Un anno fa il Pd esprimeva il presidente della Regione Lazio (Daniele Leodori, subentrato come facente funzioni a Nicola Zingaretti), quello della Provincia (Antonio Pompeo), dell’Egato (Mauro Buschini), della Saf (Lucio Migliorelli) e del Consorzio industriale unico (Francesco De Angelis). Adesso alla Regione c’è Francesco Rocca (Fratelli d’Italia), alla Provincia Luca Di Stefano (civico), l’Egato è stato abolito, il numero uno della Saf è Fabio De Angelis (Fratelli d’Italia), mentre è scattato il commissariamento per il Consorzio industriale. Nel frattempo in Ciociaria ci sono state le elezioni comunali in centri importanti come Anagni e Ferentino. Nella Città dei Papi si è saldato nelle ultime settimane un asse di centrodestra formidabile, formato dal sindaco Daniele Natalia e da Alessandro Cardinali, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia. A Ferentino c’è una coalizione variegata e trasversale che appoggia Piergianni Fiorletta. Una maggioranza nella quale il centrosinistra ha tutto da perdere (amministra la città da anni), mentre il centrodestra può crescere parecchio. Alle elezioni provinciali sono stati eletti in due: Luigi Vittori (Pd) e Luca Zaccari (Lega).
Un’analisi semplice di tutti questi fatti conduce ad una conclusione sola. Il centrodestra sta completando un’operazione politica che lo vede maggioritario sia quando votano i cittadini sia negli enti intermedi. Il paradosso è che fra i partiti non c’è quell’unità interna che al contrario dovrebbe rappresentare la regola. Emergono delle strategie diverse.
Fratelli d’Italia guarda al risultato finale e all’equilibrio interno. Massimo Ruspandini è stato eletto presidente provinciale l’unanimità, ma è sempre attento a coinvolgere tutti: se alla Saf ha scelto un fedelissimo come Fabio De Angelis, all’Ater si è orientato per Antonello Iannarilli, proveniente da un’altra esperienza politica. Alle provinciali ha blindato il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, ma al tempo stesso ha acceso il semaforo verde per il ritorno nel partito di Alessandro Cardinali, uno che due anni fa (nel Polo Civico) ha dimostrato di essere in grado di eleggersi da solo. Per il terzo posto c’è stata una competizione vera e a tratti avvincente. L’ha spuntata Andrea Velardo, ma pure gli altri se la sono giocata fino all’ultimo. Se oggi c’è un partito “appetibile” è Fratelli d’Italia: la difficoltà sta nel selezionare tutti quelli che vorrebbero farne parte. Finora i risultati stanno dando ragione ad una linea che tiene insieme la militanza e la necessità di allargare i confini.
Nella Lega è diverso e lo si è visto alle provinciali. Nicola Ottaviani aveva l’esigenza di far arrivare primo il “suo” candidato: Andrea Amata. C’è riuscito mobilitando in blocco i consiglieri comunali di Frosinone che, pur facendo parte di liste civiche, si riconoscono in lui. Era prevedibile che questa operazione comportasse dei problemi all’interno della maggioranza del sindaco Riccardo Mastrangeli. Tutto si può fare meno che meravigliarsi. Ottaviani voleva che Amata arrivasse primo perché sapeva bene che Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese possono mettere insieme un fronte più ampio. Come hanno fatto: Luca Zaccari è stato eletto, Lino Caschera e Marco Fiorini hanno ottenuto buoni risultati. Adesso Abbruzzese si candiderà alle europee: per l’elezione l’impresa è difficilissima, ma l’ex presidente del consiglio regionale del Lazio può ottenere un risultato importante comunque. Soprattutto in Ciociaria. In quel caso cosa succederebbe? Mario Abbruzzese non è una “matricola” al debutto. Se ha deciso di rimettersi in gioco in questo modo, avrà sicuramente un piano politico preciso. Dopo europee e comunali nel Carroccio bisognerà sedersi attorno ad un tavolo e capire come proseguire. Nel frattempo bisognerà preparare (bene) gli appuntamenti di Cassino, Veroli e Isola del Liri. Si tratta di Comuni di prima fascia governati dal centrosinistra. Un ribaltone anche in uno soltanto dei tre avrebbe degli effetti molto forti. Il banco di prova è Cassino, dove tra Fratelli d’Italia e Lega le distanze sono abissali.