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Regione, i conti non tornano ancora

Massimo Pizzuti
Dopo i fuochi d’artificio di ieri mattina il centrodestra aveva fatto filtrare l’indiscrezione che la “pax” di Francesco Rocca sarebbe stata accettata e sarà formalizzata lunedì. Poi oggi è successo di tutto e il leader di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini ha fissato il paletto vero: “Se non si risolve si torna al voto”.
Novembre 7, 2024

La maggioranza di centrodestra che sostiene l’Amministrazione Rocca non può prescindere dall’importanza del Lazio in termini politici e di coalizione. Sul piano perfino nazionale.
Indipendentemente da come andrà la seduta consiliare di oggi, una verifica non può protrarsi per quasi quattro mesi. Nella mattinata di ieri sono saltati schemi e nervi dopo che Forza Italia non aveva partecipato alla riunione della commissione bilancio. Il Governatore Francesco Rocca è arrivato a ipotizzare l’azzeramento della giunta e la redistribuzione delle deleghe. A quel punto i falchi hanno lasciato il posto alle colombe e nel pomeriggio più di qualcuno ha fatto filtrare l’indiscrezione che il presidente avrebbe chiuso la partita, imponendo la sua proposta ai partiti. Il giorno individuato per formalizzare tutto è lunedì. In realtà lo scenario è ulteriormente cambiato stamattina. Il deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini ha detto senza mezzi termini che “se la crisi politica non si risolve si va al voto”. Punto. Mentre il presidente Francesco Rocca ha voluto sottolineare che lui “è orgoglioso di avere un vicepresidente come Roberta Angelilli”. Come dire: Forza Italia si scordi la vicepresidenza. Il Governatore ha quindi aggiunto che in realtà non si può parlare di crisi. In realtà nel centrodestra regionale il caos regna sovrano.
Nei mesi passati più volte Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini si sono occupati delle vicende del centrodestra nel Lazio. Oggettivamente però ci sono state priorità enormi sul piano nazionale, economico e internazionale. Le classi dirigenti locali hanno la responsabilità di risolvere la situazione. Anche perché sarebbero le prime ad essere travolte da una eventuale (e non scongiurata) crisi politica.
Dicevamo dell’importanza del Lazio: regione che contiene Roma (la Capitale) e che da sempre vive di politica. Da quando c’è l’elezione diretta, per 4 volte alle regionali ha vinto il centrosinistra: Piero Badaloni, Piero Marrazzo, Nicola Zingaretti (2 volte: l’unico a centrare il bis del mandato). In 3 occasioni ha trionfato il centrodestra: Francesco Storace, Renata Polverini, Francesco Rocca.
In due occasioni il Governatore non ha completato il mandato e si è andati ad elezioni anticipate: con Piero Marrazzo e con Renata Polverini.
Il successo di Francesco Storace segnò l’inizio della fine del Governo di Massimo D’Alema, la conferma di Nicola Zingaretti avvenne nello stesso giorno del tracollo del Pd di Matteo Renzi alle politiche. Determinando la “rottamazione” del “rottamatore”.
Dunque, nessuno può pensare che quanto accade alla Regione Lazio ha una dimensione limitata e locale. Per questi motivi la situazione attuale sta sorprendendo non poco. Ieri pomeriggio Francesco Rocca ha alzato la voce. Adesso sta ai tre leader politici, Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia) e Davide Bordoni (Lega) convincere i rispettivi gruppi che è arrivato il momento che tutti depongano l’ascia di guerra. Stando a quanto accaduto finora, però, non è scontato. Anzi, il contrario.
Il Partito Democratico, con la regia politica del segretario e consigliere regionale Daniele Leodori, si è messo in modalità “non succede, ma se succede…”. Nel senso che nessuno crede davvero che alla fine si arriverà alla crisi e men che meno alle elezioni anticipate. Se però ciò dovesse accadere, bisognerà farsi trovare pronti. E qui inizierebbero i problemi anche nel… Campo Largo. A proposito: esiste ancora? Cosa succederebbe nel caso di un ritorno alle urne? Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi farebbero parte della coalizione? Oppure qualcuno pensa davvero che il Lazio potrebbe diventare il “laboratorio” di un esperimento Pd-Forza Italia? Siamo seri.
Il Partito Democratico continua a ritenere che possano esserci delle alleanze con quel che resta del Movimento Cinque Stelle targato Giuseppe Conte? Il Lazio non è una regione come tutte le altre neppure per la sinistra. C’è da considerare che oggi l’ente più importante che il Pd governa è il Comune di Roma, dove c’è il sindaco Roberto Gualtieri. Nessuno può in realtà fare passi falsi.

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