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Aprilia decisiva nei giochi sulla governance di Acqualatina. Fazzone potrebbe mantenere la leadership e ‘isolare’ FdI. Possibile fronte FI-Pd

Cristiano Sacerdoti
Aprile 8, 2024

Si terrà il 15 aprile l’assemblea dei soci che dovrà decidere sui nuovi componenti del Cda di Acqualatina. Le candidature stanno per essere definite da una commissione composta da due professori universitari e dai sindaci di San Felice Circeo e di Aprilia. Proprio dalla seconda città della provincia arriva la notizia più importante delle ultime settimane. Con la nuova amministrazione Principi si registra un deciso cambio di rotta rispetto al passato. L’atteggiamento nei confronti del gestore idrico è molto propositivo, in una realtà peraltro storicamente ostica, vista l’elevata evasione sulle bollette dell’acqua. 

APRILIA DETERMINANTE

Sarà proprio il sindaco di Aprilia a ricoprire il ruolo di ago della bilancia nella partita delle nomine. Per la prima volta questo Comune farà valere le sue quote in assemblea dei soci. Stando ad alcuni rumors, la posizione di Aprilia sarebbe molto vicina a Forza Italia. Se questa indiscrezione verrà confermata dai fatti, Fazzone potrebbe sperare di confermare la guida della società, a discapito delle ambizioni di Fratelli d’Italia. Infatti il partito guidato da Nicola Calandrini, con i soli sindaci di Latina e Terracina, non avrebbe i numeri per rompere il dominio azzurro sul Cda. Anzi, si potrebbe anche verificare un clamoroso accordo FI-Pd per la divisione della posta.
Il riavvicinamento di Aprilia all’attuale vertice di Acqualatina è confermato da un recente provvedimento, che ha destato clamore. La giunta comunale di Aprilia ha infatti acconsentito all’acquisizione da parte di Acqualatina delle banche dati dei cittadini: l’obiettivo sarebbe quello di rintracciare utenti morosi o allacciati abusivamente. In ballo un progetto di miglioramento del servizio, con un investimento di ben 54 milioni di euro: 40 derivanti da fondi Pnrr e altri 14 proprio dai pagamenti delle utenze dei cittadini. “Uno degli obiettivi del progetto – specifica la delibera – è la riduzione delle perdite definite amministrative stimate tra il 12 e il 20%, ovvero il recupero dei volumi d’acqua immessa in rete e non fatturati dal Gestore”. Su 4mila chilometri di reti idriche, le perdite ammontano al 71%, con 95,7 milioni di metri cubi persi su 134 estratti. “Le tecniche di trasferimento dei dati riguardano l’invio di un supporto informatico protetto al sistema WebGis” continua la delibera. 

DISPERSIONE RECORD

Eppure la rete idrica in provincia di Latina continua a fare acqua da tutte le parti. Nel 2022 circa 3,4 miliardi di metri cubi di acqua – pari al 42,4% di quella immessa in rete – e andata persa. E il dato e in crescita rispetto al 42,2% del 2020, «a conferma del persistente stato d’inefficienza» di molte reti di distribuzione. E Latina è tra le peggiori. A scattare la fotografia è l’Istat, Istituto nazionale di statistica, secondo cui le ragioni vanno ricercate in fattori fisiologici, presenti in tutte le infrastrutture idriche, in quanto «non esiste un sistema a perdite zero.
E, ancora, a rotture nelle condotte e vetusta degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del territorio, a fattori amministrativi, dovuti a errori di misura dei contatori, e agli allacci abusivi. In sintesi, e come se andassero persi 157 litri al giorno per abitante, una quantità che, complessivamente, soddisferebbe le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno, cioè di circa il 75% della popolazione italiana. Sebbene le perdite idriche siano consistenti in tutto il territorio nazionale, e evidente una notevole differenza tra il nord, il centro e il sud. In nove regioni la dispersione e superiore al dato nazionale, con i valori piu alti in Basilicata (65,5%), Abruzzo (62,5%), Molise (53,9%), Sardegna (52,8%) e Sicilia (51,6%). Di contro, tutte le regioni del nord hanno un livello di perdite inferiore, con Veneto (42,2%) e Friuli-Venezia Giulia (42,3%) in linea col dato nazionale. Nella provincia autonoma di Bolzano (28,8%), in Emilia-Romagna (29,7%) e Valle d’Aosta (29,8%) si registrano le perdite minori.
Guardando ai capoluoghi regionali, in più di uno su tre si registrano perdite totali in distribuzione superiori al 45%. Le condizioni di massima criticità, con valori pari ad almeno il 65%, sono a Potenza (71,0%), Chieti (70,4%), L’Aquila (68,9%), Latina (67,7%), Cosenza (66,5%), Campobasso (66,4%), Massa (65,3%), Siracusa (65,2%) e Vibo Valentia (65,0%).

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