Penultimo match stagionale e ultima trasferta di un anno agonistico che non ha ancora regalato al Frosinone un cin cin esterno. Mister Di Francesco vuole che i suoi alzino l’attenzione, perché nel match casalingo contro l’Inter in tal senso ha visto un piccolo calo di tensione: “Al di là del risultato, nel match contro l’Inter c’è stata un po’ di attenzione in meno rispetto alle gare precedenti. Questo non deve accadere, e in settimana abbiamo lavorato proprio su questo dettaglio. Il risultato finale di venerdì è stato persino paradossale rispetto alle vicende del campo, con la nostra traversa sullo 0-1 e tante situazioni che potevano girare dalla nostra parte, ma è l’ennesima dimostrazione di come la serie A possa essere spietata. La soglia dell’attenzione può fare la differenza”.
Con chi andremo a giocare questo match cruciale? La conta degli assenti è ancora in fieri… “Qualche dubbio ce lo porteremo fino all’immediata vigilia. Certamente non ci sarà Turati, e Mazzitelli non sta ancora bene. Con chi eventualmente lo sostituirò? Ci sono due soluzioni e nemmeno i ragazzi sanno ancora quale sarà la mia scelta specifica. Potrei far giocare Brescianini più avanzato e pensare ad altre soluzioni per la mediana, con Gelli allineato a Barrenechea, oppure schierare Brescianini più dietro e insierire uno tra Harroui e Renier davanti. In ogni caso, dall’inizio o a gara in corso, tutti avranno l’opportunità di determinare”.
Partite in contemporanea, da tanti reclamate, ma non recepite da chi poi sceglie gli orari: una vessata quaestio…
“Mi sono già espresso su questa problematica. Io, al pari di tanti miei colleghi ed addetti ai lavori, sarei per la contemporaneità. Prendiamo però atto che non sarà così e di conseguenza accettiamo che in qualche misura l’atteggiamento possa essere condizionato dalla conoscenza del risultato delle altre. Avere un occhio nel caso della non contemporaneità o un orecchio, quando si gioca in concomitanza, al risultato degli altri stavolta sarà pressoché indispensabile. Il concetto base però sarà quello di pensare anzitutto a noi, perché è pacifico che vincendo le nostre due gare gli altri risultati non saranno così importanti”.
All’andata il Monza dimostrò un po’ più di malizia, una compattezza maggiore. Cosa dovrà fare il Frosinone per evitare che si ripeta quel tipo di partita e chi teme di più tra i brianzoli?
“Sono d’accordo con questa analisi. Il Monza è allenato da uno degli allenatori emergenti più bravi, Palladino, e ha una rosa piuttosto qualitativa. Rispetto a noi è più avanti nel percorso di maturità che una squadra deve necessariamente compiere. In questo momentoun giocatore essenziale è Djuric, che forse non è mai stato un superbomber ma che in questo momento segna con continuità ed ha caratteristiche che lo rendono molto difficile da marcare e da contenere. C’è anche Colpani, che è più un centrocampista che una punta ma ha grandi doti tecniche, al pari di Valentin Carboni, giocatore che come il nostro Soulé ha grandi numeri e può rompere gli equilibri con le sue giocate. Dobbiamo giocare una grande gara per centrare l’obiettivo. Un pareggio potrebbe essere un buon risultato, ma è ovvio che giochiamo per vincere. Sebbene in trasferta non ci sia mai riuscito, dovete darci atto che ci abbiamo sempre provato”.
E chissà che non arrivi proprio nell’ultima trasferta stagionale questo sospirato successo esterno, che avrebbe un valore davvero determinante in questo rebus salvezza che in cinque provano a risolvere, sapendo che due di esse non vi riusciranno.