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Reno de Medici, verso un interpello sui fanghi primari al ministero dell’Ambiente

Tarcisio Di Pontecorvo
Nuovo vertice stamane alla Regione voluto dal presidente Rocca sulla vertenza della cartiera di Villa Santa Lucia. Presenti gli assessori Angelilli e Schiboni, il consigliere Maura, l’ad del gruppo RdM Bianchi ed i rappresentanti sindacali. Prossime tappe ai ministeri dell’Ambiente e del Made in Italy. I segretari Legnante e Valente sottolineano un clima positivo e l’intenzione di giungere presto alla riapertura della fabbrica. Lo storico Pistilli: 57 anni di attività, l’inaugurazione con messaggio di Aldo Moro.
Febbraio 5, 2024

Si va verso un’istanza di interpello al ministero dell’Ambiente per chiedere come mai i fanghi primari, che sono materiale di lavorazione, sono stati classificati con codice riconducibile a rifiuti e se sia possibile una rinominazione. E’ questa la mossa decisa al termine del vertice svoltosi stamane in Regione Lazio sul caso Reno de Medici. Il quesito al centro della vertenza, del resto, ha sicuramente carattere di interesse generale per il settore cartario e non riguarda problematiche specifiche dei processi produttivi dello stabilimento di Villa Santa Lucia.
Il presidente Rocca questa mattina era rappresentato dal capo gabinetto Pisano, la vice presidente della giunta regionale Roberta Angelilli ha coordinato i lavori, presenti l’assessore  Giuseppe Schiboni con deleghe a Lavoro, Università, Scuola, Formazione, Ricerca, Merito, il consigliere regionale Daniele Maura, inoltre il responsabile della Direzione Ambiente Vito Consoli, dirigenti della Reno de Medici, incluso l’amministratore delegato Michele Bianchi, il direttore generale Assocarta Massimo Medugno, i segretari provinciali e regionali delle organizzazioni sindacali di comparto e i rappresentanti delle rsu di stabilimento si sono riuniti, convocati in via Cristoforo Colombo.
Pasquale Legnante, segretario regionale Fistel Cisl Lazio, ha spiegato: «Sono stati chiariti tutti gli aspetti relativi all’autorizzazione ambientale concessa da pochi giorni. La cosa più importante, però, è che si è convenuto in tempi brevissimi, entro questa settimana o comunque per l’inizio della prossima, di proporre un interpello al ministero dell’Ambiente per chiarire, una volta per tutte, la ri-nominazione dei fanghi primari non come rifiuti ma come materia da riciclo. L’aria che abbiamo respirato – sottolinea Legnante – è positiva essendoci la volontà di tutti di arrivare ad una ripartenza dello stabilimento. Ovvio che adesso manca l’ultimo passo e auspichiamo che stavolta il problema venga definitivamente superato».
Daniele Maura, vicecapogruppo regionale di Fratelli d’Italia, ha argomentato: «In un periodo di forte crisi la promessa fatta ai dipendenti della Reno de Medici è stata mantenuta, la Regione ha rilasciato l’autorizzazione AIA che permette all’azienda di riprendere il ciclo produttivo, recuperando i materiali di scarto rimettendoli in produzione. Dal tavolo di oggi abbiamo fatto un’ulteriore passo in avanti, per chiarire definitivamente la classificazione dei fanghi primari. La Regione: l’azienda e le parti sociali, in maniera congiunta, chiederanno al ministero di interpretare la legge. Noi, però, quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto e l’azienda già da domani potrebbe riaprire. Dopo l’intervento del ministero qualora servissero correzioni siamo a disposizione: la nostra priorità è salvare i posti di lavoro».
«Una riunione positiva ancora interlocutoria in vista dei prossimi appuntamenti e passaggi al ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente – ha chiosato Enzo Valente, segretario nazionale dell’Ugl -. Al di là dell’interpello, di rilievo è anche la prevista convocazione al ministero delle Imprese e del Made in Italy che conferma l’impegno regionale a voler contribuire affinché si chiarisca del tutto la situazione mettendo in sicurezza fabbrica e posti di lavoro».
Proprio a margine della crisi della cartiera in molti hanno sottolineato come lo stabilimento abbia comunque assicurato 57 anni di attività e di benessere a tante famiglie del nostro territorio. Lo studioso e presidente onorario Cdsc, Emilio Pistilli, ha ricordato come «Quell’industria cartaria cassinate prese il via nel 1967 come SILCA (Società Internazionale Lavorazione Carta e Affini). Nacque come consociata della International Paper Company di New York, il più grosso gruppo mondiale per la  produzione del cartone all’epoca. Fu inaugurata il 16 maggio 1967 alla presenza dell’on. Giulio Andreotti, allora ministro dell’industria, agricoltura e artigianato in rappresentanza del Governo, con la benedizione dell’abate Rea. Presidente era Francesco Crespi. La cartiera, la più importante in Italia del suo settore, fu tra le massime del Mercato Comune Europeo; sorgeva su un’area di 360.000 mq. e la superficie coperta, più le strade ed i piazzali interni, era pari a 100.000 mq. Era in grado di produrre fino a 60.000 tonnellate all’anno di Lineboards pregiati che trovavano impiego come copertine del cartone ondulato».
Nel suo messaggio per l’inaugurazione il Presidente del Consiglio Aldo Moro scriveva tra l’altro: «Con la nuova cartiera la produzione nazionale del settore verrà più che raddoppiata, facendo prevedere una riduzione delle importazioni dall’estero, con sensibile giovamento per la nostra bilancia dei pagamenti».
«L’auspicio di tutti noi Cassinati – ha concluso lo storico Pistilli – è che l’azienda riprenda la produzione per il suo prezioso contributo all’economia locale e nazionale ma soprattutto per la salvaguardia dei 163 dipendenti che rischiano di perdere il lavoro». 

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