E’ arrivato in mattinata il temuto forfait di Novak Djokovic. Campioni di questo stampo danno lustro ulteriore a qualsiasi manifestazione e le Finals di Torino senza il serbo saranno comunque orbe, sebbene siano palesemente altri i principali favoriti, che tali sarebbero rimasti anche in caso di presenza di Nole.
Dal punto di vista del pathos e dell’importanza dei tornei 250 in corso di svolgimento a Belgrado e a Metz è un ridimensionamento importante, perché c’erano tre giocatori a contendersi i posti residui per Torino. Ora sono tutti e tre “abili e arruolati”: Ruud, De Minaur e Rublev vanno ad integrare il gruppo dei magnifici cinque che già aveva staccato il “pass” per la rassegna finale, quella che una volta veniva denominata “Masters Tournament”, torneo dei maestri.
Se Jannik Sinner esige, e senza alcun dubbio ottiene, il ruolo di protagonista assoluto, un piccolo margine di dubbio rileva su chi sia l’antagonista principe. Ovvio che Carlitos Alcaraz sia l’alter ego più naturale, quello destinato ad ingaggiare negli anni duelli epici con il nostro eroe dai capelli rossi, però la vittoria nel mille di Parigi Bercy e la conquista del numero 2 del ranking ATP pongono anche Zverev nella condizione di osservato speciale di questo torneo di fine anno così prestigioso.
Il quarto incomodo, se così lo possiamo definire, sarà Daniil Medvedev, che sicuramente è reduce da un’annata in cui in termini di risultati non ha saputo confermare quelli delle stagioni immediatamente precedenti. Il russo però è spietato nel saper cogliere ogni opportunità quando il livello dei suoi più accreditati avversari scende, anche di poco. E sarà lì, anche stavolta, un outsider di lusso.
Fritz, con la sua qualificazione conquistata con ampio anticipo, ha già colto un risultato importante e potrà giocare esibendo la “leggera… dell’essere lì”, in una stagione in cui ha colto la finale nel major in patria e ha mostrato evidenti progressi di tenuta da fondo campo.
Il meno quotato degli otto è senza dubbio, in questo momento, Casper Ruud, che da un paio di mesi sembra entrato nell’angusto tunnel della crisi. Senza dubbio condizionato da una superficie che non ha mai troppo amato, il norvegese sta raccogliendo sul duro risultati inferiori a quelli degli anni passati e sembrerà un po’ il vaso di coccio di questa rassegna torinese.
Alex De Minaur, il piccolo diavolo, è pronto come sempre a dar battaglia. Su una superficie a lui congeniale e supportato da una condizione di forma vicina all’ottimale, l’australiano sarà a tutti gli effetti un’altra mina vagante, con l’obiettivo di centrare la semifinale.
Rublev, un po’ come il connazionale Medvedev, non ha vissuto la sua miglior stagione, ma è giocatore che se in giornata può rendere la vita dura a chiunque e non a caso è uno dei pochi ad aver battuto in stagione Jannik Sinner.
Intanto domani la nostra Jasmine Paolini cercherà a Riyadh il visto per le semifinali, dopo aver battuto Elena Ribakyna nel primo incontro ed aver perso con onore dalla Sabalenka nel secondo. Contro la cinese Zheng sarà un vero e proprio spareggio, per ottenere il secondo posto nel girone e sfidare con ogni probabilità Cocò Gauff, che oggi ha colto una sorprendente ma meritata vittoria in due set su Iga Swiatek. In questo girone solo Jessica Pegula è ormai tagliata fuori e sarà proprio lei a confrontarsi con la polacca numero 2 del mondo nella terza e decisiva giornata. Gauff troverà invece Krejichikova, vittoriosa su Pegula in due set e pronta a battagliare per cercare una clamorosa qualificazione.