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Abbuffata di poltrone e carestia di voti popolari. Il boomerang del dominio negli enti intermedi

Licandro Licantropo
Guardando ai risultati delle elezioni comunali di Frosinone, ma prima ancora di Ceccano, Pontecorvo, Anagni, Alatri e perfino Sora, emerge che i cosiddetti enti intermedi non fanno la differenza e non producono consenso
Luglio 4, 2022
Il presidente della Provincia Antonio Pompeo

Il centrosinistra governa da anni gli enti intermedi per due motivi. Intanto perché ha sempre avuto la maggioranza nelle assemblee dei sindaci e in secondo luogo perché diverse nomine sono di competenza della Regione Lazio, dal 2013 nelle salde mani di Nicola Zingaretti. Tra meno di un anno si vota per rinnovare la Regione e per il centrodestra è l’ultima chiamata per cercare di ribaltare davvero i rapporti di forza. 

Prima però sindaci e consiglieri comunali(1.145 in tutto) dovranno eleggere il prossimo presidente della Provincia. Il secondo mandato di Antonio Pompeo scade a fine ottobre: a gennaio 2023 l’appuntamento con le urne.

GLI ENTI INTERMEDI NON FANNO RIMA CON CONSENSO

Guardando ai risultati delle elezioni comunali di Frosinone, ma prima ancora di Ceccano, Pontecorvo, Anagni, Alatri e perfino Sora, emerge che i cosiddetti enti intermedi non fanno la differenza e non producono consenso. Il Pd esprime il presidente del Consorzio industriale regionale unico, Francesco De Angelis. Prima della fusione quelli dell’Asi (De Angelis) e del Cosilam (Marco Delle Cese). Guida la Saf, con Lucio Migliorelli. Al vertice dell’Ater e dell’Asp (Azienda Servizi alla Persona) la Regione, a presidenza Democrat, ha indicato due apprezzati professionisti, Andrea Iannarilli e Gianfranco Pizzutelli, capo del Polo Civico, schierato nel Campo largo sia a Frosinone che alla Provincia. Operazioni per allargare i confini della coalizione: fallite però, dando uno sguardo alle comunali. Inoltre nel Pd in tanti continuano a non capire per quale motivo per postazioni del genere non sia stato tenuto in considerazione l’ex sindaco di Frosinone Michele Marini. O magari esponenti socialisti se si voleva davvero ricreare una coalizione di centrosinistra classica. Poi c’è la Provincia, dove Antonio Pompeo è presidente dal 2014 ininterrottamente. Ma sempre ha dovuto fare i conti con il centrodestra: all’inizio venne eletto con l’appoggio esplicito di Forza Italia e Nuovo Centrodestra, in seguito ha trovato formule di non belligeranza grazie alla carica strategica della presidenza del consiglio: Daniele Maura (Fratelli d’Italia) e Luca Zaccari (Lega). 

Tutto questo imponente sistema di potere non serve però quando si vota nei Comuni. Lo stesso dato sull’affluenza, in diminuzione progressiva e costante, è assai indicativo. Anche perché in questo territorio i benefici non si sono visti, specialmente dell’Amministrazione regionale. Il Sin Valle del Sacco è stato riperimetrato con logiche che hanno paralizzato le aziende e l’annuncio di Zingaretti di sospendere il decreto è rimasto tale. La Stazione Tav di Ferentino-Supino è confinata negli studi di fattibilità e non vedrà la luce. La Ciociaria non ha registrato alcun miglioramento in questi anni. I cittadini lo hanno capito e alle elezioni si regolano di conseguenza: o restano a casa o votano per il centrodestra.

LE PROVINCIALI COME SPARTIACQUE

Le elezioni del presidente della Provincia saranno decisive. Vige il sistema elettorale del voto ponderato, che attribuisce maggiori“punti” al consenso degli amministratori delle città più grandi. Gli aventi diritto al voto sono 1.145: 91 sindaci e 1.054 consiglieri comunali. La differenza l’hanno sempre fatta i Comuni più grandi. Sono 11: Frosinone, Cassino, Alatri, Anagni, Ceccano, Ferentino, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano, Pontecorvo, Sora e Veroli.

A Frosinone il trionfo del centrodestra è fresco. A Cassino governa una coalizione di centrosinistra trainata tiepidamente dal Pd. Enzo Salera fu eletto con l’appoggio di Antonio Pompeo, poi quell’asse è saltato. Si è quindi avvicinato a Francesco De Angelis e l’indicazione di Gaetano Ranaldi come consigliere provinciale ha rappresentato un segnale. Salera però nel Pd non è realmente posizionato con nessuno. Il centrodestra ha la maggioranza netta a Ceccano, Alatri, Anagni e Pontecorvo.

Il Pd soltanto a Ferentino. Perché invece il sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini nel frattempo è passato ad Azione di Carlo Calenda. Mentre a Sora Luca Di Stefano è espressione di una lista civica e fino a poco più di un anno fa era l’uomo di punta della Lega. I Democrat sono andati a traino con una lista civica e senza neppure il simbolo. A Veroli c’è Simone Cretaro, ora vicinissimo a Mauro Buschini. Ma la compattezza reale della coalizione è un rebus, considerando la variabile Germano Caperna, dirigente regionale di Italia Viva di Matteo Renzi.

Monte San Giovanni Campano non può certamente essere definita una roccaforte del Pd. Ogni voto ponderato nei Comuni di Frosinone e Cassino conta circa 300 punti, negli altri 9 invece 230. Parliamo di 66 voti (2 sindaci e 64 consiglieri) a Frosinone e Cassino e di 153 (9 sindaci e 144 consiglieri) negli altri 9 centri. E’ qui che storicamente si sono vinte (e perse) le precedenti elezioni, sia le due riservate al presidente sia le quattro per i consiglieri. Il centrodestra deve effettuare una riflessione semplice: per la presidenza non ha mai toccato palla e addirittura la prima volta non ha presentato neppure il candidato. Mentre nell’appuntamento riservato ai consiglieri, 3 volte su 4 (tranne la prima) ha dimostrato di avere la maggioranza, pur se divisa e frammentata. E’ su questo punto che i leader dei partiti dovranno lavorare da subito. Con una lista unitaria e con un patto d’acciaio.

Il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) ha già le idee molto chiare. La Lega e Forza Italia finora non hanno affrontato l’argomento, ma forse sarebbe il caso che Claudio Durigon, Nicola Ottaviani e Claudio Fazzone cominciassero a porsi il problema. Il centrodestra non ha mai espresso il presidente della Provincia da quando c’è la legge Delrio, ma anche in precedenza il lungo e totale dominio del centrosinistra era stato spezzato una volta sola. Quando venne eletto Antonello Iannarilli, che poi pensò bene di candidarsi alle regionali (dove non centrò il risultato) gettando alle ortiche quel successo. Naturalmente il centrosinistra non starà a guardare: Francesco De Angelis e Antonio Pompeo sulla presidenza della Provincia si giocheranno il grande accordo per le candidature a Camera, Senato e Regione.

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