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Calandrini lancia un monito a Fazzone e richiama FI ai doveri dell’alleanza. In Provincia cresce l’attesa per l’elezione diretta

Marco Battistini
Aprile 4, 2024

Su via Costa si vanno spostando i riflettori della politica locale. In molti auspicano la tanto agognata riforma dell’ente. Questione ormai datata quella delle Province, così come sempre più ampio e trasversale da destra a sinistra il fronte che reclama un deciso superamento della Delrio e un ritorno alla situazione precedente, con le elezioni dirette e non come avviene attualmente attraverso il voto ponderato dei Comuni, ma anche il ripristino di una serie di competenze che la prospettata e mai avvenuta cancellazione degli enti prevista dalla riforma dell’allora ministro dem aveva eliminato.

CALANDRINI ALZA IL TIRO
A Latina FdI avverte FI e la richiama alla necessità di estendere l’alleanza anche per l’ente provinciale. La sensazione è che tra le due principali forze del centrodestra si stiano accentuando le divergenze strategiche. Partendo dalla Regione fino ai Comuni più piccoli, passando per la Provincia, il dualismo FdI-Fi appare sempre maggiore.

“Condivido l’auspicio del presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli quando chiede a tutti la massima condivisione nelle scelte dell’ente di via Costa. D’altra parte, come sottolineato dal nostro consigliere Pierluigi Torelli in consiglio provinciale, i voti in politica contano”, ha affermato il senatore Nicola Calandrini, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia. “Fratelli d’Italia è il primo partito e il centrodestra, unito, esprime 9 consiglieri provinciali su 12. Credo sia una grande opportunità da cogliere ed è per questo che chiederò a breve agli alleati di Forza Italia e Lega di condividere un percorso. Nonostante la Provincia sia, spero ancora per poco, un ente di secondo livello, è auspicabile che a indicare la linea siano i partiti di centrodestra. Su questi presupposti, infine, è interesse di tutti il raggiungimento della massima condivisione possibile con tutte le forze rappresentate. Per il centrodestra è, ribadisco, un’opportunità da non perdere, anche in vista dell’auspicata modifica della legge elettorale, che è intenzione del Governo approvare e che farà tornare ai cittadini la scelta di eleggere i consiglieri provinciali”. In poche parole da Calandrini è partito un monito indirizzato a Fazzone: basta divisioni, serve ricomporre l’alleanza in Provincia, in vista del possibile per non dire probabile voto popolare dell’ente, verosimilmente tra un anno.

IL FUTURO DELLA RIFORMA

Più d’uno, dall’inizio della legislatura, i disegni di legge presentati sulla riforma delle Province. Lo avevano fatto i senatori leghisti Massimiliano Romeo e Daisy Pirovano, ma anche quelli di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni e Gaetano Nastri, così come analoga iniziativa per Forza Italia era arrivata da Licia Ronzulli e altri. Proposte il cui esame in commissione era stato fermato dopo l’annuncio del ddl del governo, affidato al sottosegretario Ferro. A premere per una rapida messa in soffitta della Delrio sono anche gli amministratori locali dello stesso partito dell’allora ministro artefice della “vaccata” per usare il vocabolario di Calderoli. Spinge il presidente dell’Anci Antonio Decaro che nei giorni scorsi ha confabulato a Montecitorio col ministro leghista. Preme il presidente dell’Upi, l’Unione Province Italiane, il ravennate Michele de Pascale che avverte della necessità di avere ben chiara dal governo una road map appena dopo il voto, per non rischiare di arrivare alla fine della legislatura senza riuscire a dar corso alla riforma. 

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