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L’enigma Plasmon e i rumors sulla vendita del marchio. Attese e speranze per oltre 300 dipendenti del sito di Latina

Marco Battistini
Febbraio 26, 2025

Plasmon, giorni importanti per definire il futuro della Multinazionale e dello stabilimento di Latina. L’azienda di alimenti per bambini, fondata a Milano nel 1902 da Cesare Scotti, è parte del gruppo Heinz dal 1963. Ma la società di ketchup e maionese sta valutando di cambiare rotta, prendendo in considerazione la vendita del marchio. Per farlo, ha affidato il suo dossier alla banca di investimento Houlihan Lokey, con l’incarico di esaminare possibili acquirenti. Fra gli interessati, il fondo di investimento Aurelius e l’azienda alimentare italiana Newlat Food.

L’IPOTESI

La storia a stelle e strisce del famoso marchio di biscotti e alimenti per bambini potrebbe finire a breve. Il gruppo Heinz sta già tastando il terreno, con l’aiuto di figure intermediarie, per individuare eredi papabili a cui vendere lo storico marchio di alimenti per l’infanzia. Nel mirino troviamo al momento il gruppo Aurelius e Newlat Food. Aurelius è un fondo d’investimento tedesco con sede a Londra e un ufficio anche a Milano, e ha di recente acquisito il gruppo agroalimentare belga What’s Cooking.
Newlat Food ha una storia già intrecciata con quella di Plasmon, perché è stata proprio questa azienda a gestire dal 2015 e fino a poco tempo fa lo stabilimento di Ozzano Taro in provincia di Parma, su licenza Heinz. Quest’ultima ha poi deciso di spostare all’estero la produzione di latte liquido e in polvere, ma l’impianto di Ozzano è rimasto nelle mani di Newlat, che continua a produrre alimenti per bambini per la multinazionale Abbott. In Italia resta attivo e di proprietà Heinz lo stabilimento Plasmon di Latina, responsabile della produzione di biscotti e omogeneizzati. Se Newlat Food si aggiudicasse l’acquisto, il marchio di alimenti per bambini più famoso dello Stivale tornerebbe, dopo decenni, in terra natia.

OLTRE 300 DIPENDENTI

E lo stabilimento di Latina è uno degli impianti nel settore più sicuri e tecnologicamente avanzati d’Europa, dove vengono prodotti i biscotti per bambini e gli omogeneizzati. Oltre 300 i dipendenti. E proprio su questo perimetro potrebbe ora focalizzarsi la vendita. Chiaramente sono tutti in allarme e i sindacati di Cgil, Cisl e Uil di categoria hanno immediatamente scritto all’attuale proprietà per un incontro da svolgersi il prima possibile e anche per un incontro con i Ministeri dell’Agricoltura e del Made in Italy.
Sulla questione potrebbe presto entrare in scena la Regione Lazio. Si valuta l’ipotesi di un’audizione sulla vicenda. Ad ogni modo occorre valorizzare l’eccellenza italiana nell’alimentazione per l’infanzia come ulteriore volano di presenza internazionale del nostro Paese nel segmento “food and beverage”. Grazie alla ‘piattaforma di ricerca scientifica Plasmon’ applicata alla nutrizione dei più piccoli, e a fronte di un investimento di 20 milioni di euro nello stabilimento di Latina, è iniziata da tempo la produzione del nuovo segmento di merende ‘Plasmon Nutrimune’. Sarebbe davvero un peccato che questo grande percorso dovesse interrompersi.

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