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Dalla preistoria ai giorni nostri: l’età del legno non è mai finita. Un libro spiega il perché

Alberto Fraja
L’autore dimostra come la nostra capacità di sfruttare le straordinarie proprietà del legno abbia profondamente modellato le nostre società e le nostre vite.
Marzo 10, 2022
libro legno preistoria
La copertina del libro "L'età del legno" di Roland Ennos

La nostra civiltà è senz’altro il risultato di un excursus attraverso i diversi stadi di maturazione di volta in volta legati alla scienza, alla filosofia, alla religione. Tutti fattori che hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di vita di noialtri bipedi figli di Eva. E tuttavia ad accompagnare l’umanità nella sua crescita verso la civiltà non hanno contribuito soltanto Platone e Talete, Cartesio e Galileo, Alessandro Volta ed Albert Einstein ma anche robe come le piante, gli animali, elementi come l’acqua, l’ossigeno, le pietre, il clima ovviamente.

Ed il legno. Cui dobbiamo tanto di quel che siamo. Un prezioso prodotto della natura i cui meriti un biologo britannico, Roland Ennos, si è premurato di elencare in un libro di grande interesse L’età del legno (Einaudi, 288 pagine, 30 euro).
L’autore dimostra come la nostra capacità di sfruttare le straordinarie proprietà del legno abbia profondamente modellato le nostre società e le nostre vite. Il legno “non è una obsoleta reliquia del nostro lontano passato ma, più ancora della pietra, del bronzo e del ferro, è stato il vero protagonista dell’avventura umana”. Il processo che dai primati condusse agli ominidi, per dirne una, ha in gran parte avuto luogo sulla canopìa, la parte apicale delle foreste.

Quando i nostri progenitori ne sono scesi, dagli alberi hanno ricavato il legno necessario a vivere. Le straordinarie caratteristiche del legno hanno permesso di produrre attrezzi per costruire abitazioni, lance, archi e chi più ne ha più ne metta. “Le fondamenta del nostro rapporto con il legno risiedono nelle sue straordinarie proprietà – spiega Ennos -. È un materiale strutturale versatile che non ha paragoni in tal senso. È piú leggero dell’acqua, eppure, a parità di peso, è duro, tenace e resistente come l’acciaio e resiste alla trazione e alla compressione. È facile da sagomare, visto che si spacca facilmente nel senso della venatura, ed è abbastanza tenero da essere tagliato, soprattutto quando è verde”. Il legno è servito a costruire città, navi per viaggiare nel vasto mondo, ruote per trasportare via terra carichi pesanti (provate voi a fare ruote usando la pietra).

Esso ha provveduto al riscaldamento delle abitazioni e alla realizzazione dei tetti di chiese e templi lignei, come in Cina e Giappone per esempio. E siano benedette le mani dei boscaioli bravi a tagliar piante quel tanto da consentir loro di tornare a crescere di lì a poco così assecondando quella dimensione panteista di eterno ritorno di cui l’uomo è parte integrante.
Insomma, oltre a quella del ferro e del bronzo, una lunga età del legno (peraltro non ancora tramontata) ha accompagnato l’uomo.

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