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Favorisca la… preferenza PD e Lega, chi si conta su chi

Licandro Licantropo
Nicola Zingaretti, Dario Nardella e Matteo Ricci: anche in Ciociaria nel Partito Democratico è corsa (trasversale) ai voti dei big e delle correnti. La classe dirigente del Carroccio sta con Mario Abbruzzese, ma Roberto Vannacci non ha paura di ballare da solo.
Maggio 29, 2024

Ieri pomeriggio si sono incrociati a piazza Caduti di via Fani, a Frosinone nella redazione del quotidiano Ciociaria Oggi. Mario Abbruzzese è candidato alle europee nella lista della Lega, Francesco De Angelis era in compagnia del sindaco di Firenze Dario Nardella (in corsa per un seggio a Strasburgo) e di Daniele Leodori, segretario del Pd nel Lazio. I due si sono salutati con simpatia e stima e ognuno avrà pensato: dopo tanti anni siamo ancora e sempre noi in trincea. Vero: Francesco De Angelis e Mario Abbruzzese sono veterani della politica, accomunati da una passione che è difficile riscontrare oggi. Quando, in maniera banale e superficiale, si dice che i “mostri sacri” impediscono la crescita politica delle nuove generazioni, bisognerebbe porsi pure un’altra domanda: ma davvero tra le nuove generazioni c’è chi ha intenzione di sfondare? Perché alla fine tutti hanno avuto difficoltà ad emergere, perfino De Angelis e Abbruzzese. Ai quali però non mancava la “fame”.
E’ il caso di soffermarsi sul Pd e sulla Lega. In questi ultimi giorni in Ciociaria sono venuti tre candidati di punta: il deputato ed ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e i sindaci Matteo Ricci e Dario Nardella. Si confida nel fatto che con tre preferenze da esprimere si possono tenere insieme tutte le esigenze, specialmente quelle delle correnti. Ma intanto dai voti si capiranno tante cose. Nicola Zingaretti in provincia di Frosinone ha sempre avuto tanto consenso. Vedremo cosa succederà stavolta. Autorevoli commentatori nazionali hanno sottolineato che in un certo senso Elly Schlein si conterà su Zingaretti, che l’ha sostenuta alle primarie. Dimenticando però che in quell’occasione ad appoggiarla c’era anche Dario Franceschini, il “signore di tutte le correnti” del Pd, leader di AreaDem. Con Franceschini sta Daniele Leodori, segretario regionale dei Democrat nel Lazio. Non solo: anche Dario Nardella fa riferimento a Franceschini. Sicuri che la Schlein si conterà soltanto su Zingaretti? Per la verità l’ex presidente della Regione ha capito benissimo come tira il vento e sa che dovrà conquistarsi ogni singola preferenza. Come stanno facendo Dario Nardella e Matteo Ricci. Naturalmente i big locali sono presenti insieme agli eventi pubblici, ma non è necessario essere dei “maghi” per capire che Francesco De Angelis, Sara Battisti, Luca Fantini, Antonio Pompeo, Mauro Buschini e tutti gli altri “diversificheranno”  le indicazioni di voto. Va bene così, lo consente il sistema elettorale. Per fare i… conti ci sarà sempre tempo.
Nella Lega il Capitano Matteo Salvini ha scelto la standing ovation nella sala stracolma dell’Edra a Cassino per lanciare la candidatura alle europee di Mario Abbruzzese. Sul palco con lui c’erano anche il sottosegretario Claudio Durigon, l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, il deputato e segretario provinciale del Carroccio Nicola Ottaviani e il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli. Tutti con l’obiettivo di trasmettere un messaggio: in questo territorio la Lega sta con Mario Abbruzzese.
Poche ore prima il generale Roberto Vannacci, capolista della Lega alla circoscrizione Centro, si era presentato a Fiuggi. Senza bandiere di partito, ma con le copie del libro Il Coraggio vince. Vannacci ha saputo dall’inizio che per gli altri candidati del Carroccio lui rappresenta un problema e infatti sta cercando di non invadere il campo. Esprime la sua idea di società, di Italia e di Europa e, a giudicare dalla partecipazione, fa breccia in una fetta di elettorato importante. Specialmente di over 50, che poi sono quelli che votano più degli altri.
Cinque anni fa alle europee votò il 54,50% degli aventi diritto. Quest’anno secondo le previsioni si potrebbe andare sotto il 50%. Bisogna farsi una domanda: tra quelli che andranno alle urne, quanti davvero esprimeranno tre preferenze, scrivendo quindi tre cognomi e nomi sulla scheda? Il quotidiano La Stampa ha ricordato che fino alle politiche del 1979 in Italia votavano oltre il 90% degli elettori. Nel 2022 il dato, sempre alle politiche, è sceso al 63,9%. Non c’è molto altro da aggiungere.

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