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Una galassia ormai… “slegata”

Massimo Pizzuti
Antonio Scaccia si muove da battitore libero e ormai c’è una certa distanza con Riccardo Mastrangeli. Ma il punto è che al Comune di Frosinone si è sfaldato lo schema di Nicola Ottaviani: Lega più liste civiche. Ecco come è successo. Tra Ruspandini e De Luca una polemica non solo calcistica.
Maggio 20, 2025
Riccardo Mastrangeli e Antonio Scaccia

Tre anni fa, in controtendenza assoluta, Politica7 aveva segnalato un’anomalia politica tutta del Comune di Frosinone. Vale a dire un blocco politico formato dall’alleanza tra la Lega e diverse civiche: la Lista Ottaviani, la Lista per Frosinone, Frosinone Capoluogo e perfino la Lista Mastrangeli. Il collante era rappresentato dalla figura di Nicola Ottaviani, primo cittadino del capoluogo per dieci anni, poi parlamentare e coordinatore provinciale del Carroccio. Questa “galassia” elesse 14 consiglieri: 2 la Lega, 5 la Lista Ottaviani, 3 la Lista per Frosinone, 1 Frosinone Capoluogo, 3 la Lista Mastrangeli. Esprimendo, contemporaneamente, il sindaco (Riccardo Mastrangeli), il vicesindaco (Antonio Scaccia), il presidente del consiglio comunale (Massimiliano Tagliaferri), due assessori (Valentina Sementilli, Angelo Retrosi).

S’ perché pochi mesi dopo Mastrangeli, dichiarando di votare e far votare Lega alle politiche, si definì un sindaco civico in quota Carroccio. Poi è cambiato tutto radicalmente. La Lista Mastrangeli è all’opposizione. I tre eletti erano stati Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Francesco Pallone. Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo) è adesso coordinatore cittadino di Forza Italia, anche lui praticamente all’opposizione. La Lista Ottaviani ha perso i consiglieri Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Christian Alviani. Oltre all’assessore Valentina Sementilli. E’ arrivata Cinzia Fabrizi, ma la civica si è indebolita assai. Mentre Giovanni Bortone, che figura ancora come capogruppo della Lega, sta con Anselmo Pizzutelli. In questi ultimi giorni si sta parlando molto delle scelte del vicesindaco Antonio Scaccia, coordinatore regionale dell’associazione Noi con Vannacci. Scaccia da anni è politicamente l’uomo più vicino a Ottaviani. Ma anche in questo caso la situazione è cambiata. A Viterbo, davanti al generale Roberto Vannacci, Scaccia ha attaccato frontalmente la Lega, facendo capire che non aderirà al partito. Certamente tutto questo rappresenta un problema (pure grosso) per un blocco politico che si è sgretolato. Nicola Ottaviani e Antonio Scaccia saranno ancora granitici in futuro? Difficile rispondere. Quello che è evidente è che tra Riccardo Mastrangeli e Antonio Scaccia il feeling si è rotto.
Quanto alla Lega, beh, non mancano le “anime”.
Nel Lazio il leader è il sottosegretario Claudio Durigon, al quale adesso fanno riferimento Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli. Non Nicola Ottaviani. Infine, Roberto Vannacci: giocherà da battitore libero. E, con lui, Antonio Scaccia.

DE LUCA-RUSPANDINI: OLTRE LE SCINTILLE

“Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”. Mai stabilito se questa frase sia vera o apocrifa, fatto sta che è stata attribuita a Winston Churchill e quindi è passata alla storia.
C’è un legame antico e indissolubile tra la politica e il pallone, ad ogni latitudine, in qualunque epoca. Qualche anno fa, scherzando, l’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa (tifoso sfegatato dell’Inter) disse: “Volevo fare una cosa diversa, volevo fare il ministro dello sport, così mi sarei riposato e anche divertito, ma il presidente del consiglio ha detto no. Giorgia Meloni mi ha detto: lo fai per aiutare la tua Inter. Io le ho risposto: assolutamente no, semmai per affossare la Juventus”.
Ma quelle erano battute. Invece la risposta di Massimo Ruspandini (vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera) a Vincenzo De Luca (Governatore della Campania e tra i grandi “ribelli” del Pd) è stata molto seria. Il tema del contendere è il ribaltone nel Campionato di Serie B, con la quasi certa penalizzazione del Brescia, che quindi verrebbe retrocesso. Mentre il Frosinone sarebbe salvo e allo spareggio andrebbero la Salernitana e la Sampdoria. In questo clima il rinvio del playout tra Salernitana e Frosinone era davvero un atto dovuto.
Ma Vincenzo De Luca, impegnato in una eterna polemica a distanza con la segretaria del suo partito Elly Schlein e con il capo dei Cinque Stelle Giuseppe Conte, ha voluto utilizzare l’episodio per ritagliarsi un ulteriore spazio di visibilità. Definendo “gravissima” la decisione di annullare 24 ore prima il match Salernitana-Frosinone. Aggiungendo sui social: “In attesa di conoscere i dettagli di questa incredibile vicenda, non si può non sottolineare che chi ha deciso si assume una responsabilità gravissima sul piano sportivo, dell’ordine pubblico e delle tensioni conseguenti”. Il figlio Piero De Luca, deputato del Pd, ha rincarato la dose dicendosi pronto a portare il caso in Parlamento. Dichiarando che in questo modo si rischia di falsare “lo svolgimento della fase finale del campionato di serie B”.
Massimo Ruspandini ha tenuto la barra dritta sull’opportunità politica. Calibrando una presa di posizione che tocca nervi scoperti all’interno del Pd. Ha premesso: “Le esternazioni del deputato Pd, Piero De Luca e del padre Vincenzo, presidente della Regione Campania in merito alle misure adottate dagli organi federali che di fatto consentirebbero al Frosinone la salvezza nel campionato di serie B e porterebbero, ove fossero confermate, alla disputa del playout Salernitana-Sampdoria lasciano sconcertati. La politica in casi come questi deve limitarsi ad osservare senza soffiare sul fuoco delle tensioni delle tifoserie interessate. Sconcerta poi, almeno da parte dei due politici salernitani, l’antisportiva presunzione di ritenere più semplice un eventuale spareggio con il Frosinone rispetto a quello con la Sampdoria”. Poi la stoccata: “Consiglio ai De Luca di non trattare l’argomento calcio, soprattutto quando ci sono di mezzo i colori della nostra terra, con il solito approccio cabarettistico che sono soliti utilizzare anche nella dialettica interna al loro partito con la segretaria Elly Schlein. E di lasciare agli organi federali e alla giustizia sportiva le decisioni di loro competenza”.
Massimo Ruspandini tocca il nervo politico scoperto. Non soltanto Vincenzo De Luca è da mesi un problema enorme per il Pd, ma lo scontro interno sulle elezioni regionali in Campania rischia di indebolire parecchio la posizione di Elly Schlein, già nel mirino delle “correnti” più centriste del partito. In tutto questo c’è la posizione del Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, critico verso i Democrat e pronto a evidenziare le lacerazioni del Pd un giorno sì e l’altro pure. In un colpo solo Massimo Ruspandini ha asfaltato l’ex Campo Largo. Con un contropiede bruciante e micidiale.

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