Le cronache degli ultimi diciotto mesi fotografano quello che è successo, ma spiegano solo in parte i motivi dello sfaldamento del centrodestra al Comune di Frosinone, il capoluogo.
Per riassumere: 9 consiglieri eletti nella coalizione fuori dalla maggioranza, l’uscita di Massimiliano Tagliaferri dalla Lista Ottaviani, la mancata partecipazione degli assessori di Fratelli d’Italia alla seduta di giunta sul Brt.
Il punto vero, però, è che l’esito delle elezioni di tre anni fa è stato dimenticato troppo in fretta. Nell’ultimo scorcio del mandato da sindaco Nicola Ottaviani aveva estromesso da assessore Fabio Tagliaferri, esponente di Fratelli d’Italia. L’indicazione era arrivata dal Polo Civico. Già, ma sapevano tutti che il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli avrebbe concorso con il centrosinistra di Domenico Marzi. Non con il centrodestra guidato da Riccardo Mastrangeli. Eppure Ottaviani andò avanti per la sua strada, aprendo una crisi importante con Fratelli d’Italia. Nei mesi successivi soltanto il senso di responsabilità del leader provinciale Massimo Ruspandini e il pressing esercitato su Fabio Tagliaferri, che fu intelligente a interpretare ciò che stava accadendo, riuscì ad evitare uno strappo che era nei fatti più che nell’aria. L’operazione fu resa possibile perché come punto di riferimento e di garanzia venne individuato Riccardo Mastrangeli. Al quale fu posta una solo condizione: discontinuità, soprattutto nei metodi, con Nicola Ottaviani.
Il passaggio decisivo fu proprio il profilo “civico” di Mastrangeli, che però pochi mesi dopo diede indicazioni precise di votare per Nicola Ottaviani e per la Lega alle politiche. Definendosi lui stesso un “sindaco civico in quota Carroccio”. Poi, alle elezioni per la presidenza della Provincia, Mastrangeli si candidò con una fuga in avanti che di fatto spaccò il centrodestra.
Anche in quell’occasione, non senza difficoltà, Fratelli d’Italia riuscì a tenere i nervi saldi per tenere il quadro unitario nel centrodestra. Per completare la delineazione del contesto, FdI ha rappresentato in questi anni la “guardia pretoriana” di Mastrangeli. La roccia politica inscalfibile. Ora siamo in una fase diversa, perché è evidente che il partito di Giorgia Meloni sta riflettendo su tutto. Perché se la richiesta di un ulteriore approfondimento sul tracciato del Brt determina l’ennesima porta in faccia su tutto, allora c’è qualcosa che non funziona.
Sul piano politico Riccardo Mastrangeli ha mantenuto solo due punti di riferimento: Nicola Ottaviani e Adriano Piacentini. Quest’ultimo rimasto assessore senza un gruppo consiliare che lo sostenesse. Il Sindaco e Nicola Ottaviani continuano a “snobbare” Fratelli d’Italia. Inoltre hanno dimostrato di non tenere in considerazione neppure i ragionamenti di Massimiliano Tagliaferri (l’unico, del gruppo Ottaviani, che ha dimostrato coerenza a 360 gradi), ora presidente del consiglio comunale e in passato più volte assessore nelle giunte di Nicola Ottaviani. Massimiliano Tagliaferri è uno degli esponenti “storici” del centrodestra a Frosinone. Il fatto che ha lasciato la Lista Ottaviani è destinata a pesare moltissimo.
Sia Nicola Ottaviani che Riccardo Mastrangeli ritengono probabilmente che nel prossimo futuro i leader regionali di Fratelli d’Italia (Paolo Trancassini), Forza Italia (Claudio Fazzone) e Lega (Davide Bordoni) faranno pesare la “ragion di coalizione” anche sul tavolo cittadino del centrodestra. Non è affatto scontato, considerando tutto quello che è successo. Gli “azzurri” sono all’opposizione, Fratelli d’Italia è in fase di (profonda) riflessione, Massimiliano Tagliaferri non è uno che torna indietro. La Lista Mastrangeli non esiste praticamente più, la civica di Ottaviani ha perso quattro consiglieri e un assessore.
C’è poi la Lista per Frosinone di Antonio Scaccia, il vicesindaco. Il quale sicuramente ha un rapporto di lealtà con Ottaviani. Ma questo non significa che non si stia guardando intorno.
E chi conosce fino in fondo le dinamiche che regolano il “mondo Scaccia” non esclude clamorosi capovolgimenti sul piano tattico. Qualcuno ipotizza addirittura, guardando ai buoni rapporti con Angelo Pizzutelli la costruzione di una proposta tutta civica in netta discontinuità con le ultime tre consiliature.
D’altronde la frattura con Riccardo Mastrangeli porta a prevedere forti turbamenti al momento della scelta del prossimo candidato Sindaco.
Il centrodestra, riepilogando, si è sfaldato al Comune capoluogo dopo tre successi consecutivi e nessuno ha inteso effettuare una riflessione profonda. La mancanza di un’opposizione di centrosinistra unita e in grado di rappresentare un’alternativa ha pesato moltissimo. Questo però non toglie nulla allo sgretolamento di una coalizione che aveva tutti gli attributi per rappresentare una “corazzata”.
Equilibri e rapporti di forza sono mutati profondamente: da tempo non esiste la leadership di Nicola Ottaviani, sindaco che nel bene e nel male ha esercitato una leadership e ha raggiunto obiettivi importanti. Ora Bisognerebbe prendere atto di un profondo mutamento. Nella consapevolezza che il centrodestra, nel tempo, è riuscito a trovare nel proprio Dna, la forza per andare oltre situazioni complesse di questo tipo.