Si chiama Rossi ed è un bravissimo pilota di kart. Ovviamente non è Danilo, cinque volte campione del mondo, le cui performance risalgono a qualche anno fa. Lui è Daniele, vive a Vico nel Lazio e la sua passione per i motori e per il kart risale ai primi anni di vita: “Avevo sette anni quando mio padre mi comprò il primo kart. Da subito ho provato un grande trasporto per questa disciplina, ed il feeling è cresciuto di anno in anno, a dispetto di qualche difficoltà, perché è uno sport un po’ costoso. Sia io che mio padre ci adoperiamo al fine di coprire il budget necessario e poi il mio datore di lavoro mi dà una mano con una sponsorizzazione”.
Eh già, perché Daniele, studente dell’Istituto Tecnico Aeronautico, non disdegna di unire allo studio qualche serata da cameriere: la passione esige sacrifici e lui vi si sottopone volentieri, perché le sue doti di driver sono una motivazione ampiamente sufficiente.
Nella gara di Coppa Italia di zona, ad Aprilia, Daniele ha vinto con ampio margine, dimostrando una volta di più le sue qualità di pilota: ora nell’ambito della sua categoria, KZN Rookie, il diciottenne vichense aspira a partecipare al campionato italiano. Per ottenere il visto servirà un’altra prova convincente ad Artena, che è la prossima tappa della Coppa Italia di zona.
“Mi alleno spesso ad Arce e talvolta anche ad Aprilia. Non è semplice coniugare lo studio, il lavoro e la pratica di una disciplina sportiva, ma quando c’è la passione ogni ostacolo può essere superato. I miei idoli sportivi? Beh, essendo un pilota ovviamente il mio idolo assoluto è un pilota di Formula1, l’indimenticato Ayrton Senna, mentre di quelli in attività mi piace più di tutti Alonso. Degli altri sport invece, mi piace tanto il ciclismo. Quando non mi alleno e non studio, ma capirete che non è molto il tempo libero, amo correre, stavolta senza alcun mezzo meccanico. Unisco così il piacere di correre all’aria aperta alla necessità di essere in forma. Non è che un pilota possa permettersi di non essere anche un atleta”.
In attesa di vedere se riuscirà a centrare l’obiettivo stagionale della partecipazione al campionato italiano, per il quale ci tiene a puntualizzare “Non andrei soltanto per partecipare, ma per vincere”, nessuno vieta a Daniele Rossi di guardare un po’ più in là, perché lui la pensa come Nelson Mandela e Jim Morrison, che sostenevano che un vincitore fosse solo un sognatore che non ha mollato (non si è arreso, secondo il cantautore poeta). E allora, perché no? Eccolo volare con la fantasia alla guida di una monoposto, in quei Gran Premi con folle oceaniche e passioni indomabili ai bordi della pista.
“Credo che ognuno di noi abbia il diritto di sognare e d’immaginarsi su un podio, quale che sia. Sarei un bugiardo se dicessi che non sogno di passare all’automobilismo, ma dovrebbero incastrarsi davvero tanti tasselli. Non dipenderà solo da me, ovviamente, ma io ci metterò tutto l’impegno del mondo. Intanto penso alla gara di Artena e poi, se riuscirò a partecipare, al campionato italiano. L’anno prossimo poi potremmo spostare un po’ più in alto l’assicella. Quando sono in gara immagino che la competizione sia una metafora della vita: è bello misurarsi con gli altri e con se stessi ed è giusto esigere il meglio. Sempre nel rispetto della lealtà, che nello sport, come nella vita, deve essere il valore di riferimento”.