Un ballo (senza maschere) al quale partecipano quasi tutti al Comune di Frosinone: schieramenti, partiti, liste civiche, gruppi, singoli consiglieri. Non però il Partito Socialista di Gian Franco Schietroma, il quale è stato confermato segretario regionale del partito sulla base di una mozione chiara: “no ai trasversalismi”. Significa che nel 2027 nel capoluogo il Psi non farà accordi con “pezzi” di centrodestra, significa che avanzerà una propria candidatura a sindaco (il favorito è Vincenzo Iacovissi), supportata da una coalizione di due o tre liste, una di partito e due civiche.
Un problema per le strategie di Francesco De Angelis, presidente regionale del Pd, che ha dettato la linea in una recente intervista a Ciociaria Oggi. Per lui è necessario trovare intese con il gruppo di Anselmo Pizzutelli, dialogare con Alessandra Sardellitti, provare a trovare un punto di incontro perfino con Forza Italia, guidata in città dal neo coordinatore Pasquale Cirillo. Con il placet ovviamente del senatore e leader regionale degli “azzurri” Claudio Fazzone. Il ragionamento di De Angelis è quello che al Comune di Frosinone il centrosinistra è storicamente minoritario. Quando ha vinto (due volte con Domenico Marzi e una con Michele Marini) lo ha fatto sulla base di accordi trasversali e bipartisan. Portando nel proprio “campo” liste ed esponenti di centrodestra. Oggi è tutto più difficile e in ogni caso i Socialisti sono sintonizzati su frequenze politiche profondamente diverse.
Per Francesco De Angelis, inoltre, è necessario un passaggio ulteriore. Cercare di ricucire con Domenico Marzi, ma pure con la Lista Marini e il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli. Per nulla semplice considerando la piega che hanno prese le cose. Marzi dice a gran voce che la stagione del centrosinistra che verrà, nel capoluogo, passa attraverso un rinnovamento che tarda a vedersi. De Angelis non è uno che si scoraggia o si arrende, ma un’operazione come quella che ha in mente presuppone una condizione che adesso è futura e incerta: l’unità del Partito Democratico. Il circolo cittadino è lacerato e fermo al palo, in attesa che si sblocchi la stagione congressuale della federazione. Però in ogni caso bisognerà arrivare ad una tregua vera tra le correnti. Il che presuppone una “sintesi” tra Francesco De Angelis e Danilo Grossi da una parte e Sara Battisti e Antonio Pompeo dall’altra. Così come non si potrà prescindere da una forte motivazione del gruppo consiliare, composto da Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi. Insomma, lo schema che ha in mente il presidente regionale dei Democrat è complesso e complicato. Necessiterà di un candidato sindaco forte, carismatico, autorevole, conosciuto e trasversale. Francesco De Angelis ha detto che la candidatura a sindaco di Frosinone non è il suo obiettivo. Vedremo.
Nel centrodestra il sindaco Riccardo Mastrangeli sembra aver optato per un periodo di “zero dichiarazioni politiche”. Prima vuole capire quale sarà il “punto di caduta” nella galassia della Lega, partito al quale peraltro lui stesso ha detto di fare riferimento. Seppure da “civico”. Domani Roberto Vannacci sarà indicato ufficialmente tra i quattro vicesegretari di Matteo Salvini. L’associazione del generale (Noi con Vannacci), però, resterà in piedi. Poco, anzi nulla, da girarci intorno: bisognerà capire gli equilibri e i rapporti tra il parlamentare e coordinatore provinciale del Carroccio Nicola Ottaviani e il vicesindaco Antonio Scaccia, leader della Lista per Frosinone e coordinatore regionale dell’associazione di Vannacci. Da anni Ottaviani e Scaccia hanno un asse forte, ma le cose potrebbero cambiare. Nelle ultime settimane il gelo del vicesindaco nei confronti di Mastrangeli è apparso evidente. E non soltanto agli addetti ai lavori. Inoltre ci sono poi le “fuitine” politicamente non indifferenti con Fabio Tagliaferri e con il gruppo di Fratelli d’Italia.
Tutti elementi che andranno considerati, specialmente in prospettiva. Nicola Ottaviani e Antonio Scaccia saranno dello stesso partito, ma la Lista per Frosinone non sarà sciolta o congelata. Rimarrà in campo anche per le prossime elezioni. Una variabile che promette di fare la differenza.