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Blue Forum 2025, il mare come volano per la crescita italiana

Redazione
Acampora: “Abbiamo posto le basi per un’agenda condivisa che vada oltre la teoria e sia in grado di mobilitare risorse”.
Luglio 12, 2025

Il IV Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, svoltosi a Roma nella sede di Unioncamere, ha segnato un momento di svolta per la definizione delle politiche nazionali in ambito marittimo, riaffermando il ruolo strategico del mare per lo sviluppo sostenibile, inclusivo e competitivo del Paese.
Nel corso dei tre giorni di lavori, il Summit ha rappresentato un punto di non ritorno per la costruzione di una visione unitaria, sistemica e propositiva della Blue Economy italiana, evidenziando l’urgenza di elaborare strategie concrete e coordinate in vista della nuova pianificazione marittima nazionale 2026–2028. I numeri illustrati nel XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, a cura di Osservatorio Nazionale Ossermare, Unioncamere, Tagliacarne e Blue Forum Italia Network, confermano la centralità del settore: 232.841 imprese, oltre 1 milione di occupati e un valore aggiunto complessivo pari all’1 1,3%
del PIL nazionale. Una performance che testimonia non solo la forza economica del comparto, ma anche la sua capacità di attivare sviluppo nei territori, in particolare nel Mezzogiorno.
«Dobbiamo riconoscere al mare la funzione di leva strategica per il futuro dell’Italia» ha affermato Giovanni Acampora, Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina. «Il Summit ha posto le basi per un’agenda condivisa che vada oltre la teoria e sia in grado di mobilitare risorse, competenze e riforme strutturali a favore di una blue economy realmente competitiva».

Il profilo delle imprese

Le imprese giovanili in Italia sono pari al 8,9% dell’economia blu, le imprese femminili al 22,6% e le imprese straniere al 7,7%. Percentuali significative.

La classifica

Ecco la top 5 per incidenza del valore aggiunto dell’Economia del mare sul totale dell’economia territoriale. A livello regionale: Liguria (13,8%), Sardegna (8,8%), Friuli-Venezia Giulia (8,4%). Lazio (6,7%) e la Campania (6,6%).
A livello provinciale: Trieste (25,4%), Livorno (18,7%), La Spezia (17,4%), Venezia (15,4%), Rimini
(14,7 %).

Il primato del Sud

Il Sud Italia consolida il suo primato di area a maggiore produzione di valore aggiunto con una quota del 32,5%. Lo stesso vale per l’occupazione, con il 37,7% al Sud, nonché per le imprese, che addirittura si attestano nel 2024 al 49,2%. Più basso invece il moltiplicatore pari all’1,6, a fronte del 2,1 del Nord-Est, del 2,0 del Nord-Ovest e dell’1,7 del Centro. La popolazione residente al 31 Dicembre 2024 nei comuni nelle zone costiere è pari a 20.106.255 e nei comuni litoranei 16.555.017.

Priorità del Governo

Nel corso del Forum è intervenuta anche l’ex presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha posto l’accento sul ruolo centrale dell’Italia nel Mediterraneo: «Nel Mediterraneo l’Italia ha una posizione privilegiata: deve tornare ad essere protagonista. Il mare è una risorsa fondamentale e
una leva di sviluppo sostenibile, innovazione e cooperazione tra i popoli». A farsi portavoce delle istanze del Parlamento è stato anche il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che ha ricordato come «il mare è un’infras truttura naturale strategica per la crescita del Paese. Dobbiamo valorizzare il nostro patrimonio costiero e sviluppare politiche integrate che rendano competitivi i nostri porti, la cantieristica, la pesca e il turismo marittimo».

Proposte e idee per il futuro

«Oggi, più che mai, siamo convinti che serva una visione a lungo termine, capace di tenere insieme crescita, sostenibilità, sicurezza e innovazione. Abbiamo delle sfide importanti per il prossimo triennio che impongono scelte coraggiose. Siamo qui perché vogliamo guardare al mare come leva per uno sviluppo inclusivo e competitivo e questa è un’importante occasione per condividere strategie concrete in vista della nuova pianificazione marittima italiana 2026 –2028». Con queste parole Giovanni Acampora, presidente Assonautica Italiana e della Cl’ultima giornata del 4° Summit Nazionale sull’Economia del Mare. L’Eurodeputato Salvatore De Meo ha sottolineato l’importanza della dimensione europea, affermando: «Creare una difesa comune europea significa lavorare a un piano di messa in protezione delle nostre coste. Dobbiamo controllare ciò che avviene anche sotto il mare, dove passano infrastrutture
cruciali come i cavi sottomarini».
Sul fronte normativo, il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha riconosciuto le potenzialità della blue economy: «Per troppi anni è mancato un orientamento specifico per il lavoro dei nostri giovani. Il governo è impegnato nel creare norme europee favorevoli, affinché l’economia del mare, già forte, possa crescere e diventare un modello italiano riconosciuto nel mondo». Dal summit è emersa la necessità di una strategia condivisa per valorizzare le coste, digitalizzare i porti, integrare sostenibilità e turismo, e investire nella formazione.
Il mare, come ha ricordato anche Paolo Ruffini, giornalista vaticanista, nel corso del suo intervento, è metafora di comunicazione e speranza: un messaggio potente, soprattutto nell’Anno Giubilare.

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