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Dimmi la preferenza e ti dirò con chi stai

Massimo Pizzuti
Ultimi due giorni di campagna elettorale, anche in Ciociaria adesso i leader pretendono soltanto… risultati. 
Mare calmo in Fratelli d’Italia. Nel Pd Francesco De Angelis e Sara Battisti si contano su Nardella e Ricci. Ma attenzione a Zingaretti. Nella Lega Mario Abbruzzese si aspetta un sostegno visibile da Nicola Ottaviani e Pasquale Ciacciarelli. In Forza Italia Claudio Fazzone attende i voti.
Giugno 6, 2024

Ultimi giorni di una campagna elettorale, quella per le europee, dettata dai leader nazionali e caratterizzata da uno scontro politico interno. Come sempre. Adesso però, nelle ultime quarantotto ore prima dell’apertura dei seggi, i big stanno cercando di capire quanto voti e quante preferenze usciranno davvero nei singoli territori. Quindi anche della provincia di Frosinone, dove ci sono delle situazioni importanti da verificare.
Non è il caso di Fratelli d’Italia, per un motivo semplice: il parlamentare e presidente provinciale Massimo Ruspandini ha il sostegno di una solida maggioranza del partito. Ci sono alcune sfumature diverse sulla “terna” da indicare sulla scheda, ma il tutto sta accadendo senza eccessive tensioni.
Con due punti fermi irrinunciabili: Giorgia Meloni e Nicola Procaccini.
Non ha senso alcuno (a parte per la statistica) richiamare il risultato delle europee del 2019. Era un altro mondo. Il confronto si farà con le percentuali delle politiche del 2022 (richiamate dal premier Meloni) e delle regionali del 2023. In Ciociaria FdI ha ottenuto il 33,06 alle politiche e il 28,11% alle regionali (dove ci sono le preferenze).
Discorso completamente diverso all’interno del Pd, specialmente per il “terremoto” avvenuto negli ultimi giorni. Oltre al risultato bisognerà vedere e analizzare le preferenze ai singoli. A Dario Nardella e a Matteo Ricci, ma anche a Nicola Zingaretti. Si tratta di una conta. Francesco De Angelis, presidente regionale del partito, vuole testare l’orientamento della sua corrente, Pensare Democratico. Lui voterà per Schlein, Zingaretti e Nardella. Mentre la consigliera regionale Sara Battisti per Schlein, Zingaretti e Ricci. Per Nardella si esprimerà pure Antonio Pompeo. Ad urne chiuse saranno chiarissimi i rapporti di forza e allora si aprirà di fatto una stagione destinata a concludersi con il congresso provinciale. Francesco De Angelis ha scelto la strada del patto di ferro il segretario regionale Daniele Leodori e si aspetta il massimo sostegno della componente che lui stesso ha fondato. Impossibile lasciare le cose come stanno. Sia Luca Fantini che Enrico Pittiglio appaiono intenzionati a restare con Sara Battisti. Si capirà presto quello che succederà nel puzzle delle caselle politiche: segreteria, capogruppo alla Provincia e tutto il resto. Per il Pd il confronto con il 2019, invece, ci sarà, perché il 16% di allora è stato tra i risultati più bassi dell’intera circoscrizione. Peggio ancora alle politiche del 2022: in Ciociaria Dem al 13,99%. Decisamente meglio alle regionali: 22,66%. Il tema è lo stesso di sempre: male quando predomina il voto di opinione, meglio quando si devono scrivere i nomi sulla scheda.
In provincia di Frosinone nella Lega non ci sono altri temi se non i voti che riuscirà ad ottenere Mario Abbruzzese, protagonista di una campagna elettorale nella quale ha messo in campo tutto. Abbruzzese è stato determinante sia per l’elezione di Nicola Ottaviani alla Camera (l’ex sindaco di Frosinone ha concorso nel collegio uninominale di Cassino-Terracina), sia per la nomina ad assessore regionale di Pasquale Ciacciarelli. Si aspetta che dalle urne escano tante preferenze. Gli stessi Nicola Ottaviani e Pasquale Ciacciarelli si giocano molto sul piano politico all’interno del partito.
Antonio Tajani e Claudio Fazzone credono molto nel sorpasso degli “azzurri” al Carroccio. Anche in provincia di Frosinone. Nelle ultime ore hanno aumentato il pressing sui referenti locali, chiamati a contarsi sulle preferenze allo stesso Antonio Tajani, a Salvatore De Meo e a Rossella Chiusaroli. Un esame per tutti: Daniele Natalia, Adriano Piacentini, Gianluca Quadrini, Maurizio Scaccia, Pasquale Cirillo.
Un’ultima considerazione di carattere generale. La grancassa dei giornaloni, dei benpensanti e delle “anime belle” si è già attivata. Con questo mantra: se dovesse votare il 50% (la metà degli aventi diritto), allora i risultati dovrebbero essere presi comunque con le molle perché tutti sarebbero… una minoranza. Il problema dell’affluenza esiste, ma non riguarda solo l’Italia. Interessa l’intero Occidente, Usa in primis. In ogni caso la democrazia ha le sue regole e il voto è l’espressione più alta. Niente alibi preventivi.

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