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Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano… a ballare

Massimo Pizzuti
Come Politica7 aveva anticipato, c’è un’accelerazione sul disegno di legge sui ballottaggi: provvedimento calendarizzato in commissione affari costituzionali del Senato per martedì. In gioco pure il terzo mandato per i Governatori. In questo clima i leader regionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega non vogliono spaccature nel Lazio. Ma al Comune di Frosinone non è semplice ricomporre il quadro.
Giugno 14, 2025

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Sul piano politico sarà un’estate bollente e, come Politica7 aveva anticipato, si comincia a… ballare. Subito.
La notizia è che il disegno di legge sui ballottaggi torna di attualità. La commissione Affari costituzionali del Senato, presieduta da Alberto Balboni (FdI),ha messo in calendario questo provvedimento come primo punto all’ordine del giorno della convocazione di martedì 17 giugno alle ore 14.10.
Il disegno di legge porta le firme di tutti i capigruppo della maggioranza a Palazzo Madama e si prefigge l’abbassamento al 40 per cento della soglia per la vittoria al primo turno dei candidati sindaci nelle città con più di 15mila abitanti. Il testo del disegno di legge prevede che, alle liste che sostengono il candidato vincente che supera il 40 per cento, venga assegnato automaticamente il 60% dei seggi “sempreché nessun’altra lista o altro gruppo di liste collegate abbia superato il 50 per cento dei voti validi. Il secondo turno avrebbe luogo solo nel caso in cui nessun candidato superi il 40 per cento”.
E AskaNews chiosa: “L’importanza della riforma elettorale per le comunali proposta dal centrodestra potrebbe andare oltre il contenuto attuale del disegno di legge: una delle ipotesi filtrate in settimana dopo il vertice dei leader di maggioranza, infatti, è che possa essere proprio il disegno di legge ballottaggi lo strumento attraverso il quale arrivare entro settembre, con una corsa contro il tempo, all’approvazione di una norma sul terzo mandato per i presidenti di Regione”. La strategia politica di Giorgia Meloni è globale, su due fasi. Il terzo mandato ai presidenti delle Regioni per confermare al centrodestra il governo del Veneto (Luca Zaia) e per provare a conquistare la Campania grazie al “derby” a sinistra tra Roberto Fico e Vincenzo De Luca. Poi c’è la questione più complessiva del cambio della legge elettorale per i Sindaci, in modo da eliminare il ballottaggio se uno dei candidati dovesse superare il 40% dei consensi al primo turno. Il centrodestra punta a conquistare le grandi metropoli. Una su tutte: Roma, che torna alle urne nella primavera del 2027. C’è chi ipotizza che Giorgia Meloni stia già ragionando sulla possibilità di anticipare le elezioni politiche proprio nella primavera del 2027 (la scadenza naturale sarebbe in autunno).
La “ratio” è che con un’affluenza così bassa, ha poco senso mantenere il ballottaggio se si raggiunge una percentuale cospicua come il 40%. In secondo luogo spesso al secondo turno si determinano delle alleanze “contro” e non “per”. Una sorta di “ammucchiata”. Naturalmente il centrosinistra la pensa diversamente, specialmente il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che infatti si farà sentire.
In questo quadro nel centrodestra sta emergendo la linea di evitare fratture e tensioni in questo momento. Per esempio alla Regione Lazio, dove tra Fratelli d’Italia e Forza Italia non mancano tensioni sugli assetti di alcuni enti e società partecipate: da Astral a Lazio Crea. Perfino la situazione al Comune di Frosinone è attenzionata dai livelli regionali. I coordinatori Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia) e Davide Bordoni (Lega) stanno seguendo gli ultimi sviluppi. Le criticità non mancano: enormi le distanze che separano il sindaco Riccardo Mastrangeli dal gruppo di Fratelli d’Italia. Mentre Forza Italia, con il no al Rendiconto, è di fatto all’opposizione. Il Carroccio non ha più né i numeri né la centralità politica del 2022 per prendere in mano la situazione. I leader regionali dei partiti stanno cercando di capire quando e come intervenire. Anche perché il segretario nazionale degli “azzurri” è il vicepremier Antonio Tajani, che è informato del quadro politico nel capoluogo. Nonostante tutto questo, però, il nervosismo e le spaccature rimangono tutte. Perché ad essersi incrinati sono i rapporti personali tra molti dei protagonisti. Con l’effetto “coperta corta” in agguato.Vale a dire che in presenza di eventuali prese di posizione dei partiti a livello regionale, sia le civiche che diversi “battitori liberi” potrebbero mettersi di traverso.

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