutivo senza verifiche e azzeramenti. Una sintesi non si è trovata e non si trova.
Forza Italia, dopo aver votato No al rendiconto, si appresta a fare la stessa cosa sugli assestamenti di bilancio. La linea del gruppo consiliare è questa, sostenuta dai livelli provinciali (Rossella Chiusaroli) e regionali (Claudio Fazzone) del partito. A meno di due anni dalle prossime comunali, è davvero arduo immaginare una ricomposizione.
La domanda che a Frosinone si fanno tutti da tempo è questa: si può ipotizzare una coalizione dalla forte connotazione civica nella quale Forza Italia e Pd possano concorrere insieme con un candidato sindaco condiviso? Al momento un’opzione del genere non c’è, ma non si può escludere. Perché la stessa alleanza che appoggia Mastrangeli contiene al proprio interno partiti del centrodestra (Fratelli d’Italia e Lega) e civiche riferibili a sindaci “storici” del centrosinistra frusinate: Domenico Marzi e Michele Marini.
Il congresso provinciale del Pd e le dinamiche regionali di Forza Italia conteranno fino ad un certo punto. Perché i consiglieri comunali dei due partiti hanno già oltrepassato i rispettivi punti di rottura. Ad Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi non sono state date quelle risposte che avevano chiesto sulla centralità del capoluogo negli assetti dei Democrat.
Mentre Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia e Christian Alviani hanno allargato il solco con l’Amministrazione Mastrangeli. Non torneranno indietro.