A pochi giorni dalle elezioni provinciali (depotenziate e svilite da nove anni, grazie alle cervellotiche norme della legge Del Rio) e a pochi mesi dalle elezioni comunali che riguarderanno una quarantina di Comuni della Ciociaria, sarebbe inutile iniziare qualunque ragionamento politico senza guardare al contesto nazionale.
Ieri sera il quadro è stato delineato dal sondaggio Swg che fotografa le intenzioni di voto per il Tg La7. Quei risultati vanno guardati in faccia, evitando di negare l’evidenza, di fare spallucce e di rifiutare la realtà. Il discorso vale per tutti.
Fratelli d’Italia cresce ancora (dello 0,3), fa il vuoto (il Pd arretra) e arriva al 28,5%. Rinsaldando ulteriormente la leadership nel centrodestra. Dove la Lega arretra dal 9,4% al 9,1% e Forza Italia rimane stabile al 7,2%. Sulla base di queste percentuali e di certi numeri, alcuni comportamenti appaiono sempre più grotteschi. Specialmente in provincia di Frosinone. Nel centrodestra non si può pensare di vincere “contro” Fratelli d’Italia o “nonostante” Fratelli d’Italia, che nel territorio è stato il primo partito alle politiche, alle regionali e alle comunali. Lo diciamo pensando a Cassino, dove le manovre di qualche alleato sembrano fatte apposta per costruire la quinta colonna ad Enzo Salera, sindaco del Pd. A Veroli come si fa ad immaginare una coalizione che non abbia il fulcro politico in Fratelli d’Italia? Tanto più che il presidente provinciale del partito Massimo Ruspandini ha dimostrato in più occasioni di saper lasciare spazio e di sostenere convintamente candidati a sindaco di partiti alleati: lo ha fatto a Frosinone (Riccardo Mastrangeli), ad Anagni (Daniele Natalia), ad Alatri (Maurizio Cianfrocca). Ma oggi è impossibile non prendere atto del ruolo di FdI come fulcro irrinunciabile della coalizione. Lo è al Governo, lo è alla Regione Lazio. La provincia di Frosinone non può fare eccezione, a meno di non prendersi fino in fondo la responsabilità di spaccare il centrodestra, mettendo in conto conseguenze ad ogni livello. La politica dei dispettucci e delle piccole invidie non può avere cittadinanza politica.
COSA DICONO I SONDAGGI
Il sondaggio Swg registra l’avvicinamento dei Movimento Cinque Stelle al Partito Democratico. Il Pd di Elly Schlein cede lo 0,2 e si attesta al 19,4%. I pentastellati di Giuseppe Conte salgono dal 16,4 al 16,8%. Rafforzando un trend ormai consolidato da settimane. Con Conte che ha aggiunto che la Schlein può fare, al massimo, la federatrice della correnti Dem. Rimandando al mittente (bruscamente) l’apertura arrivata da Romano Prodi. Il Campo largo è sepolto per sempre, il Movimento non accetterà mai una posizione subalterna al Pd. L’errore fatale di Nicola Zingaretti è stato questo e la situazione non cambierà. Fra l’altro pure Azione (3,7%) e Italia Viva (3,4%) non hanno alcuna voglia di fare da paggetti al Partito Democratico. Verdi e Sinistra (3,4%) e +Europa (2,6%) non bastano per costruire un’alternativa di governo. Il risultato delle elezioni europee deciderà il destino politico di Elly Schlein, ma la strada intrapresa dal Pd è chiara: baricentro spostato a sinistra, qualche punto percentuale ripreso (rispetto al minimo storico), ma assenza assoluta di una prospettiva di governo come quando c’era il “primo” Matteo Renzi. In provincia di Frosinone la classe dirigente (Francesco De Angelis, Sara Battisti, Luca Fantini, Mauro Buschini) al congresso e alle primarie ha votato e fatto votare per Stefano Bonaccini, dopo aver appoggiato in maniera forte e convinta Nicola Zingaretti. E’ una posizione complicata da tenere e in diverse occasioni (le comunali di Frosinone su tutte) i limiti sono apparsi in modo evidente.
A CHI CONVIENE LO STATUS QUO?
Ma intanto a Cassino, Veroli e Isola del Liri il centrosinistra può vincere le comunali, specialmente se il centrodestra continuerà nell’atteggiamento “tafazzista” di annientarsi da solo. Pur di mantenere posizioni politicamente immature e incomprensibili sul piano dei rapporti di forza.