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Il day after di Acqualatina: navigazione più difficile per Ato 4 e Provincia. FI si farà sentire nei Comuni, Latina nel mirino

Cristiano Sacerdoti
Aprile 17, 2024

Acqualatina, il day after. Sono in molti a chiedersi cosa succederà nelle prossime settimane. La portata del voto prodotto dall’assemblea dei soci del gestore del servizio idrico ha assunto una valenza epocale. In un solo colpo è stata decretata la fine di un’era politica, caratterizzata dal dominio di FI su un’azienda che fattura milioni di utili ogni anno e contemporaneamente l’inizio di una nuova fase, che rischia di diventare problematica per il centrodestra pontino.

IL NODO FAZZONE

Il grande sconfitto è Claudio Fazzone. La sua strategia risultata sempre vincente fino a ieri, ovvero quella di coinvolgere il più possibile sindaci civici ed anche di area dem, stavolta si è scontrata con un muro allestito attorno alla cintura dei Lepini e lungo fino ad Aprilia. La grande sorpresa è stata l’ostitlità dei sindaci di Sezze, Sermoneta e Roccagorga nei confronti della vecchia gestione di potere di Acqualatina. Lucidi, Giovannoli e Amici sono sindaci storicamente legati ad ambienti del centrosinistra. Eppure nessuno di loro ha voluto accogliere l’invito alla soluzione istituzionale lanciata dal presidente della Provincia Gerardo Stefanelli, negando il sostegno all’asse FI-Pd-Civiche. Così come la scelta del sindaco apriliano Lanfranco Principi ha colto di sorpresa quasi tutti. Dato quasi per certo il suo sostegno a Fazzone, nelle ore precedenti al voto si sarebbe consumato il cambio di strategia. Che, intendiamoci, non è un voltafaccia, in quanto la giunta di Aprilia è espressione soprattutto di FdI, Lega e forze civiche di centrodestra. Ma i rumors della vigilia sembravano pronosticare un allineamento del Comune ai voleri di Fazzone. Così non è stato.

LE CONSEGUENZE

Quanto accaduto lunedì avrà ripercussioni nel prossimo futuro. In molti sono pronti a scommetterci. Innanzitutto la gestione del rapporto tra Ato 4 e gestore idrico potrebbe non essere dei più semplici. Così come in Provincia è facile immaginare che Stefanelli sarà inevitabilmente ancora più esposto alle critiche di FdI e Lega. Ma le maggiori attese sono legate alla risposta di Forza Italia. Il timore a destra è che il senatore Fazzone renda più complessa la navigazione di alcune amministrazioni comunali. In primis quella di Latina. Molto probabilmente bisognerà attendere il dopo Europee per comprendere la portata dei movimenti tellurici che interesseranno la coalizione di centrodestra nel pontino. A sinistra intanto è partito l’assalto alla nuova governance. FdI è finita nel mirino dei seguaci di Damiano Coletta.

“Quello che è accaduto ieri, con l’elezione del nuovo Consiglio di amministrazione di Acqualatina targato Fratelli d’Italia, non può che essere letto come un segnale pericoloso, il sintomo di una volontà politica di occupazione dei territori -si legge in una nota di Dario Bellini, consigliere provinciale delle Civiche pontine- in un ambito come questo abbiamo dimostrato nella storia recente di voler lavorare con l’obiettivo di cercare sempre soluzioni condivise, facendo ognuno un passo indietro, perché riteniamo che su questi argomenti sia necessaria la rappresentanza di tutti, anche tenendo conto del peso in termini ponderali e di quello politico. In occasione della precedente votazione del Cda si era arrivati a una soluzione condivisa grazie a chi aveva mostrato buonsenso, buonsenso che invece ieri è  completamente mancato, in barba all’interesse pubblico e ai cittadini della provincia”. Finiti i tempi dell’asse Fazzone-Coletta, adesso in provincia si afferma un nuovo schema, quello FdI-Durigon. Reggerà a lungo? Ai posteri l’ardua sentenza.

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