Il duello a distanza tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein sul palco del Festival dell’Economia a Trento evidenzia un elemento preciso: la linea politica è necessaria in ogni tipo di elezione. Tutti quelli che dicono che i livelli vanno separati e tenuti distinti o sono degli ingenui oppure mentono sapendo di mentire. Il presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia ha detto: “E’ una riforma (ndr: quella del premierato) necessaria in Italia. O la va o la spacca: ma nessuno mi chieda di scaldare la sedia o di stare qui a sopravvivere, non sarei la persona giusta per ricoprire questo incarico”. Elly Schlein ha ribattuto: “E’ una riforma che farà saltare l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Ne escono indeboliti il presidente della Repubblica e il Parlamento”.
Si vota per le europee certo, ma in Italia ci sono visioni profondamente diverse anche su come stare nell’Unione Europea. Da quanti anni proprio Bruxelles invita il nostro Paese a voltare pagina con le riforme: pensioni, Pubblica Amministrazione, ma anche forma dello Stato. Perfino la giustizia. Parlarne in campagna elettorale non significa svicolare e neppure buttarla in calcio d’angolo. Nicola Procaccini, deputato europeo in carica di Fratelli d’Italia e co-presidente del gruppo dei Conservatori, sta dicendo la sua su tutti i temi di attualità. Intervenendo nei dibattiti che riguardano la legge sull’aborto ma anche la giustizia.
E’ normale e perfino giusto che sia così. Un concetto che va affermato anche a livello locale. I leader locali dei partiti non vivono su Marte e ci sono visioni diametralmente opposte sul modo di immaginare la società del prossimo futuro. Ieri a Cassino il segretario provinciale del Pd Luca Fantini e la consigliera regionale Sara Battisti hanno sostenuto Nicola Zingaretti anche rivendicando le idee del Partito Democratico su tutti i principali temi. Enzo Salera, che punta al bis come sindaco della città martire, ha volutamente messo in campo una coalizione con il baricentro politico spostato a sinistra. Massimo Ruspandini, deputato e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, è stato presente all’inaugurazione della nuova sezione del partito a Ferentino. Mettendo in evidenza, come fa sempre, il modello di governo e di società di FdI.
Calcando la mano sull’importanza delle sedi in tutti comuni, sul valore dell’appartenenza, sull’imprescindibilità di una struttura gerarchica che tenga conto del rapporto con il territorio.
Nei giorni scorsi in Ciociaria è venuto Antonio Tajani, ministro degli esteri e segretario nazionale di Forza Italia. Anche lui ha messo l’accento sulle ambizioni elettorali degli “azzurri”. Non per questo l’azione politica sul territorio ne esce indebolita. Massimiliano Smeriglio, in corsa nella lista di Alleanza Verdi e Sinistra, a Frosinone ha sviluppato un’analisi forte sulla crisi del centrosinistra nazionale e regionale, parlando di fallimento del progetto di Piazza Grande.
Siamo immersi da anni nel clima del “politicamente corretto”, che prevederebbe anche di sviluppare le campagne elettorali per compartimenti stagni: politiche, regionali, europee, comunali. Ognuno nel proprio ambito, senza sconfinamenti. Ma chi l’ha detto? Forse il calo continuo dell’affluenza dipende dall’incapacità della politica di appassionare e di risvegliare emozioni. Preferendo modelli piatti e scialbi di campagna elettorale. Non è così. Altrimenti non si sarebbero candidati tutti i leader come capilista alle europee. Forse l’elettorato ha bisogno di confini netti e di toni forti e di idee riconoscibili. Forse gli elettori della Ciociaria vogliono sapere come la pensano Massimo Ruspandini, Sara Battisti, Ilaria Fontana, Nicola Ottaviani e Rossella Chiusaroli sugli argomenti che non solo caratterizzano il dibattito ma che possono disegnare la società del domani. Non ha senso tenere “camere” separate. Il politicamente corretto non ha prodotto uno scatto virtuoso del Paese. Forse è ora di voltare pagina.