Il lungo conto alla rovescia è terminato ieri con la presentazione delle liste. Il solito diluvio di numeri è… un atto dovuto: 36 Comuni al voto in Ciociaria l’8 e 9 giugno. Quasi cento candidati a sindaco (per la cifra precisa meglio aspettare le decisioni delle commissioni che stanno effettuando i controlli) e centoventi liste. Un esercito di aspiranti consiglieri: sono in palio 400 seggi.
Mai come in questa occasione però le diverse situazioni sono riconducibili ai protagonisti.
I leader dei partiti dovranno dimostrare la loro capacità di adeguarsi a situazioni nuove.
A Cassino l’uscente Enzo Salera ha messo in campo una coalizione di centrosinistra che ha voluto lui. Il Pd di Francesco De Angelis, Sara Battisti e Luca Fantini lo ha lasciato fare perché non aveva alternative. Se Salera centrerà il bis, la vittoria sarà tutta sua. Se invece dovesse, clamorosamente, perdere, allo stesso modo la sconfitta verrà addebitata esclusivamente a lui. Come a “Lascia o Raddoppia”.
A Veroli il “laboratorio” civico e trasversale ha avuto una condivisione bipartisan e … necessaria. Germano Caperna è un politico di lungo corso, cresciuto nel Partito Democratico (sponda Scalia) e poi trasmigrato in Italia Viva di Matteo Renzi. Conosce tutti i meccanismi e sa cogliere le sfumature. Ha deciso di spogliarsi del mantello partitico, posizionandosi al centro della scena politica verolana. Sapeva dal primo istante che Simone Cretaro lo avrebbe sostenuto, che il Pd non avrebbe potuto fare altrimenti e che perfino Fratelli d’Italia e Lega avrebbero analizzato la situazione seriamente. Il centrodestra non è nelle condizioni di poter vincere a Veroli e quindi ha optato per la stessa mossa di Ferentino: partecipare ad un esperimento ammantato di “civismo”. Senza simboli. Poi, nel caso di successo di Caperna, il vero banco di prova sarà rappresentato dal governo della città.
In cinque Comuni c’è un solo candidato sindaco, senza avversari. A Enrico Pittiglio (San Donato Valcomino), Adriano Lampazzi (Giuliano di Roma), Giovanni di Meo (Vallerotonda), Benedetto Cardillo (Ausonia) e Pierino Liberato Serafini (Fontechiari) basterà raggiungere il quorum degli aventi diritto, fissato al 40%, ma senza conteggiare i residenti all’estero. Meno semplice di quello che potrebbe sembrare. Specialmente nei centri della Valcomino.
Per il resto i temi più importanti sono legati ai diretti interessati. Domenico Alfieri cerca il tris a Paliano, ma lo farà con una sua squadra, nella quale il Pd c’entra fino ad un certo punto. Solo per fare un esempio.
I partiti devono fare i conti con uno scenario lontanissimo da quello degli anni passati. Ovunque ci sono soltanto liste civiche, con pochissime eccezioni (a parte Cassino naturalmente). E allora non resta che fare la campagna elettorale sui propri rappresentanti in corsa per un seggio da consigliere comunale. Un meccanismo che Massimo Ruspandini, deputato e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, ha capito prima e meglio di tanti altri. Da anni si muove in questo modo, con risultati visibili a tutti. FdI ha aumentato di molto il numero dei propri amministratori, come dimostrano i 3 consiglieri eletti alle provinciali. Il Partito Democratico usa lo stesso schema, ma è spesso penalizzato dalle contrapposizioni correntizie. Però mantiene una presenza significativa di sindaci e amministratori. Forza Italia proverà a risalire e anche alle comunali l’obiettivo è mettersi alle spalle una Lega nella quale la convivenza tra Nicola Ottaviani da una parte e Mario Abbruzzese-Pasquale Ciacciarelli dall’altra è sempre più problematica. Sotto questo punto di vista sarà importante contare le preferenze di Abbruzzese alle europee. L’ex presidente del consiglio regionale si aspetta lo stesso appoggio che lui ha dato a Ottaviani in occasione delle politiche. Alle provinciali di dicembre 2023 il Carroccio ha eletto due consiglieri: Andrea Amata fa riferimento a Ottaviani, Luca Zaccari ad Abbruzzese-Ciacciarelli. Appunto.
NUMERI E COMUNI
Nel Lazio sono 142 i Comuni al voto, 7 dei quali con oltre 15.000 abitanti: Tivoli, Civitavecchia, Palestrina, Monterotondo, Cassino, Veroli e Tarquinia. In questi centri è previsto il ballottaggio due settimane dopo se nessuno degli aspiranti sindaco avrà sfondato il muro del 50% dei consensi al primo turno. In provincia di Frosinone urne aperte in 36 Comuni. Oltre a Cassino e Veroli, Acuto, Arnara, Ausonia, Broccostella, Casalvieri, Castelliri, Ceprano, Colfelice, Coreno Ausonio, Falvaterra, Fontechiari, Gallinaro, Giuliano di Roma, Isola del Liri, Morolo, Paliano, Pescosolido, Piglio, Posta Fibreno, Rocca d’Arce, San Donato Val di Comino, San Giorgio a Liri, San Vittore del Lazio, Sant’Ambrogio sul Garigliano, Sant’Andrea del Garigliano, Sant’Apollinare, Sant’Elia Fiumerapido, Santopadre, Settefrati, Strangolagalli, Vallemaio, Vallerotonda, Vico nel Lazio, Villa Santo Stefano.
Invece alle europee…
Alle europee la sfida più importante in Ciociaria è quella a distanza tra Mario Abbruzzese (Lega) e Rossella Chiusaroli (Forza Italia). Intendiamoci: entrambi cercheranno il miglior risultato possibile e quindi di prendere voti e preferenze nell’intera circoscrizione, ma i risultati in provincia di Frosinone influiranno non poco a livello regionale. I consensi di Abbruzzese potrebbero essere utili per il mantenimento dell’assessorato a Pasquale Ciacciarelli, quelli della Chiusaroli per aggiungere frecce nella faretra del senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia. Intenzionato a rivendicare un posto in giunta in più per gli “azzurri”. Proprio a scapito del Carroccio.
È altrettanto evidente che la strategia dei vertici di Fratelli d’Italia punta ad ottimizzare il risultato sul territorio con indicazioni piuttosto decise che puntano a definire i rapporti di forza sulla provincia di Frosinone.
Ecco perchè le europee, elezioni dove il sistema proporzionale si fa sentire, non servono banalmente soltanto ad eleggere il prossimo parlamento europee ma costituiscono un delicato banco di prova per un’intera classe dirigente.