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Ecco come sono sempre stati puniti gli “sfascisti capricciosi”

Licandro Licantropo
La storia politica del capoluogo dimostra che gli elettori bocciano senza appello quelli che fanno cadere o spaccano le Amministrazioni: è successo con Paolo Fanelli e Michele Marini. Sulla riqualificazione del Palazzetto Coni il Governatore Rocca ha lanciato segnali politici inequivocabili. Chi rompe, paga
Marzo 23, 2024
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La Regione Lazio, per consentire il rilancio del Palazzetto dello Sport di Frosinone, si è impegnata a finanziare la riqualificazione dell’impianto di proprietà di Sport e Salute spa, con un contributo di 500.000 euro, su un costo totale dell’intervento stimato in 543.500 euro. Ieri a Roma la firma del relativo protocollo d’intesa, alla presenza del Governatore Francesco Rocca, del sindaco del capoluogo Riccardo Mastrangeli e dell’amministratore delegato dell’azienda pubblica italiana dedicata allo sviluppo dello sport, Diego Nepi Molineris. Per il Comune capoluogo c’era anche Francesco Pallone, consigliere delegato allo sport. Non è stato soltanto un provvedimento amministrativo finalizzato alla riqualificazione dell’impiantistica sportiva. L’incontro di ieri ha rappresentato anche un messaggio politico autorevole. La Giunta Rocca è attentissima alle esigenze dei territori e rappresenta un punto di riferimento per l’intero centrodestra del Lazio. Esercita il “power soft” con grande determinazione. In tre giorni il Comune di Frosinone incassa due risultati importanti: l’uscita dal Piano di rientro decennale (disposto dalla Corte dei Conti) e la riqualificazione del Palazzetto Coni di piazza Martiri di Vallerotonda. Lo fa alla vigilia di una verifica politica che, inutile mettere la testa sotto la sabbia, presenta insidie e rischi.

LA MEMORIA CORTA

A Frosinone la classe politica non fa tesoro degli errori. Nel dicembre 1997 una parte rilevante del centrodestra (guidata da Nicola Ottaviani), attraverso le dimissioni di massa concordate con il centrosinistra, mandò a casa il sindaco Paolo Fanelli. Da quel preciso momento restò all’opposizione fino al 2012, quando proprio Ottaviani divenne sindaco. Una traversata nel deserto di quindici anni, scandita da tre sconfitte durissime e da altrettanti governi di centrosinistra, guidati da Domenico Marzi (due volte) e da Michele Marini (una volta).
Nel 2012 un Michele Marini lanciatissimo per la conferma venne affondato da una raffica di “fuoco amico” mai vista prima. Lo abbandonarono in tanti e nel frattempo si preparava anche la candidatura di Domenico Marzi, che venne appoggiato dai Socialisti di Schietroma (in quel momento iniziò lo strappo di Angelo Pizzutelli) e da tanti altri ex fedelissimi di Marini. Da allora tre successi in carrozza del centrodestra: due con Nicola Ottaviani e uno con Riccardo Mastrangeli. Il centrosinistra è ancora sotto choc nonostante  non tocchi palla da dodici anni. Frosinone non premia nelle urne chi fa cadere le Amministrazioni. Dovrebbero riflettere tutti coloro che in queste settimane soffiano sul fuoco, aumentano la tensione, pongono veti e controveti. Alla ricerca di un pennacchio da esibire e di un posto in giunta che assicura un’indennità importante, pari ad un ottimo stipendio del settore pubblico o privato. C’è anche questo, anzi c’è soprattutto questo.
Riccardo Mastrangeli è indubbiamente sotto assedio da parte di diversi settori della sua maggioranza, ma ha avuto il merito di non snaturarsi. Mantenendo la barra dritta sul piano amministrativo e facendo capire che comunque esiste una filiera virtuosa che parte dal Governo nazionale, arriva alla Regione Lazio e coinvolge i Comuni. Se la crisi al Comune dovesse degenerare il centrodestra regionale e forse perfino nazionale trarrebbe conclusioni negative nei confronti della classe dirigente del capoluogo. Francesco Rocca è un amministratore e un formidabile federatore. Sicuramente è vicinissimo alle posizioni di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ma non ha aderito al partito. Per una ragione evidente: rappresentare in modo credibile un punto di equilibrio sempre. In ogni tipo di campagna elettorale Rocca ci mette la faccia: pensiamo alle amministrative di Anagni.
Il Comune di Frosinone non ha bisogno di “solisti” capricciosi e di ultimatum. Ha bisogno di una coalizione che si dia una “registrata” sul piano programmatico e politico. Il voto sul bilancio di venerdì 29 marzo rappresenterà uno snodo.

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